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Patente Falsa: Quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per l’uso di una patente falsa. La difesa, basata sulla presunta buona fede e sulla particolare tenuità del fatto, è stata respinta. La Corte ha sottolineato che l’uso di una patente falsa da parte di chi non ha superato gli esami di guida costituisce un grave pericolo per la sicurezza stradale, motivo per cui non può essere considerato un reato di lieve entità.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patente Falsa: Inammissibile il Ricorso se si Crea un Pericolo Stradale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso relativo all’uso di una patente falsa, confermando la condanna per un imputato e dichiarando il suo ricorso inammissibile. La decisione offre importanti chiarimenti sulla non applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto quando la condotta genera un grave pericolo per la sicurezza pubblica, come nel caso della circolazione stradale senza aver superato i necessari esami di guida.

I Fatti del Caso

Un cittadino era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Livorno sia in appello dalla Corte di Appello di Firenze per i reati di falsità materiale commessa da privato in certificati e uso di atto falso, previsti dagli articoli 477 e 482 del codice penale. L’imputato era stato trovato in possesso e aveva utilizzato una patente di guida contraffatta.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la patente falsa

La difesa dell’imputato si è articolata su due punti fondamentali, entrambi volti a smontare l’impianto accusatorio e a ottenere un proscioglimento.

Primo Motivo: L’ipotesi della truffa subita

L’imputato ha sostenuto un vizio di motivazione e un’errata valutazione delle prove. A suo dire, non vi era prova del suo concorso nel reato di falsificazione. Egli si è difeso affermando di essere stato a sua volta vittima di una truffa da parte di personale di una scuola guida. Sosteneva di aver fornito in buona fede la propria fotografia e i dati anagrafici, credendo di ottenere un documento legittimo. Tuttavia, questa tesi non è stata ritenuta credibile, in quanto non spiegava come potesse ritenere, sempre in buona fede, di ricevere un documento a cui non aveva diritto non avendo superato gli esami previsti.

Secondo Motivo: La richiesta di particolare tenuità del fatto

In subordine, la difesa ha richiesto il proscioglimento per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis c.p. Si sosteneva che la condotta, nel complesso, fosse di lieve entità e quindi non meritevole di sanzione penale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, e quindi inammissibile, rigettando entrambe le argomentazioni difensive.

In merito al primo motivo, i giudici hanno qualificato la tesi della truffa come una ‘vaga ipotesi alternativa priva di qualsiasi supporto probatorio’. La Corte ha evidenziato la contraddizione logica nel sostenere la buona fede pur avendo ottenuto un documento che l’imputato sapeva di non poter legittimamente ricevere.

Riguardo al secondo motivo sulla patente falsa, la Cassazione ha ritenuto la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. del pari infondata. Richiamando la giurisprudenza delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Tra queste, assumono rilievo le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva correttamente motivato la sua decisione, sottolineando come l’utilizzo di una patente falsa da parte di chi non ha superato gli esami di abilitazione costituisca una fonte di grave pericolo per la circolazione stradale. Questa circostanza è stata ritenuta decisiva per escludere la particolare tenuità del fatto.

Le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione si pone in linea con un orientamento consolidato che valorizza la tutela della sicurezza pubblica. L’ordinanza stabilisce un principio chiaro: la gravità di una condotta non si misura solo dal danno effettivamente prodotto, ma anche dal pericolo che essa crea. Mettersi alla guida senza aver dimostrato, tramite il superamento degli esami, di possedere le competenze necessarie, rappresenta un rischio inaccettabile per l’incolumità altrui. Pertanto, l’uso di una patente falsa non può essere derubricato a fatto di lieve entità. La conseguenza per il ricorrente è stata non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

È possibile essere considerati in buona fede se si ottiene una patente falsa da una scuola guida?
Secondo la Corte, è difficile sostenere la buona fede, poiché la persona dovrebbe essere consapevole di non avere diritto a un documento ufficiale senza aver superato gli esami richiesti dalla legge.

L’uso di una patente falsa può essere considerato un reato di ‘particolare tenuità’?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’utilizzo di una patente falsa da parte di chi non ha superato gli esami di guida crea un grave pericolo per la circolazione stradale, escludendo così la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende (in questo caso, tremila euro). La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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