LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità: ricettazione e non punibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di un telefono cellulare. Il ricorrente contestava il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), pur avendo ottenuto l’attenuante per fatto di lieve entità (art. 648 c.p.). La Corte ha stabilito che i due istituti non sono sovrapponibili: il valore ‘apprezzabile’ del bene e il danno non esiguo per la vittima impediscono di considerare l’offesa di particolare tenuità ai fini della non punibilità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità: Quando il Fatto Lieve non Esclude la Punibilità

La Suprema Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha offerto un importante chiarimento sulla nozione di particolare tenuità del fatto, delineando una netta distinzione tra l’attenuante specifica prevista per alcuni reati e la causa generale di non punibilità. Il caso, relativo alla ricettazione di un telefono cellulare, dimostra come il riconoscimento di un ‘fatto di particolare tenuità’ ai sensi dell’art. 648 c.p. non implichi automaticamente l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., che esclude la punibilità per reati lievi.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in Corte d’Appello per il reato di ricettazione di un telefono cellulare. I giudici di merito, pur riconoscendo l’ipotesi attenuata del reato, ossia il ‘fatto di particolare tenuità’ previsto dal quarto comma dell’art. 648 del codice penale, negavano all’imputato la concessione della più generale causa di non punibilità per particolare tenuità dell’offesa, disciplinata dall’art. 131-bis c.p.

Ritenendo illogica tale decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che il riconoscimento della lieve entità del fatto avrebbe dovuto necessariamente condurre all’esclusione della punibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. Secondo gli Ermellini, non vi è alcuna contraddizione nella decisione della Corte d’Appello. La valutazione richiesta per l’applicazione dell’attenuante speciale non coincide con quella, più ampia, necessaria per l’applicazione della causa di non punibilità.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la distinzione tra le due ipotesi di particolare tenuità

Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra i due istituti giuridici. La Corte ha chiarito che il ‘benevolo riconoscimento’ dell’ipotesi attenuata della ricettazione (art. 648, comma 4, c.p.) non è in alcun modo in contrasto con il diniego della causa di non punibilità (art. 131-bis c.p.).

La motivazione dei giudici di merito era infatti fondata su un criterio differente: il valore definito ‘apprezzabile’ del bene ricettato (il telefono cellulare) e la presenza di un danno per la persona offesa che non poteva ritenersi ‘esiguo’. Proprio quest’ultimo elemento, il danno non trascurabile per la vittima, è una circostanza che, di per sé, impedisce di qualificare l’offesa complessiva come di particolare tenuità ai fini dell’art. 131-bis c.p.

In altre parole, mentre l’attenuante può riguardare aspetti specifici del singolo reato, la causa di non punibilità richiede una valutazione globale della minima offensività del fatto, che include necessariamente la considerazione del pregiudizio arrecato alla vittima.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’applicazione di un’attenuante per la lieve entità di un reato non comporta un automatico diritto all’esclusione della punibilità. La valutazione per l’art. 131-bis c.p. è autonoma e deve tenere conto di tutti gli indici di gravità del fatto, con particolare riguardo al danno cagionato. La decisione sottolinea come anche beni di uso comune, come uno smartphone, possano avere un valore ritenuto ‘apprezzabile’ dalla giurisprudenza, tale da escludere l’applicazione della causa di non punibilità e confermare la rilevanza penale della condotta.

Il riconoscimento dell’attenuante della particolare tenuità per la ricettazione obbliga il giudice a concedere la non punibilità ex art. 131-bis cod. pen.?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il riconoscimento dell’ipotesi attenuata di cui all’art. 648 cod. pen. non è in contrasto con il diniego della causa di non punibilità, poiché le valutazioni alla base dei due istituti sono diverse e autonome.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché contestava un’illogicità inesistente. La motivazione della Corte d’Appello, che negava la non punibilità a causa del valore apprezzabile del bene e del danno non esiguo per la vittima, è stata considerata corretta e sufficiente.

Quali elementi hanno impedito l’applicazione della causa di non punibilità nel caso specifico?
Gli elementi decisivi sono stati il valore del bene ricettato (un telefono cellulare), definito come ‘apprezzabile’, e la conseguente presenza di un danno per la persona offesa giudicato non ‘esiguo’. Questa circostanza, da sola, è sufficiente a impedire che l’offesa sia considerata di particolare tenuità ai fini dell’art. 131-bis cod. pen.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati