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Patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per false dichiarazioni nella richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. La Corte ha ribadito che l’omissione di redditi, anche se non determina il superamento della soglia di legge, integra il reato se sorretta da dolo generico, ovvero la coscienza e volontà di presentare una dichiarazione falsa o incompleta. Non è sufficiente una semplice negligenza. L’appello è stato respinto perché non ha fornito nuovi elementi per contrastare la congrua motivazione della corte territoriale.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patrocinio a spese dello Stato: l’omissione di redditi è reato anche sotto soglia

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, e il patrocinio a spese dello Stato è lo strumento che ne garantisce l’effettività per chi non può permettersi i costi di una difesa legale. Tuttavia, l’accesso a questo beneficio è subordinato a requisiti di reddito stringenti, e le dichiarazioni mendaci o incomplete possono avere gravi conseguenze penali. Con l’ordinanza n. 8538/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla questione, chiarendo i contorni del reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002.

I fatti del caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per aver presentato una dichiarazione incompleta al fine di ottenere il patrocinio a spese dello Stato. Nello specifico, l’imputata aveva omesso di dichiarare un reddito di circa 3.600 euro, oltre a quello da lavoro dipendente regolarmente indicato. La difesa aveva proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che l’omissione non fosse intenzionale ma frutto di mera leggerezza e che, in ogni caso, anche sommando il reddito non dichiarato, il totale sarebbe rimasto al di sotto della soglia prevista dalla legge per l’ammissione al beneficio. La questione centrale, dunque, verteva sulla sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo.

La decisione della Corte di Cassazione sul patrocinio a spese dello Stato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia.

In primo luogo, ai fini dell’ammissione al beneficio, rileva ogni componente di reddito, imponibile o meno, in quanto espressione della capacità economica del richiedente. Ciò include anche i redditi di persone conviventi che contribuiscono alla vita in comune.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che il reato di false dichiarazioni si configura anche in caso di omissioni parziali, purché queste riguardino elementi rilevanti per la valutazione delle condizioni di reddito. L’aspetto cruciale, tuttavia, risiede nell’elemento soggettivo.

L’importanza del Dolo Generico nel reato di false dichiarazioni

Il punto cardine della decisione è la distinzione tra dolo e colpa. Per la configurazione del reato previsto dall’art. 95, non è sufficiente una condotta colposa, come una semplice dimenticanza o un errore di controllo. È necessario il dolo generico, che consiste nella coscienza e volontà di presentare una dichiarazione falsa o incompleta. Questo dolo deve essere rigorosamente provato dal giudice.

La Cassazione ha chiarito che il reato non è escluso nemmeno se, a conti fatti, il reddito complessivo reale non supera la soglia di ammissibilità. La falsità della dichiarazione è di per sé penalmente rilevante, in quanto mina il corretto funzionamento del sistema di accesso al beneficio. Tuttavia, in tali casi, il giudice deve compiere una verifica ancora più rigorosa dell’intenzionalità della condotta, per escludere la cosiddetta “inutilità del falso”, ovvero situazioni in cui l’omissione non avrebbe comunque avuto alcun impatto sulla concessione del patrocinio.

Le motivazioni

Nel caso specifico, la Corte territoriale aveva motivato in modo congruo e non contraddittorio, ritenendo che l’omissione di un reddito di oltre 3.600 euro non potesse essere attribuita a semplice “leggerezza”. La ricorrente, secondo la Cassazione, si è limitata a riproporre le medesime censure già esaminate in appello, senza fornire elementi concreti in grado di smontare l’impianto argomentativo della sentenza impugnata. Il ricorso è stato quindi giudicato inammissibile in quanto tendente a una rivalutazione del merito dei fatti, preclusa in sede di legittimità.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: la massima trasparenza è un obbligo inderogabile per chi richiede il patrocinio a spese dello Stato. Le omissioni, anche parziali, possono integrare un reato se sostenute dall’intenzione di nascondere parte della propria capacità economica, indipendentemente dall’effettivo superamento della soglia di reddito. La decisione funge da monito, evidenziando che la giustizia richiede correttezza non solo nell’aula di tribunale, ma anche nelle procedure amministrative che ne consentono l’accesso. La prova rigorosa del dolo rimane il baluardo a tutela del cittadino contro accuse per mere negligenze, ma l’onere della completezza e veridicità della dichiarazione resta un caposaldo del sistema.

Cosa succede se ometto un reddito nella richiesta per il patrocinio a spese dello Stato, pur restando sotto la soglia massima?
Si commette comunque il reato di false dichiarazioni se l’omissione è intenzionale (dolo generico). La legge punisce la falsità o incompletezza della dichiarazione in sé, in quanto mina la trasparenza necessaria per valutare il diritto al beneficio.

Una semplice dimenticanza nella dichiarazione per il gratuito patrocinio è reato?
No, il reato richiede il dolo generico, ovvero la coscienza e la volontà di presentare una dichiarazione non veritiera. Una condotta meramente colposa, come un errore dovuto a negligenza o una semplice dimenticanza, non è sufficiente per integrare il reato, ma l’intenzionalità deve essere esclusa da una rigorosa verifica del giudice.

Quali redditi devono essere dichiarati per ottenere il patrocinio a spese dello Stato?
Devono essere dichiarati tutti i redditi, imponibili e non, in quanto espressivi della capacità economica del richiedente. Inoltre, si deve tener conto anche dei redditi di eventuali familiari conviventi che contribuiscono alla vita in comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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