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Pena illegale patteggiamento: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore Generale contro una sentenza di patteggiamento. Il ricorso lamentava una presunta pena illegale patteggiamento, sostenendo che il giudice avesse applicato un minimo edittale errato. La Corte ha chiarito che la pena era stata correttamente calcolata in base alla legge in vigore al momento del fatto (principio del tempus regit actum) e non secondo una normativa più severa entrata in vigore successivamente. Pertanto, non sussistendo alcuna illegalità, il ricorso è stato respinto.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Illegale Patteggiamento: Quando il Ricorso del PM è Inammissibile

L’istituto del patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, rappresenta una delle colonne portanti dei riti alternativi nel nostro ordinamento processuale penale. Tuttavia, la correttezza del calcolo della pena rimane un punto cruciale, tanto da poter essere oggetto di ricorso per cassazione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte affronta proprio il tema della pena illegale patteggiamento, chiarendo quando un ricorso del Pubblico Ministero, basato su una presunta erronea applicazione della legge, debba essere dichiarato inammissibile.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello avverso una sentenza di patteggiamento emessa dal GIP di un Tribunale. Secondo il Procuratore, il giudice di merito aveva commesso un errore nel determinare la pena base per il reato contestato all’imputato, partendo da un minimo edittale di un anno di reclusione. Il ricorrente sosteneva che tale calcolo avesse portato all’applicazione di una pena illegale, in quanto basato su un minimo non corretto.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso palesemente inammissibile. I giudici di legittimità, pur riconoscendo che dal 2017 il Pubblico Ministero può impugnare le sentenze di patteggiamento per motivi attinenti all’illegalità della pena, hanno stabilito che nel caso di specie non vi era alcuna illegalità da sanare. La decisione del GIP di applicare la pena partendo dal minimo di un anno era, infatti, pienamente corretta.

Le Motivazioni: Il Principio del Tempus Regit Actum

Il fulcro della motivazione risiede nel principio fondamentale del diritto penale “tempus regit actum” (la legge regola l’atto nel tempo in cui esso è compiuto). La Corte ha sottolineato che il reato era stato commesso in data 24 marzo 2021. All’epoca dei fatti, la norma di riferimento (art. 423 bis, co. 2, cod. pen.) prevedeva un minimo di pena di un anno di reclusione.

L’aumento del minimo edittale a due anni, invocato implicitamente dal Procuratore ricorrente, era stato introdotto solo successivamente, con una legge entrata in vigore l’11 agosto 2023. Di conseguenza, il GIP aveva correttamente applicato la legge vigente al momento della commissione del reato, e la pena concordata tra le parti e ratificata dal giudice non poteva in alcun modo essere considerata illegale. L’argomentazione del Procuratore si basava, erroneamente, su una norma non applicabile al caso concreto ratione temporis.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce un caposaldo del nostro sistema penale: la pena deve essere sempre determinata sulla base della legge in vigore al momento del fatto. Qualsiasi ricorso che contesti una pena illegale patteggiamento basandosi su modifiche legislative successive e più severe è destinato all’inammissibilità. La decisione serve da monito sull’importanza di una corretta individuazione della cornice edittale applicabile, che deve essere ancorata saldamente alla data di commissione del reato, garantendo così certezza del diritto e rispetto del principio di legalità.

È possibile per il Pubblico Ministero fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento?
Sì, a partire dal 3 agosto 2017, il pubblico ministero può proporre ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento, ma solo per specifici motivi, tra cui l’illegalità della pena applicata.

Quando una pena applicata con patteggiamento può essere considerata illegale?
Una pena è illegale quando non rispetta i limiti minimi o massimi previsti dalla legge in vigore al momento in cui è stato commesso il reato. Non è illegale se è conforme alla legge di quel momento, anche se una legge successiva ha modificato tali limiti.

Quale legge si applica per calcolare la pena se la norma cambia dopo la commissione del reato?
Si applica il principio del tempus regit actum, ovvero la legge in vigore al momento della commissione del fatto. In questo caso, la pena è stata correttamente calcolata sulla base della legge vigente alla data del reato (24.03.2021), che prevedeva un minimo di un anno, e non sulla base della legge successiva che ha aumentato il minimo a due anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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