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Particolare tenuità: ricorso inammissibile, i motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta a causa della natura della sostanza (cocaina) e delle modalità della condotta, avvenuta in una nota piazza di spaccio. La Corte ha ribadito che tali valutazioni di merito non sono censurabili in sede di legittimità.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta una valvola di sfogo del sistema giudiziario, volta a escludere la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione discrezionale del giudice basata su criteri precisi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5389/2024) offre un chiaro esempio dei limiti di tale istituto e delle ragioni che possono rendere un ricorso inammissibile.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna, confermata in appello, di un soggetto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90. La pena inflitta era di sei mesi di reclusione e 1.000 euro di multa. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e un vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena.

L’inammissibilità del ricorso e la particolare tenuità del fatto

Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non riconoscere la particolare tenuità del fatto. La difesa lamentava una motivazione contraddittoria e illogica su questo punto. La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato tale doglianza, ritenendo la motivazione della sentenza impugnata del tutto immune da censure.

La Corte di merito aveva correttamente escluso la tenuità del fatto basandosi su due elementi cruciali:
1. La natura della sostanza: si trattava di cocaina, uno stupefacente considerato “pesante”.
2. Le modalità della condotta: la cessione e la detenzione erano avvenute in una zona conosciuta alle forze dell’ordine come “nota zona di spaccio”.

Questi fattori, secondo i giudici, impedivano di qualificare il fatto come connotato da una particolare tenuità. La Cassazione ha sottolineato che si tratta di una valutazione di merito, basata sui criteri dell’art. 133 c.p. (gravità del reato), che non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione è logica e coerente, come nel caso di specie.

Altri Motivi di Inammissibilità

Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per gli altri motivi proposti:
Mancata applicazione di un’attenuante: La richiesta di applicare l’attenuante del risarcimento del danno (art. 62, n. 4 c.p.) è stata giudicata inammissibile perché la questione non era mai stata sollevata davanti alla Corte d’Appello. È un principio consolidato che non si possano introdurre nuove questioni per la prima volta in Cassazione.
Trattamento sanzionatorio: Anche le lamentele sulla congruità della pena sono state respinte. La Corte ha ribadito che la determinazione della pena è una valutazione discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la decisione è frutto di un mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, circostanza non riscontrata nel caso in esame, dato che la pena era stata fissata in una misura molto vicina al minimo edittale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Corte di Cassazione si fonda su principi procedurali e sostanziali ben consolidati. In primo luogo, viene riaffermato il confine invalicabile tra il giudizio di merito e quello di legittimità. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici dei gradi precedenti, ma può solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva fornito una spiegazione coerente e giuridicamente fondata per negare la particolare tenuità del fatto, rendendo il ricorso su questo punto infondato.

In secondo luogo, viene ribadito il principio della devoluzione, secondo cui il giudice d’appello (e di conseguenza la Cassazione) può pronunciarsi solo sulle questioni che gli sono state specificamente sottoposte. Introdurre motivi nuovi in Cassazione costituisce una violazione di tale principio e porta inevitabilmente all’inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento conferma che l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto richiede un’analisi attenta di tutti gli indici previsti dalla legge, in particolare le modalità della condotta e l’entità del danno o del pericolo. La natura della sostanza stupefacente e il contesto in cui avviene lo spaccio sono elementi di valutazione decisivi che possono escludere l’applicazione del beneficio. Inoltre, la pronuncia ribadisce l’importanza di una corretta strategia processuale: i motivi di doglianza devono essere sollevati nei gradi di merito, poiché il giudizio di Cassazione non è la sede adatta per rimettere in discussione l’intera vicenda fattuale o per sollevare questioni nuove. La decisione finale di inammissibilità, con la condanna al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende, serve da monito sulla necessità di proporre ricorsi fondati su reali vizi di legittimità e non su un mero dissenso rispetto alla valutazione dei fatti operata dai giudici di merito.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, la particolare tenuità del fatto può essere esclusa quando elementi come la natura della sostanza stupefacente (in questo caso, cocaina) e le modalità della condotta (come lo spaccio in una zona notoriamente dedicata a tale attività) indicano un’offesa non irrilevante.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione un motivo di ricorso non discusso in Appello?
No. La Corte ha ribadito un principio consolidato: le questioni che non sono state devolute alla cognizione del giudice di appello non possono essere dedotte per la prima volta con il ricorso per Cassazione, pena l’inammissibilità del motivo.

La Corte di Cassazione può riesaminare la congruità della pena decisa dai giudici di merito?
No, la valutazione sulla congruità della pena è di competenza esclusiva dei giudici di merito. La Corte di Cassazione può sindacare tale valutazione solo se la determinazione della pena è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico, cosa che non si verifica quando la pena è fissata in misura prossima al minimo edittale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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