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Pena eccessiva: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava una pena eccessiva per furto aggravato. La Corte ha chiarito che la determinazione della pena è una scelta discrezionale del giudice di merito e non può essere contestata in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia manifestamente illogica o la sanzione si avvicini al massimo edittale.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Eccessiva: Quando e Come si Può Contestare la Decisione del Giudice

Un tema ricorrente nelle aule di giustizia è la percezione di una pena eccessiva da parte dell’imputato. Tuttavia, contestare l’entità di una sanzione in Cassazione è un percorso complesso e non sempre percorribile. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i limiti di tale doglianza, sottolineando l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella determinazione della pena e i presupposti per un ricorso ammissibile.

I Fatti del Processo

Il caso in esame ha origine da una condanna per furto aggravato, pronunciata dal Tribunale e confermata in appello. L’imputato era stato condannato a una pena di sei mesi di reclusione e 120,00 euro di multa. Ritenendo la sanzione sproporzionata, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: la manifesta illogicità della motivazione in ordine all’entità della pena irrogata, considerata eccessiva.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di pena eccessiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: la valutazione sull’entità della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Il ricorso per cassazione è un giudizio di legittimità, non un terzo grado di merito. Ciò significa che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, salvo che la decisione impugnata sia viziata da una palese illogicità o da una violazione di legge.

Le Motivazioni: la Discrezionalità del Giudice e l’Onere di Motivazione

La Corte ha ribadito che la doglianza relativa a una pena eccessiva non è, di per sé, un motivo valido per un ricorso in Cassazione. Il Collegio ha spiegato che la scelta del trattamento sanzionatorio è riservata al giudice di merito, il quale la esercita basandosi sui criteri indicati dall’art. 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere del colpevole).

L’obbligo di una motivazione specifica e dettagliata sulla pena scatta solo in determinate circostanze:

1. Quando la sanzione è fissata in una misura prossima al massimo edittale.
2. Quando la pena è sensibilmente superiore alla media.

In tutti gli altri casi, ovvero quando la pena si attesta su valori medi o prossimi al minimo, la motivazione del giudice può essere anche implicita, e la scelta si considera adeguatamente giustificata dal semplice richiamo ai criteri di legge. Nel caso di specie, la pena di sei mesi era ben lontana dal massimo previsto per il furto aggravato, rendendo la scelta del giudice insindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma che le strategie difensive non possono fondarsi sulla semplice speranza di ottenere uno ‘sconto’ di pena in Cassazione. La contestazione sull’entità della sanzione deve essere supportata da argomenti solidi che evidenzino una motivazione manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente da parte del giudice di merito. In assenza di tali vizi, il ricorso volto a lamentare una pena eccessiva è destinato all’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

È possibile contestare in Cassazione una pena ritenuta eccessiva?
Sì, ma solo in casi limitati. Il ricorso è inammissibile se la contestazione riguarda la mera entità della pena, senza che vi sia una motivazione manifestamente illogica o assente. Il giudice di merito ha ampia discrezionalità nella scelta della sanzione.

Quando il giudice deve motivare in modo dettagliato la pena che applica?
Secondo la Corte, una motivazione specifica e dettagliata sulla quantificazione della pena è richiesta solo quando la sanzione si avvicina al massimo previsto dalla legge o è comunque superiore alla media. Per pene vicine al minimo o medie, la motivazione può essere anche implicita.

Cosa succede se il ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso esaminato, tale somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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