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Pena pecuniaria omessa: la Cassazione ricalcola

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per estorsione e furto a causa della totale omissione della pena pecuniaria obbligatoria. Invece di rinviare il caso, la Corte ha esercitato il suo potere di correzione, calcolando e determinando direttamente l’importo della multa dovuta dall’imputato, fissandola in 329,00 euro.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena pecuniaria obbligatoria: quando il giudice sbaglia, la Cassazione corregge

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: per alcuni reati, la pena pecuniaria non è un’opzione, ma un obbligo. Il caso in esame dimostra come, anche di fronte a una dimenticanza del giudice di primo grado, il sistema giudiziario possegga gli strumenti per correggere l’errore in modo rapido ed efficiente, senza la necessità di un nuovo processo.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Forlì, che aveva condannato un individuo per i reati di estorsione (art. 629 c.p.) e furto (art. 624 c.p.), unificati dal vincolo della continuazione. Il giudice, dopo aver concesso le attenuanti e applicato la riduzione per il rito abbreviato, aveva inflitto una pena di un anno e otto mesi di reclusione, omettendo però completamente di determinare la sanzione monetaria.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Bologna ha prontamente impugnato la decisione, presentando ricorso in Cassazione. Il motivo del contendere era chiaro e inequivocabile: una palese violazione di legge, dato che entrambe le norme incriminatrici prevedono, accanto alla pena detentiva, l’applicazione congiunta di una pena pecuniaria.

L’Omissione della Pena Pecuniaria e la Violazione di Legge

Il ricorso del Procuratore Generale è stato ritenuto fondato dalla Suprema Corte. La legge, infatti, non lascia spazio a interpretazioni: l’art. 629 del codice penale (estorsione) prevede la reclusione da cinque a dieci anni e la multa da 1.000 a 4.000 euro. Allo stesso modo, l’art. 624 (furto) stabilisce la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 154 a 516 euro.

La totale omissione di questa componente della sanzione ha reso la sentenza del Tribunale illegittima, ma solo in quella specifica parte. La colpevolezza dell’imputato e la pena detentiva non erano in discussione.

La Decisione della Corte: Annullamento Senza Rinvio

Di fronte a un errore di questo tipo, la Corte di Cassazione ha optato per una soluzione prevista dall’articolo 620, lettera l), del codice di procedura penale: l’annullamento della sentenza senza rinvio. Questa norma conferisce alla Suprema Corte il potere di correggere direttamente la decisione impugnata quando non siano necessari ulteriori accertamenti di fatto. In pratica, la Cassazione ha agito come un ‘giudice’ della pena, applicando essa stessa i calcoli che il Tribunale avrebbe dovuto fare.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione spiegando di poter rideterminare la pena pecuniaria seguendo lo stesso iter logico-giuridico adottato dal giudice di primo grado per la pena detentiva. Il calcolo è stato trasparente e dettagliato:

1. Pena base: Si è partiti dalla pena minima edittale per il reato più grave (estorsione), fissata in 1.000,00 euro.
2. Prima riduzione: Applicata la riduzione per l’attenuante riconosciuta (art. 62 n. 4 c.p.), la pena è scesa a 666,66 euro.
3. Seconda riduzione: Un’ulteriore diminuzione di un terzo per le attenuanti generiche ha portato l’importo a 444,44 euro.
4. Aumento per la continuazione: L’importo è stato poi aumentato per il reato di furto, in proporzione all’aumento applicato alla pena detentiva, arrivando a 493,00 euro.
5. Riduzione finale: Infine, è stata applicata la riduzione di un terzo per la scelta del rito abbreviato, fissando la multa definitiva in 329,00 euro.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un importante promemoria della natura obbligatoria della pena pecuniaria per specifici reati e del ruolo correttivo della Corte di Cassazione. Dimostra come il sistema sia in grado di sanare errori di diritto in modo efficiente, garantendo il rispetto della legge e l’economia processuale, evitando di appesantire ulteriormente i tribunali con un nuovo giudizio quando la soluzione può essere trovata direttamente in sede di legittimità.

È possibile condannare per furto o estorsione senza applicare anche una multa?
No, gli articoli 624 e 629 del codice penale prevedono che la pena pecuniaria (multa) sia applicata congiuntamente a quella detentiva. La sua omissione costituisce una violazione di legge.

Cosa succede se un giudice dimentica di applicare la pena pecuniaria obbligatoria?
La sentenza può essere impugnata per violazione di legge. Come in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente a questo punto e, se non sono necessari nuovi accertamenti di fatto, determinare direttamente l’importo della multa.

Può la Corte di Cassazione calcolare una pena senza rinviare il caso a un altro giudice?
Sì, l’articolo 620, lettera l), del codice di procedura penale consente alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza senza rinvio e di rideterminare la pena quando ciò è possibile sulla base degli stessi elementi già valutati dal giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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