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Patente falsa: appello inammissibile e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di falsificazione di una patente di guida. L’appello è stato ritenuto generico e riproduttivo di censure già respinte. La Corte ha inoltre confermato il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando come l’uso di una patente falsa crei un potenziale pericolo per la sicurezza stradale, giustificando la condanna.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patente Falsa: La Cassazione Conferma la Condanna e Nega la Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso relativo a una patente falsa, confermando la condanna dell’imputato e dichiarando il suo ricorso inammissibile. La decisione offre importanti spunti di riflessione sui limiti del ricorso in Cassazione e sulla valutazione della gravità del reato, anche quando si tratta di un falso documentale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Ancona, di un individuo per il reato di falsità materiale commessa dal privato in certificati o autorizzazioni amministrative, in relazione all’uso di un atto falso (artt. 477 e 482 c.p.). Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso e aveva utilizzato una patente di guida contraffatta.

L’imputato, nel tentativo di difendersi, aveva sostenuto una versione dei fatti poco credibile, secondo cui la patente sarebbe stata comunque conseguita nel suo paese d’origine, il Pakistan, e che la contraffazione fosse opera del fratello. Questa versione non ha mai convinto i giudici di merito.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Di fronte alla condanna definitiva, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:

1. Errata qualificazione giuridica del fatto: Si chiedeva di derubricare il reato contestato in quello, meno grave, di solo uso di atto falso (art. 489 c.p.), sostenendo di non essere l’autore materiale della falsificazione.
2. Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto: Si contestava la decisione dei giudici di non applicare la causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., che avrebbe evitato la condanna penale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla patente falsa

La Suprema Corte ha respinto entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile con argomentazioni molto chiare.

Sul primo punto, i giudici hanno qualificato le lamentele come generiche e meramente riproduttive di censure già esaminate e correttamente respinte nei precedenti gradi di giudizio. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è un “terzo grado” di merito. Non è possibile chiedere alla Corte di rivalutare le prove o di fornire una lettura alternativa dei fatti, a meno che non si dimostri un travisamento evidente e decisivo della prova, cosa che non è avvenuta. La versione dell’imputato era stata giudicata inattendibile e la Corte ha ritenuto tale valutazione logica e ben motivata.

Sul secondo motivo, relativo alla particolare tenuità del fatto, la Corte lo ha ritenuto manifestamente infondato. Secondo i giudici, per escludere la punibilità non basta guardare al danno immediato, ma è necessaria una valutazione complessa che consideri tutte le peculiarità del caso concreto. Nel caso di una patente falsa, la Corte territoriale aveva correttamente valorizzato l’obiettiva gravità della condotta. L’uso di un documento di guida irregolare, infatti, genera un potenziale pericolo per l’incolumità non solo dell’imputato, ma anche di tutti gli altri utenti della strada. Questo perché fa sorgere un serio dubbio sull’effettiva capacità del possessore di guidare veicoli in sicurezza. Tale pericolo concreto per la sicurezza pubblica è stato ritenuto un elemento ostativo all’applicazione del beneficio della non punibilità.

Le conclusioni: le implicazioni della decisione

Questa ordinanza ribadisce due principi cardine del nostro sistema penale e processuale:

1. I limiti del ricorso in Cassazione: Non si può utilizzare il ricorso in Cassazione per tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti. I motivi devono essere specifici e criticare la logica giuridica della sentenza impugnata, non il merito delle prove.
2. La valutazione della gravità del reato: Anche un reato documentale come quello relativo a una patente falsa può avere implicazioni concrete sulla sicurezza pubblica. La potenziale pericolosità di una condotta è un fattore decisivo che i giudici devono considerare per valutare la tenuità del fatto. La decisione sottolinea che guidare senza averne titolo, o con un titolo falso, non è un’offesa di lieve entità, ma un comportamento che mette a rischio la collettività.

Perché il ricorso per il reato di patente falsa è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e si limitavano a riproporre questioni già valutate e respinte dai giudici di merito, senza individuare vizi logici o giuridici specifici nella sentenza impugnata. In pratica, si trattava di un tentativo non consentito di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

È possibile ottenere la non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in caso di patente falsa?
No, in questo caso la Corte ha stabilito che non è possibile. I giudici hanno ritenuto che la condotta avesse un’obiettiva gravità a causa del potenziale pericolo per la sicurezza pubblica. L’uso di una patente irregolare fa dubitare della reale capacità di guida del conducente, mettendo a rischio l’incolumità sua e degli altri utenti della strada.

Cosa significa che un motivo di ricorso in Cassazione è ‘generico’?
Un motivo di ricorso è considerato ‘generico’ quando non contesta in modo specifico e puntuale le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limita a ripetere le difese già presentate nei precedenti gradi di giudizio o a manifestare un disaccordo generale con la decisione, senza evidenziare un errore nell’applicazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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