LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pena illegale per lesioni: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha analizzato un ricorso avverso una condanna per lesioni personali. Pur rigettando i motivi procedurali sollevati dalla difesa, la Corte ha annullato d’ufficio la sentenza per l’applicazione di una pena illegale. A seguito della Riforma Cartabia, infatti, il reato di lesioni con prognosi fino a 40 giorni rientra nella competenza del Giudice di Pace e non può essere punito con la reclusione. La sentenza è stata quindi annullata con rinvio per la rideterminazione della pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena illegale per lesioni: la Cassazione annulla la condanna con rinvio

Con la sentenza n. 2904 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso di lesioni personali, fornendo importanti chiarimenti sia in materia procedurale che sostanziale. Sebbene il ricorso dell’imputato sia stato respinto sui vizi di procedura, la Corte ha rilevato d’ufficio l’applicazione di una pena illegale, annullando la sentenza e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce delle recenti riforme legislative.

Il caso: dalla condanna per lesioni al ricorso in Cassazione

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per il reato di lesioni personali (art. 582 c.p.) con una prognosi di trenta giorni, aveva ricevuto una pena di tre mesi e dieci giorni di reclusione. Contro la decisione della Corte d’Appello di Trieste, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre distinti motivi di natura prevalentemente processuale.

I motivi del ricorso: questioni di notifica e prova

La difesa ha contestato la regolarità del giudizio d’appello lamentando vizi procedurali che, a suo dire, avrebbero compromesso il diritto di difesa. I motivi erano principalmente tre.

La validità della notifica al difensore

Il primo motivo riguardava la presunta mancata notifica del decreto di citazione in appello al nuovo avvocato di fiducia. L’imputato aveva nominato un nuovo legale e una nuova elezione di domicilio il giorno successivo all’emissione del decreto. La notifica, tuttavia, era stata inviata al precedente difensore (in qualità di domiciliatario) e a un difensore d’ufficio. La Cassazione ha ritenuto questo motivo infondato, ribadendo un principio consolidato: ai fini della validità della notifica, rileva la situazione esistente al momento del deposito del provvedimento da notificare in cancelleria. La successiva nomina di un nuovo difensore non impone un obbligo di rinnovare la notifica.

L’omessa indicazione della sezione e la richiesta di prova

Il secondo motivo verteva sull’omessa indicazione della sezione giudicante nel decreto di citazione. Anche questo è stato rigettato, poiché la Corte d’Appello di Trieste, a seguito di una riorganizzazione, era composta da una sola sezione penale, rendendo impossibile qualsiasi confusione. Infine, il terzo motivo, relativo alla mancata ammissione di una prova testimoniale ritenuta decisiva, è stato dichiarato inammissibile per genericità, non avendo il ricorrente specificato le lacune o le illogicità della motivazione che tale prova avrebbe potuto colmare.

La decisione della Corte: la pena illegale e la competenza del Giudice di Pace

Nonostante il rigetto di tutti i motivi di ricorso, la Corte di Cassazione ha accolto un punto cruciale, sollevato d’ufficio: l’illegalità del trattamento sanzionatorio. La Corte ha infatti rilevato che, per effetto del D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), i reati di lesioni personali con una durata della malattia compresa tra venti e quaranta giorni sono diventati di competenza del Giudice di Pace.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza si articola su due piani: il rigetto dei motivi procedurali e l’annullamento d’ufficio per la questione della pena.

Rigetto dei motivi procedurali

La Corte ha confermato la correttezza dell’operato della Corte d’Appello. Ha chiarito che il procedimento di notificazione inizia con l’adozione dell’atto, e le modifiche successive (come la nomina di un nuovo difensore) non possono invalidare una procedura già correttamente avviata. L’elezione di domicilio presso un legale, inoltre, rimane valida finché non viene espressamente revocata, indipendentemente dalla revoca del mandato difensivo.

L’accoglimento d’ufficio della questione sulla pena illegale

Il cuore della decisione risiede nel riconoscimento dell’impatto della Riforma Cartabia. Questa riforma ha trasferito la competenza per le lesioni personali lievi (prognosi fino a 40 giorni) al Giudice di Pace. Di conseguenza, la pena della reclusione, inflitta nel caso di specie, è da considerarsi una pena illegale, poiché non prevista dall’ordinamento per i reati di competenza di tale giudice. Anche se il reato è stato commesso prima dell’entrata in vigore della riforma, il principio del favor rei impone l’applicazione della legge più favorevole all’imputato, che in questo caso esclude la possibilità di una pena detentiva.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, con rinvio alla Corte d’Appello di Venezia per un nuovo esame. L’imputato sarà quindi nuovamente giudicato, ma solo per la determinazione di una pena conforme alla nuova normativa, che non potrà essere la reclusione. La decisione, pur confermando la responsabilità penale dell’imputato, sottolinea l’importanza dell’immediata applicazione delle riforme legislative più favorevoli e il dovere del giudice di rilevare d’ufficio l’eventuale applicazione di una pena illegale.

Quando una notifica al difensore è valida se l’imputato ne nomina uno nuovo?
Secondo la sentenza, la notifica è valida se viene effettuata al difensore e al domicilio risultanti agli atti nel momento in cui viene emesso l’ordine di notifica. Un cambio di difensore o di domicilio avvenuto il giorno dopo non rende la notifica invalida né obbliga a ripeterla.

Cosa succede se un reato di lesioni lievi viene punito con la reclusione?
La Corte chiarisce che, a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), le lesioni con prognosi fino a 40 giorni sono di competenza del Giudice di Pace. Pertanto, la pena della reclusione è da considerarsi illegale per questo tipo di reato, e la sentenza che la applica deve essere annullata su questo punto.

La modifica dell’elezione di domicilio ha effetto immediato sulla notifica di un atto già emesso?
No. La sentenza stabilisce che una modifica dell’elezione di domicilio intervenuta dopo che l’atto da notificare è stato depositato in cancelleria non ha alcun effetto su quella specifica notifica. La modifica sarà valida solo per le notificazioni di atti futuri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati