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Pena pecuniaria sostitutiva: i precedenti penali contano

Un’imputata per truffa si vede negare la conversione della detenzione in pena pecuniaria sostitutiva a causa di sette precedenti penali. La Cassazione, pur annullando la sentenza per prescrizione, conferma che il giudice può valutare anche i precedenti successivi al reato per giudicare l’idoneità della misura a prevenire la recidiva. La richiesta di pena pecuniaria sostitutiva può essere valutata anche se presentata solo in appello.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Pecuniaria Sostitutiva e Precedenti Penali: La Visione della Cassazione

Quando un imputato viene condannato a una pena detentiva breve, si apre la possibilità di accedere a misure alternative, come la pena pecuniaria sostitutiva. Questa opzione permette di convertire il carcere in una sanzione economica. Ma quali criteri usa il giudice per concederla o negarla? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 18630/2025) offre chiarimenti cruciali, soprattutto riguardo al peso dei precedenti penali, anche quelli successivi al reato contestato.

Il Caso: Truffa e Diniego della Sostituzione della Pena

Il caso riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per il reato di truffa a sei mesi di reclusione e 300 euro di multa. La difesa, nel ricorrere in Cassazione, contestava il diniego da parte della Corte d’Appello di sostituire la pena detentiva con quella pecuniaria. I motivi del ricorso erano due:

1. Errore nella valutazione dei precedenti: La Corte d’Appello aveva basato il diniego su sette precedenti penali, ma la difesa sosteneva che al momento della commissione del fatto (nel 2015), l’imputata avesse solo due precedenti risalenti al 2013. Gli altri erano successivi e, secondo il ricorrente, non avrebbero dovuto essere considerati.
2. Erronea preclusione della richiesta: La Corte territoriale aveva inoltre ritenuto preclusa la richiesta perché non formulata in primo grado, ma solo in appello.

L’Analisi della Corte sulla Pena Pecuniaria Sostitutiva

La Corte di Cassazione, pur dichiarando alla fine il reato estinto per prescrizione, ha esaminato nel merito i motivi del ricorso, ritenendoli infondati e cogliendo l’occasione per ribadire principi importanti.

La Richiesta in Appello è Sempre Ammissibile

Sul secondo punto, la Cassazione ha dato ragione, in linea di principio, alla difesa. L’affermazione della Corte d’Appello circa la preclusione della richiesta era errata. La disciplina della pena pecuniaria sostitutiva, anche dopo le recenti riforme, non richiede il consenso dell’imputato e può essere applicata d’ufficio dal giudice. Pertanto, la richiesta può essere legittimamente formulata e valutata anche per la prima volta in appello. Tuttavia, in questo caso specifico, l’errore non ha danneggiato l’imputata, poiché la Corte d’Appello aveva comunque esaminato e rigettato la richiesta nel merito.

La Valutazione dei Precedenti Penali per la pena sostitutiva

Questo è il cuore della decisione. La Cassazione ha respinto con forza la tesi difensiva secondo cui il giudice dovrebbe limitarsi a considerare solo i precedenti penali esistenti al momento del reato. Al contrario, la legge (in particolare l’art. 133 del codice penale) impone al giudice di formulare un giudizio prognostico sulla futura condotta del reo. L’obiettivo è capire se la sanzione sostitutiva sia sufficiente a rieducare il condannato e a prevenire il rischio di recidiva.

Per fare questa valutazione, il giudice deve avere un quadro completo della ‘biografia’ criminale dell’imputato. Limitare l’analisi ai soli precedenti anteriori al fatto sarebbe illogico e contrario alla natura stessa del giudizio prognostico, che guarda al futuro partendo dal presente. I precedenti successivi, anche se relativi a fatti diversi, sono indicatori fondamentali della capacità a delinquere e della personalità del soggetto. Nel caso di specie, la presenza di ben sette precedenti penali è stata correttamente ritenuta dalla Corte di merito un indice di una propensione a delinquere tale da rendere la pena pecuniaria sostitutiva inadeguata a prevenire future ricadute.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di una lettura sistematica delle norme. Il richiamo all’art. 133 c.p. è centrale: esso elenca i criteri che il giudice deve usare per esercitare il suo potere discrezionale, tra cui i precedenti penali e giudiziari e, in generale, la condotta di vita del reo. Questo giudizio non è una fotografia statica al momento del reato, ma una valutazione dinamica e proiettata nel futuro per determinare il percorso rieducativo più efficace. Di conseguenza, tutti i precedenti, anche quelli maturati dopo il fatto per cui si procede, contribuiscono a formare questo giudizio e non possono essere ignorati. La Corte ha ritenuto che la valutazione della Corte d’Appello fosse giuridicamente corretta e adeguatamente argomentata, sottraendosi a ogni censura di legittimità.

le conclusioni

Nonostante l’infondatezza dei motivi di ricorso, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio. Il motivo è puramente processuale: il decorso del tempo. La Corte, come impone l’art. 129 c.p.p., ha rilevato d’ufficio l’avvenuta prescrizione del reato. Questo esito, se da un lato chiude il processo senza una condanna definitiva, dall’altro non sminuisce la portata dei principi di diritto affermati. La sentenza lascia un’indicazione chiara: la concessione della pena pecuniaria sostitutiva non è un automatismo, ma l’esito di un’attenta valutazione discrezionale del giudice, che ha il dovere di considerare l’intera storia criminale del condannato per scegliere la pena più adatta a scongiurare future recidive.

Posso chiedere la sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria per la prima volta in appello?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la pena pecuniaria sostitutiva può essere applicata anche d’ufficio dal giudice, purché sussistano i presupposti, e quindi la richiesta può essere esaminata anche se formulata per la prima volta con i motivi d’appello.

Per negare la pena pecuniaria sostitutiva, il giudice può considerare anche i precedenti penali per condanne successive alla data del reato per cui si procede?
Sì. Secondo la sentenza, il giudice deve effettuare una prognosi sulla futura condotta del condannato. A tal fine, può e deve considerare tutti i precedenti penali e giudiziari, inclusi quelli intervenuti dopo la commissione del reato, per valutare la capacità a delinquere e il rischio di recidiva.

Cosa succede se il reato si prescrive durante il ricorso in Cassazione?
Se il termine massimo di prescrizione matura mentre il processo è pendente in Cassazione, la Corte deve dichiarare l’estinzione del reato e annullare la sentenza senza rinvio, anche se i motivi del ricorso vengono ritenuti infondati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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