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Patteggiamento: remissione querela annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento per maltrattamenti e lesioni. La decisione si fonda sulla remissione della querela per il reato di lesioni, intervenuta durante il ricorso. Questo evento ha determinato l’estinzione del reato e, di conseguenza, l’annullamento dell’intera sentenza, prevalendo su altre questioni procedurali. La Corte ha anche ribadito l’illegittimità della condanna alle spese della parte civile quando il patteggiamento avviene nella fase delle indagini preliminari.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento Annullato: L’Effetto Decisivo della Remissione di Querela

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21947/2024) offre spunti cruciali sul rito del patteggiamento, chiarendo l’impatto di eventi successivi alla sentenza, come la remissione di querela. Il caso analizzato dimostra come questo atto possa portare all’annullamento completo dell’accordo di pena, anche quando il processo è giunto al suo ultimo grado di giudizio. La decisione ribadisce inoltre importanti principi sulla costituzione di parte civile in questa procedura speciale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imputato che aveva concordato con il pubblico ministero una pena (patteggiamento) per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’accordo era stato raggiunto durante la fase delle indagini preliminari. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva ratificato l’accordo, emettendo la sentenza e condannando l’imputato anche al pagamento delle spese legali in favore della parte civile, che si era costituita nel corso dell’udienza.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. L’illegittimità della condanna al pagamento delle spese della parte civile, poiché l’accordo era stato raggiunto prima dell’esercizio dell’azione penale, in un’udienza in cui la costituzione della parte civile non sarebbe stata ammessa.
2. Un presunto errore del giudice nel non aver accolto la sua richiesta di sostituire la pena detentiva concordata con i lavori di pubblica utilità.
3. La sopravvenuta remissione della querela da parte della persona offesa per il reato di lesioni personali, ritualmente accettata dall’imputato.

L’Analisi della Corte e la Procedura di Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza senza rinvio. L’elemento determinante è stato il terzo motivo, relativo alla remissione della querela, che ha assorbito le altre questioni. Tuttavia, la Corte ha colto l’occasione per chiarire anche gli altri punti.

Sul primo motivo, i giudici hanno confermato un principio consolidato: quando il patteggiamento viene richiesto e definito durante le indagini preliminari, l’udienza fissata dal giudice serve solo a valutare l’accordo tra imputato e PM. In questa sede, non è consentita la costituzione di parte civile. Di conseguenza, la condanna al pagamento delle relative spese è illegittima.

Sul secondo motivo, la Corte ha precisato che, secondo la nuova disciplina (d.lgs. 150/2022), la richiesta di pene sostitutive deve essere parte integrante dell’accordo originario e non può essere avanzata in un secondo momento. L’accordo deve specificare ab origine se la pena applicata sarà detentiva, pecuniaria o sostitutiva. Non è possibile scindere le due fasi.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della decisione risiede nell’accoglimento del terzo motivo di ricorso. La remissione della querela per il reato di lesioni personali, accettata dall’imputato mentre il ricorso era pendente in Cassazione, ha avuto un effetto dirompente. La Corte ha verificato che il reato di lesioni, così come contestato, era procedibile a querela di parte, non essendo presenti aggravanti che ne imponessero la procedibilità d’ufficio.

Applicando un principio sancito dalle Sezioni Unite (sent. n. 24246/2004, Chiasserini), la Corte ha stabilito che la remissione di querela, se ritualmente perfezionata, determina l’estinzione del reato. Questa causa di estinzione prevale su eventuali altre cause di inammissibilità del ricorso e deve essere rilevata e dichiarata in ogni stato e grado del procedimento, inclusa la fase di legittimità.

L’estinzione di uno dei reati oggetto del patteggiamento ha reso invalido l’intero accordo di pena, che era stato calibrato sulla base di entrambi i capi di imputazione. Non essendo possibile per la Cassazione ‘ricalcolare’ la pena, l’unica soluzione è stata l’annullamento totale della sentenza.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero presso il Tribunale di Velletri. In pratica, il procedimento penale torna alla sua fase iniziale. L’imputato e il pubblico ministero avranno la possibilità di rinegoziare un nuovo patteggiamento solo per il reato residuo (maltrattamenti in famiglia), oppure il procedimento potrà seguire il suo corso ordinario. Questa sentenza sottolinea la forza della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela e chiarisce i confini procedurali per la richiesta di pene sostitutive nel contesto del rito premiale.

È possibile condannare l’imputato a pagare le spese della parte civile in un patteggiamento definito durante le indagini?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nella sentenza, nell’udienza fissata a seguito di una richiesta di patteggiamento presentata nel corso delle indagini preliminari non è consentita la costituzione di parte civile. Di conseguenza, è illegittima la condanna dell’imputato al pagamento delle spese sostenute dal danneggiato.

La remissione della querela accettata dall’imputato può annullare una sentenza di patteggiamento già emessa?
Sì. Se la remissione della querela interviene mentre è pendente il ricorso per cassazione e viene ritualmente accettata, essa determina l’estinzione del reato (se procedibile a querela). Questa causa estintiva prevale su altre questioni e, invalidando parte dell’accordo sulla pena, comporta l’annullamento dell’intera sentenza di patteggiamento.

Dopo aver raggiunto un accordo di patteggiamento sulla pena detentiva, l’imputato può chiedere di sostituirla con pene alternative?
No. La sentenza chiarisce che, in base alle modifiche legislative (d.lgs. 150/2022), l’accordo di patteggiamento deve indicare fin dall’origine se si chiede l’applicazione di una pena detentiva, pecuniaria o sostitutiva. Non è consentito scindere la fase di determinazione della pena da quella dell’eventuale sostituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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