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Patente di guida falsa UE: reato e conseguenze

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che aveva qualificato come “tentativo” il reato di un soggetto che aveva presentato una patente di guida falsa rumena (UE) per la conversione. La Suprema Corte ha chiarito che la semplice esibizione del documento falso a un pubblico ufficio integra il reato consumato di uso di atto falso, non un mero tentativo. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce dei corretti principi giuridici, sottolineando la differenza normativa tra patenti UE ed extra-UE.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patente di guida falsa UE: reato consumato, non tentato

L’utilizzo di una patente di guida falsa per ottenere la conversione in un titolo di guida italiano è una questione delicata con importanti conseguenze penali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4560/2024) ha fatto luce su un aspetto fondamentale: la distinzione tra reato tentato e reato consumato quando il documento falso proviene da un Paese dell’Unione Europea. La Corte ha chiarito che la semplice presentazione del documento all’ufficio competente è sufficiente per considerare il reato pienamente realizzato.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Conversione

Il caso ha origine dalla condotta di un cittadino rumeno che ha presentato alla Motorizzazione Civile una dichiarazione per la conversione della sua patente di guida, allegando la copia di un documento che si è poi rivelato falso. L’obiettivo era ottenere un’equipollente patente italiana.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del Procuratore

In primo grado, il Tribunale ha condannato l’imputato, ma ha riqualificato l’accusa originaria (tentato falso per induzione) in quella di tentativo di uso di atto falso. Secondo il giudice di merito, l’azione non si era ancora pienamente consumata.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato questa decisione, ricorrendo direttamente in Cassazione (per saltum). Il Procuratore ha sostenuto due punti principali: primo, la motivazione della sentenza era carente; secondo, il reato doveva essere considerato consumato, e non semplicemente tentato, poiché l’imputato aveva effettivamente “usato” il documento falso presentandolo all’autorità pubblica.

L’Analisi della Cassazione sulla patente di guida falsa UE

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza impugnata. L’analisi dei giudici si è concentrata su due aspetti cruciali: la natura giuridica di una patente UE e il momento esatto in cui si perfeziona il reato di uso di atto falso.

La Disciplina Speciale delle Patenti UE

La Corte ha evidenziato che il Tribunale ha commesso un errore basando la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale superato e, soprattutto, non pertinente al caso di specie. La giurisprudenza citata riguardava patenti extra-UE. Per i documenti di guida rilasciati da uno Stato membro dell’Unione Europea, come la Romania, vige una disciplina speciale.

L’art. 136-bis del Codice della Strada stabilisce una piena equiparazione tra una patente UE e quella italiana. Questo significa che una patente UE ha lo stesso valore legale e probatorio di una patente italiana, anche come documento di riconoscimento (secondo il D.P.R. 445/2000).

Uso di Atto Falso: Quando il Reato è Consumato?

Il punto centrale della decisione riguarda la qualificazione del reato. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il delitto di uso di atto falso è un reato di pericolo. Per la sua consumazione, non è necessario che il colpevole raggiunga lo scopo finale (in questo caso, l’ottenimento della patente italiana). È sufficiente la semplice esibizione o presentazione del documento falso per uno scopo conforme alla sua natura.

Presentare la copia della patente falsa alla Motorizzazione costituisce, a tutti gli effetti, un “uso” del documento, integrando così un reato consumato e non un semplice tentativo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione per l’annullamento si fonda su un duplice errore del giudice di primo grado. In primo luogo, il Tribunale ha applicato principi giuridici relativi a patenti extra-UE a un caso che riguardava una patente comunitaria, ignorando la normativa specifica e la sua piena equiparazione legale. In secondo luogo, ha errato nel qualificare la condotta come “tentativo”. La nozione di “uso di atto falso” comprende qualsiasi modalità di avvalersi del documento, e la semplice esibizione è sufficiente a perfezionare il reato. L’aver preso le mosse da premesse giuridiche errate ha impedito al giudice di merito di inquadrare correttamente i fatti e di applicare la giusta disciplina sanzionatoria.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello. Quest’ultima dovrà riesaminare i fatti alla luce delle corrette coordinate giuridiche fornite dalla Suprema Corte. In particolare, dovrà qualificare il reato come consumato e non tentato, e valutare la fattispecie tenendo conto della specifica disciplina prevista per le patenti di guida rilasciate da Paesi membri dell’Unione Europea. La sentenza sottolinea l’importanza di distinguere attentamente le diverse tipologie di documenti e di applicare i principi consolidati sul momento consumativo dei reati contro la fede pubblica.

Presentare una patente di guida falsa di un paese UE per la conversione è reato?
Sì, la sentenza conferma che tale condotta integra una fattispecie di reato contro la fede pubblica, in particolare l’uso di un atto falso.

Si tratta di un reato tentato o consumato?
Si tratta di un reato consumato. La Corte di Cassazione ha specificato che il reato di “uso di atto falso” si perfeziona con la semplice esibizione del documento all’ufficio pubblico, a prescindere dal fatto che si raggiunga o meno lo scopo finale desiderato (la conversione della patente).

Che differenza c’è tra la falsificazione di una patente UE e una extra-UE?
Una patente rilasciata da uno Stato membro dell’UE, come la Romania, gode di una piena equiparazione legale a quella italiana (art. 136-bis Codice della Strada). Questo la rende un documento con una specifica e più ampia valenza giuridica e probatoria nel territorio nazionale rispetto a una patente extra-UE, con conseguenze sulla qualificazione giuridica del reato di falso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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