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Patteggiamento reati tributari: onere della prova

La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso contro una sentenza di applicazione pena, chiarendo le condizioni per il patteggiamento per reati tributari. La Corte ha stabilito che la preclusione al patteggiamento per mancato pagamento del debito non si applica ai reati di omesso versamento. Inoltre, ha affermato che spetta all’imputato, e non al giudice, l’onere di provare eventuali pagamenti parziali per ottenere una riduzione della confisca, in base al principio della ‘vicinanza della prova’.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento Reati Tributari: Chi Deve Provare il Pagamento?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13326 del 2025, fornisce chiarimenti cruciali sulle condizioni di accesso al patteggiamento per reati tributari e sulla ripartizione dell’onere probatorio relativo al pagamento del debito ai fini della confisca. La pronuncia distingue nettamente tra reati dichiarativi e reati di omesso versamento, stabilendo principi importanti per la difesa dell’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza con cui il G.i.p. del Tribunale di Napoli Nord applicava, su richiesta delle parti, una pena concordata a un imprenditore per reati di omesso versamento di ritenute e IVA, previsti dall’art. 10-quater del d.lgs. 74/2000. Oltre alla pena, il giudice disponeva la confisca, anche per equivalente, del profitto dei reati. L’imputato, tramite il proprio difensore, ricorreva per cassazione, lamentando due specifiche violazioni di legge.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su due argomentazioni principali:

1. Ammissibilità del Patteggiamento: Si sosteneva che il patteggiamento non fosse ammissibile senza una preventiva verifica dell’avvenuta estinzione del debito tributario, ritenuta una condizione necessaria ai sensi dell’art. 13-bis, comma 2, del d.lgs. 74/2000.
2. Quantificazione della Confisca: Si contestava la mancata verifica, da parte del giudice, di un eventuale impegno dell’imputato a versare parte dell’imposta evasa, il che avrebbe dovuto limitare l’importo della confisca al solo debito residuo.

Il Patteggiamento per Reati Tributari e la Distinzione tra Delitti

La Corte di Cassazione rigetta il primo motivo di ricorso, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici chiariscono che la preclusione al patteggiamento in caso di mancato pagamento del debito tributario non si applica a tutti i reati fiscali indistintamente.

La norma (art. 13-bis, comma 2) che impone il pagamento come condizione di ammissibilità riguarda esclusivamente i reati dichiarativi più gravi (artt. 2, 3, 4 e 5 del d.lgs. 74/2000). Per queste fattispecie, il pagamento del debito dopo la conoscenza del procedimento penale non estingue il reato, ma attenua solo la gravità del fatto.

Al contrario, per i reati di omesso versamento (come quelli previsti dagli artt. 10-bis, 10-ter e 10-quater), il pagamento integrale del debito determina la non punibilità. Di conseguenza, non può logicamente essere considerato una mera condizione per accedere a un rito premiale come il patteggiamento. Se il debito è pagato, il reato è estinto; se non è pagato, si può procedere, anche con patteggiamento, senza che ciò sia precluso.

Onere della Prova e Confisca: il Principio di ‘Vicinanza della Prova’

Anche il secondo motivo di ricorso viene respinto. La Corte applica il principio della cosiddetta ‘vicinanza della prova’. Una volta che l’accusa ha assolto al proprio onere probatorio, spetta all’imputato allegare e dimostrare fatti a sé favorevoli.

In questo caso, l’imputato non può limitarsi a ipotizzare un parziale pagamento del debito per ottenere una riduzione della confisca. È lui, e non il giudice, ad avere la piena disponibilità della documentazione relativa a eventuali versamenti effettuati. Pertanto, è suo onere portare tali prove all’attenzione del giudice.

Secondo la Corte, sarebbe paradossale pretendere che il giudice, di fronte a un accordo di patteggiamento completo e ammissibile, debba sospendere il procedimento per svolgere d’ufficio accertamenti su pagamenti che l’imputato, rimasto in silenzio, non ha mai menzionato.

Le Motivazioni

La sentenza ribadisce due principi fondamentali. Primo, la disciplina del patteggiamento per reati tributari varia a seconda della tipologia di reato contestato: la condizione del pagamento del debito non è richiesta per i delitti di omesso versamento. Secondo, nel contesto della confisca, l’onere di provare eventuali pagamenti parziali, volti a ridurre l’importo da sequestrare, grava interamente sull’imputato in virtù del principio di vicinanza della prova. Il giudice non ha l’obbligo di effettuare verifiche d’ufficio se l’imputato non fornisce alcun elemento concreto a sostegno della sua tesi difensiva.

Le Conclusioni

La decisione ha importanti implicazioni pratiche. Chi è imputato per reati di omesso versamento può accedere al patteggiamento anche senza aver saldato il debito con l’erario. Tuttavia, se intende ottenere una riduzione della confisca, deve assumere un ruolo attivo, fornendo al giudice la prova documentale di ogni pagamento, anche parziale. La mera ipotesi o l’allegazione generica non sono sufficienti a spostare l’onere probatorio o a imporre al giudice un’attività istruttoria suppletiva.

Il pagamento del debito tributario è sempre una condizione per poter accedere al patteggiamento?
No. Secondo la sentenza, l’obbligo di estinguere il debito come condizione per il patteggiamento si applica solo ai reati dichiarativi più gravi (artt. 2, 3, 4 e 5 del d.lgs. 74/2000), non ai reati di omesso versamento come quello dell’art. 10-quater, per i quali il pagamento estingue il reato stesso.

Se un imputato ha parzialmente pagato il suo debito tributario, come può ottenere una riduzione della somma confiscata?
L’imputato ha l’onere di allegare e documentare attivamente al giudice l’avvenuto pagamento parziale. Non può limitarsi a ipotizzarlo, ma deve fornire la prova, in applicazione del principio di ‘vicinanza della prova’.

Il giudice, in caso di patteggiamento, deve verificare d’ufficio se l’imputato ha pagato parte del debito?
No. Se l’accordo di patteggiamento è ammissibile e l’imputato non fornisce alcuna prova di pagamenti parziali, il giudice non è tenuto a rinviare la decisione per svolgere autonomi accertamenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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