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Patteggiamento in appello: quando è inammissibile

Un imputato, dopo aver concordato la pena in appello per bancarotta fraudolenta, ricorre in Cassazione contestandone la misura. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che il ‘patteggiamento in appello’ è un accordo che, una volta ratificato dal giudice e in assenza di illegalità, non può essere impugnato unilateralmente.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento in Appello: L’Accordo Non si Può Impugnare

L’istituto del patteggiamento in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, consentendo alle parti di accordarsi sulla determinazione della pena nel secondo grado di giudizio. Tuttavia, una volta che tale accordo viene raggiunto e recepito dal giudice, quali sono i limiti all’impugnazione? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, chiarisce un punto fondamentale: il ricorso contro la misura della pena concordata è inammissibile.

I Fatti del Caso: La Condanna e l’Accordo in Appello

Il caso trae origine da una condanna per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. In primo grado, l’imputato era stato ritenuto colpevole e condannato a una determinata pena. Successivamente, nel corso del giudizio di secondo grado dinanzi alla Corte d’Appello, la difesa e l’accusa raggiungevano un accordo sulla pena.

La Corte d’Appello, recependo il concordato, riformava parzialmente la sentenza di primo grado, rideterminando la sanzione nella misura pattuita tra le parti, a fronte della rinuncia dell’imputato agli altri motivi di gravame.

Il Ricorso in Cassazione

Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato, tramite il proprio difensore, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’oggetto della contestazione era proprio la quantificazione della pena irrogata, lamentando vizi nella motivazione della sentenza d’appello su questo specifico punto.

La Decisione della Cassazione sul patteggiamento in appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e basata su principi consolidati della procedura penale.

Le Motivazioni: Il Principio della Non Modificabilità Unilaterale

Il cuore della decisione risiede nella natura stessa del patteggiamento in appello. La Corte ribadisce che tale istituto costituisce un vero e proprio ‘negozio processuale’, ovvero un accordo liberamente stipulato tra le parti (accusa e difesa). Una volta che questo accordo viene consacrato nella decisione del giudice d’appello, esso non può più essere modificato o contestato unilateralmente da una delle parti che lo ha sottoscritto.

Impugnare la misura della pena concordata equivarrebbe a rinnegare un patto processuale già perfezionato, un’azione non consentita dal sistema giuridico. L’accordo, infatti, implica una rinuncia reciproca: l’imputato rinuncia a contestare ulteriormente la propria colpevolezza su altri fronti, in cambio di una pena certa e potenzialmente più mite.

L’Unica Eccezione: La Pena Illegale

La Corte precisa che esiste un’unica, fondamentale eccezione a questa regola: l’impugnazione è ammessa qualora la pena concordata e applicata dal giudice sia ‘illegale’. Si parla di pena illegale quando, ad esempio, essa non rispetta i limiti minimi o massimi previsti dalla legge per quel tipo di reato, o quando vengono applicate sanzioni non contemplate dall’ordinamento. Nel caso di specie, i giudici hanno escluso la presenza di qualsiasi profilo di illegalità nella pena pattuita, rendendo quindi il ricorso privo di fondamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Provvedimento

L’ordinanza della Cassazione rafforza la stabilità e l’efficacia del patteggiamento in appello. La decisione ha importanti implicazioni pratiche:

1. Certezza del Diritto: Le parti che scelgono la via del concordato in appello sanno che, salvo casi eccezionali di illegalità, la pena definita sarà definitiva, evitando ulteriori gradi di giudizio sul punto.
2. Responsabilizzazione delle Parti: La scelta di aderire a un accordo sulla pena deve essere ponderata e consapevole, poiché rappresenta un punto di non ritorno riguardo alla quantificazione della sanzione.
3. Efficienza Processuale: Si evita che lo strumento, pensato per ridurre il carico giudiziario, venga vanificato da ricorsi pretestuosi che mirano a rimettere in discussione accordi già presi.

In definitiva, chi opta per il patteggiamento in appello accetta un pacchetto completo, che include la misura della pena come elemento non più contestabile.

È possibile ricorrere in Cassazione contro la misura della pena decisa con un ‘patteggiamento in appello’?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è inammissibile. L’accordo sulla pena è un negozio processuale che, una volta accettato dal giudice, non può essere modificato unilateralmente da una delle parti.

Esiste qualche eccezione che permette di impugnare una sentenza di patteggiamento in appello?
Sì, l’unica eccezione prevista è l’ipotesi in cui la pena concordata tra le parti sia illegale. In questo specifico caso, la Corte ha ritenuto che la pena non fosse illegale.

Cosa succede se il ricorso contro un patteggiamento in appello viene dichiarato inammissibile?
Come conseguenza della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in 4.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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