LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pena congrua: la discrezionalità del giudice nel merito

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una pena ritenuta eccessiva. La Corte ribadisce che la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Se la sanzione è inferiore alla media edittale, una motivazione sintetica come ‘pena congrua’ è considerata sufficiente, non essendo necessaria una spiegazione dettagliata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Congrua: Quando la Motivazione del Giudice è Sufficiente?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3931/2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: la discrezionalità del giudice nella determinazione della pena e i relativi obblighi di motivazione. Questa decisione chiarisce quando una giustificazione sintetica, come l’espressione pena congrua, è sufficiente e quando, invece, è richiesta un’analisi più dettagliata. Analizziamo insieme questo importante provvedimento.

I Fatti del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente riguardava l’eccessività della pena irrogata. In sostanza, si contestava la decisione del giudice di merito non per vizi di legittimità o errori procedurali, ma per una valutazione ritenuta troppo severa nella quantificazione della sanzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: la graduazione della pena è un’attività che rientra pienamente nella discrezionalità del giudice di merito. Pertanto, un ricorso in Cassazione non può basarsi unicamente sulla contestazione di tale valutazione, a meno che non emerga una manifesta illogicità o una violazione di legge nella motivazione.

Le Motivazioni: la Discrezionalità del Giudice e la ‘Pena Congrua’

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella spiegazione dell’onere argomentativo che grava sul giudice di merito. La Corte chiarisce che il livello di dettaglio richiesto nella motivazione della pena dipende dalla sua collocazione rispetto alla cosiddetta ‘media edittale’, ovvero il punto intermedio tra il minimo e il massimo della pena prevista dalla legge per quel reato.

Secondo gli Ermellini, quando il giudice applica una pena inferiore alla media edittale, l’obbligo di motivazione può considerarsi assolto anche con l’uso di espressioni sintetiche come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’. Queste formule sono ritenute sufficienti a comunicare che il giudice ha ponderato gli elementi previsti dagli articoli 132 e 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del colpevole) e ha ritenuto la sanzione adeguata al caso concreto.

Al contrario, un obbligo di motivazione specifica e dettagliata sorge soltanto quando la pena inflitta è di gran lunga superiore alla media edittale. In tale circostanza, il giudice deve esplicitare in modo approfondito le ragioni che lo hanno indotto a discostarsi così significativamente dal valore medio, giustificando la particolare severità della sanzione applicata.

Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che il giudice d’appello aveva correttamente motivato la sua decisione, rendendo il ricorso manifestamente infondato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame offre importanti spunti pratici per la difesa. In primo luogo, conferma che un ricorso per cassazione basato esclusivamente sulla presunta eccessività della pena ha scarsissime probabilità di successo, specialmente se la sanzione si attesta su livelli inferiori alla media edittale. L’impugnazione deve invece concentrarsi su vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria.

In secondo luogo, la decisione rafforza il potere discrezionale del giudice di merito, riconoscendogli un ampio margine di valutazione nella commisurazione della pena. Per la difesa, ciò significa che gli argomenti volti a ottenere una pena più mite devono essere solidamente presentati e provati già nei gradi di merito, dove la valutazione fattuale è centrale. Attendere il giudizio di legittimità per contestare genericamente l’entità della pena si rivela, come in questo caso, una strategia inefficace.

Quando un giudice deve motivare dettagliatamente l’entità della pena?
Secondo la Corte di Cassazione, una motivazione specifica e dettagliata è necessaria solo quando la pena inflitta è di gran lunga superiore alla misura media prevista dalla legge per quel tipo di reato.

È possibile fare ricorso in Cassazione sostenendo che la pena è troppo alta?
No, un ricorso basato unicamente sulla generica doglianza dell’eccessività della pena è inammissibile. La determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, salvo vizi di legge o illogicità manifesta della motivazione.

Cosa significa l’espressione ‘pena congrua’ in una sentenza?
Significa che il giudice ha ritenuto la pena adeguata e proporzionata al fatto commesso. Questa espressione è considerata una motivazione sufficiente quando la pena applicata è inferiore alla media edittale, ovvero al valore intermedio tra il minimo e il massimo previsto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati