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Pena pecuniaria: no se la legge cambia in meglio

La Corte di Cassazione ha annullato la pena pecuniaria di 70.000 euro inflitta a un soggetto condannato per contrabbando di tabacchi. La decisione si basa sull’applicazione del principio del ‘favor rei’, in seguito all’entrata in vigore di una nuova legge che, per lo stesso reato, non prevede più la pena pecuniaria congiunta a quella detentiva. La Corte ha quindi eliminato la multa, confermando la sola pena della reclusione, in quanto la nuova normativa è più favorevole per l’imputato.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena pecuniaria cancellata: la legge più favorevole si applica sempre

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento penale: il favor rei, ovvero l’obbligo di applicare la legge più favorevole all’imputato, anche se entrata in vigore dopo la commissione del reato. In questo caso, una modifica legislativa ha portato all’eliminazione di una pesante pena pecuniaria per un reato di contrabbando, lasciando in vigore la sola pena detentiva. Vediamo nel dettaglio la vicenda.

Il caso: contrabbando di tabacco e la doppia sanzione

Un soggetto veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In particolare, gli veniva contestato di aver detenuto per la vendita un quantitativo di 21 kg di sigarette. La Corte d’Appello aveva confermato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, a cui si aggiungeva una multa di 70.000 euro, come previsto dalla normativa vigente al momento del fatto (art. 291-bis del d.P.R. 43/1973).

L’imputato, tramite il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, questione: l’illegalità della pena inflitta. Il motivo? Nel frattempo, era intervenuta una nuova legge (D.Lgs. 141/2024) che aveva modificato la disciplina del reato di contrabbando.

La svolta normativa: una nuova legge abolisce la pena pecuniaria

Il punto centrale del ricorso si basa sull’articolo 2, comma 4, del Codice Penale. Questo articolo stabilisce che se la legge in vigore al momento della commissione del reato e le leggi successive sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata una sentenza irrevocabile.

La nuova normativa, introdotta con il D.Lgs. 141/2024, pur mantenendo una sanzione detentiva per il contrabbando di tabacchi superiore ai 15 kg (reclusione da due a cinque anni), ha eliminato la previsione della pena pecuniaria congiunta. La nuova fattispecie incriminatrice, quindi, si è rivelata più mite rispetto alla precedente, che imponeva al giudice di applicare sia la reclusione sia la multa.

La decisione della Cassazione e il trattamento sanzionatorio

La Corte di Cassazione, accogliendo sia il ricorso della difesa sia la richiesta del Procuratore Generale, ha riconosciuto la fondatezza della questione. Gli Ermellini hanno constatato che la nuova legge, non prevedendo più la sanzione monetaria per il fatto commesso, rappresenta un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Di conseguenza, in applicazione del principio del favor rei, il giudice avrebbe dovuto applicare la nuova disciplina. Poiché l’unica modifica riguardava l’abolizione della multa, la Corte ha potuto decidere direttamente, senza bisogno di un nuovo processo d’appello.

Le motivazioni della Corte

Nella loro motivazione, i giudici hanno spiegato che la revisione della materia ad opera del D.Lgs. n. 141/2024 ha integralmente sostituito la vecchia norma. La nuova fattispecie incriminatrice, a parità di pena detentiva edittale, non contempla più la multa, se non in specifici casi aggravati tra i quali non rientrava la recidiva contestata all’imputato. Pertanto, la condanna alla pena pecuniaria era diventata illegale. La Corte ha quindi proceduto a un annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, limitatamente all’applicazione della multa, che è stata eliminata. La parte della sentenza relativa alla pena detentiva è stata invece confermata.

Conclusioni

Questa pronuncia è un’importante conferma di come le evoluzioni normative possano avere un impatto diretto e retroattivo sui processi in corso e sulle pene inflitte, a patto che non siano ancora definitive. Il principio di retroattività della legge penale più favorevole garantisce che nessun cittadino sconti una pena più severa di quella che la legge, nel suo evolversi, considera adeguata per un determinato fatto. La decisione sottolinea come il sistema giuridico debba costantemente adeguarsi ai nuovi orientamenti del legislatore, assicurando un trattamento equo e proporzionato all’imputato.

Cosa succede se la legge penale cambia dopo che un reato è stato commesso?
Secondo il principio del ‘favor rei’ (art. 2, comma 4, cod. pen.), si applica la legge le cui disposizioni sono più favorevoli all’imputato, a meno che non sia già stata emessa una sentenza definitiva.

Perché in questo caso è stata eliminata la pena pecuniaria?
La pena pecuniaria di 70.000 euro è stata eliminata perché una nuova legge (D.Lgs. n. 141/2024), entrata in vigore dopo i fatti, ha modificato il reato di contrabbando, non prevedendo più la multa congiunta alla reclusione per la specifica fattispecie contestata. Essendo più favorevole, questa nuova legge doveva essere applicata.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso senza rinviare il caso a un altro giudice?
La Corte ha potuto procedere a un ‘annullamento senza rinvio’ perché la modifica da apportare alla sentenza era puramente di diritto e non richiedeva alcuna nuova valutazione dei fatti. Si trattava semplicemente di eliminare una pena diventata illegale a seguito della nuova legge, operazione che la stessa Corte poteva compiere direttamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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