Pena Illegale vs Illegittima: Quando si Può Ricorrere in Cassazione?
Con la recente Ordinanza n. 8248/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i limiti all’impugnazione delle sentenze di patteggiamento. La decisione offre un’importante delucidazione sulla differenza tra pena illegale e pena semplicemente illegittima, un discrimine che determina l’ammissibilità o meno del ricorso. Il caso analizzato fornisce un esempio pratico di come un’errata applicazione della recidiva non sia sufficiente a configurare una pena illegale.
I Fatti alla Base del Ricorso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Torino. Il ricorrente lamentava una violazione di legge relativa all’applicazione della recidiva. A suo dire, i reati posti a fondamento dell’aggravante della recidiva dovevano considerarsi estinti ai sensi dell’art. 445, comma 2, del codice di procedura penale. Di conseguenza, la pena applicata dal giudice di merito sarebbe stata errata.
La Distinzione Concettuale tra Pena Illegale e Pena Illegittima
Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nella distinzione, già consolidata dalle Sezioni Unite (sent. Sacchettino, n. 877/2022), tra pena illegale e pena meramente illegittima. Questa distinzione è fondamentale perché, nel caso di sentenze emesse a seguito di patteggiamento (ex art. 444 c.p.p.), il ricorso per cassazione è ammesso solo nel primo caso.
Una pena illegale è quella che si colloca completamente al di fuori del sistema sanzionatorio delineato dal codice penale. Si verifica quando la pena è:
* Diversa per genere: ad esempio, una pena detentiva al posto di una pecuniaria.
* Diversa per specie: ad esempio, l’ergastolo invece della reclusione.
* Diversa per quantità: quando la sanzione eccede i limiti massimi o è inferiore ai limiti minimi previsti dalla legge per quel reato.
Diversamente, una pena è definita illegittima quando, pur rimanendo entro i limiti edittali previsti, la sua determinazione è avvenuta in violazione di specifiche norme, come quelle che regolano il calcolo delle circostanze aggravanti o attenuanti, inclusa la recidiva.
le motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che la censura sollevata dal ricorrente, relativa a un presunto errore nel calcolo della pena per via dell’applicazione della recidiva, non configurava un caso di pena illegale. Al contrario, si trattava di un’ipotesi di pena meramente ‘illegittima’.
La Corte ha ribadito che l’erronea applicazione dell’art. 99 del codice penale (sulla recidiva) non fa fuoriuscire la pena dal sistema sanzionatorio legale, ma rappresenta un vizio nel processo di commisurazione della stessa. Poiché la sentenza impugnata era frutto di un patteggiamento, per il quale il ricorso è ammesso solo in caso di pena illegale, l’impugnazione è stata ritenuta inammissibile. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, e non ravvisando un’assenza di colpa nel proporre il ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.
le conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per chi opera nel diritto penale: le sentenze di patteggiamento godono di una stabilità particolare e possono essere messe in discussione solo per vizi di eccezionale gravità, riconducibili alla nozione di pena illegale. Un errore nel calcolo della recidiva, delle circostanze o di altri elementi che influenzano la commisurazione della pena, pur costituendo una violazione di legge, non è sufficiente per aprire la via al ricorso in Cassazione in questo specifico contesto procedurale. La decisione, pertanto, serve da monito sulla necessità di valutare con estrema attenzione i presupposti di ammissibilità prima di impugnare una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti.
Qual è la differenza tra ‘pena illegale’ e ‘pena illegittima’ secondo la Cassazione?
Una ‘pena illegale’ è una sanzione al di fuori del sistema legale per genere, specie o quantità (es. superiore al massimo edittale). Una ‘pena illegittima’ è una sanzione determinata entro i limiti legali ma in violazione di specifiche norme, come quelle sulla recidiva.
È possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento per un errore nell’applicazione della recidiva?
No. Secondo questa ordinanza, un errore nell’applicazione della recidiva configura una ‘pena illegittima’, non una ‘pena illegale’. Poiché il ricorso contro una sentenza di patteggiamento è ammesso solo per quest’ultima, l’impugnazione in questo caso è inammissibile.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri un’assenza di colpa nel proporre il ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8248 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8248 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 15/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/07/2023 del TRIBUNALE di TORINO
dato avviso alle parg udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che, con un unico motivo di ricorso proposto avverso la sentenza emessa ex art. 444 cod. proc. pen., NOME deduce la violazione di legge con riguardo agli artt. 99, 69, comma 2, cod. pen., in quanto i reati che fonderebbero la recidiva sarebbero estinti ex art. 445, comma 2, cod. proc. pen.
rilevato che il motivo è inammissibile, in quanto la dedotta censura non rientra tra i c “pena illegale”, tale unicamente essendo, come recentemente ribadito dalla Sezioni Unite (Sez U, Sentenza n. 877 del 14/07/2022, COGNOME, in motivazione), “quella che si colloca al fuori del sistema sanzionatorio come delineato dal codice penale, perché diversa per genere per specie o per quantità da quella positivamente prevista”; diversamente, la pe determinata entro i predetti limiti, ma in violazione delle disposizioni dettate dall’art pen. risulta meramente ‘illegittima’ – ma non anche ‘illegale’ – sicché, trattandosi applicata con sentenza ex art. 444 cod. proc. pen., non è ammesso il ricorso per cassazione;
stante l’inammissibilità del ricorso, non ravvisandosi assenza di colpa nella determinazi della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 186 del 13/06/2000), alla condanna ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000 euro in favore della Cassa de ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processu e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 15 dicembre 2023.