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Patrocinio a spese dello Stato: prescrizione e recidiva

Una donna è stata condannata per aver falsamente dichiarato i redditi familiari al fine di ottenere il patrocinio a spese dello Stato. In Cassazione, il suo ricorso è stato accolto limitatamente alla contestazione sulla recidiva. Tale accoglimento ha comportato la rideterminazione del termine di prescrizione, risultato ormai decorso, portando all’annullamento della sentenza per estinzione del reato.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione annulla per prescrizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato una condanna per falsa dichiarazione finalizzata all’ottenimento del Patrocinio a spese dello Stato, facendo luce sull’importanza di una corretta motivazione in tema di recidiva e sulle sue conseguenze dirette sul decorso della prescrizione. Questo caso offre spunti cruciali per comprendere come cavilli procedurali e sostanziali possano determinare l’esito di un processo penale.

I Fatti del Caso: Una Dichiarazione Reddituale Incompleta

La vicenda riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002. L’accusa era di aver presentato, nel 2013, un’autocertificazione non veritiera per essere ammessa al Patrocinio a spese dello Stato. Nello specifico, aveva dichiarato un reddito familiare per l’anno 2012 pari a 4.466,00 euro, a fronte di un reddito effettivo accertato dalla Guardia di Finanza di 18.713,21 euro.

La discrepanza derivava dall’omessa dichiarazione di diverse fonti di reddito:
* Pensione Inail percepita dal marito.
* Prestazione di disoccupazione non agricola erogata dall’Inps al marito.
* Una prestazione economica percepita dalla stessa imputata.

Il Ricorso in Cassazione e le argomentazioni della difesa

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione basato su due motivi principali.

1. Vizio di motivazione sull’elemento soggettivo (dolo): La ricorrente sosteneva di essersi affidata a un CAF per la redazione della documentazione e che l’errore non fosse intenzionale, ma frutto di un’errata compilazione basata su un certificato Isee a sua volta errato. A suo avviso, mancava la prova della ‘coscienza e volontà’ di frodare lo Stato.

2. Violazione di legge sulla recidiva: La difesa contestava la motivazione con cui i giudici di merito avevano riconosciuto la recidiva infraquinquennale, ritenendola generica e apparente. Si sottolineava come la precedente condanna fosse legata a una situazione di grave disagio economico-sociale e che la personalità dell’imputata non fosse incline al delitto, avendo peraltro iniziato un percorso lavorativo stabile.

Le Motivazioni della Suprema Corte: la prescrizione estingue il reato

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il secondo motivo di ricorso, quello relativo alla recidiva. I giudici hanno osservato che la motivazione della Corte d’Appello sulla sussistenza della recidiva era ‘apodittica e apparente’, in quanto si limitava a fare riferimento a ‘plurime violazioni di eterogenee norme di legge’ senza un’analisi concreta della personalità e della pericolosità sociale della ricorrente.

L’accoglimento di questo motivo ha avuto un effetto determinante sull’intero processo. L’esclusione della recidiva ha infatti comportato una diversa determinazione del tempo necessario a prescrivere il reato. Il reato, commesso il 2 settembre 2013, si è estinto per il decorso del termine massimo di prescrizione di sette anni e sei mesi.

Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato. Questo ha reso superfluo l’esame del primo motivo di ricorso relativo al dolo, poiché la declaratoria di una causa di estinzione del reato prevale sull’analisi di eventuali vizi di motivazione della sentenza impugnata, a meno che non emerga con evidenza una causa di proscioglimento nel merito (come la prova dell’innocenza), circostanza non riscontrata nel caso di specie.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la motivazione di un provvedimento giudiziario, specialmente su elementi discrezionali come la recidiva, deve essere concreta, specifica e non apparente. Una motivazione carente può essere censurata in Cassazione e, come in questo caso, portare a conseguenze decisive come la dichiarazione di prescrizione del reato. Per i cittadini, resta il monito sull’importanza di prestare la massima attenzione nella compilazione di autocertificazioni, specialmente quando si richiede un beneficio come il Patrocinio a spese dello Stato, poiché la responsabilità penale per le dichiarazioni mendaci è personale.

Perché la condanna per falsa dichiarazione è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché la Corte di Cassazione ha ritenuto illegittima l’applicazione della recidiva da parte della Corte d’Appello. Esclusa la recidiva, il tempo necessario per la prescrizione del reato è risultato essere già trascorso, portando così all’estinzione del reato stesso.

Affidarsi a un CAF per la dichiarazione dei redditi esclude la responsabilità penale in caso di errore?
La sentenza non si pronuncia definitivamente su questo punto, poiché il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione. Tuttavia, le corti di merito avevano ritenuto colpevole l’imputata, considerando l’errore come ‘inescusabile’, suggerendo che l’affidamento a terzi non esonera automaticamente dalla responsabilità penale per dichiarazioni false.

Cosa succede se un reato si prescrive durante il processo in Cassazione?
Se la Corte di Cassazione rileva che il termine di prescrizione è maturato, deve dichiarare l’estinzione del reato e annullare la sentenza di condanna senza rinviare il caso a un altro giudice. Questo avviene a meno che dagli atti non emerga in modo evidente e inconfutabile che l’imputato doveva essere assolto nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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