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Particolare tenuità: no se l’abuso è speculativo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati contro la confisca di un immobile abusivo. Nonostante il reato fosse prescritto, la Corte ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità oggettiva e soggettiva dell’operazione. L’intervento, realizzato con finalità puramente speculative, consisteva nella trasformazione di un rustico in due unità abitative in violazione delle norme urbanistiche, dimostrando una premeditazione incompatibile con la tenuità dell’offesa.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: Non applicabile per abusi edilizi speculativi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della particolare tenuità del fatto in materia di abusi edilizi, stabilendo un principio chiaro: quando l’operazione ha un evidente scopo speculativo, la gravità del comportamento esclude la possibilità di beneficiare della non punibilità. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere i limiti di applicazione dell’art. 131-bis del codice penale nel settore urbanistico.

I Fatti del Caso: Da Rustico a Complesso Residenziale

La vicenda giudiziaria ha origine da un’operazione immobiliare complessa. Gli imputati avevano realizzato un intervento di nuova costruzione, trasformando un fabbricato rurale in un immobile totalmente difforme da quello originario, sia per caratteristiche che per volume. L’abuso si era consumato in una zona agricola, dove le leggi regionali e gli strumenti urbanistici consentivano interventi edilizi solo in funzione di tale attività.

L’operazione rivelava un chiaro intento speculativo: dopo l’acquisto di un rustico, erano seguiti un ampliamento, una richiesta di condono, una modifica del progetto per creare due unità abitative e, infine, la suddivisione e la vendita degli immobili come residenze, sebbene formalmente alienati come magazzini. Tale condotta, secondo la Corte, dimostrava una premeditazione finalizzata al profitto, in totale spregio delle normative.

Il Ricorso e la tesi della particolare tenuità del fatto

Nonostante il reato edilizio fosse stato dichiarato prescritto, la Corte di Appello aveva confermato la confisca dei terreni e delle opere abusive. Contro questa decisione, gli imputati hanno proposto ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La difesa sosteneva che, a seguito di una presunta remissione in pristino, il fatto dovesse essere considerato di minima offensività, rientrando così nell’ambito dell’art. 131-bis c.p. Tuttavia, il ricorso è stato giudicato dalla Suprema Corte generico e manifestamente infondato.

I Criteri di Valutazione per la Particolare Tenuità nei Reati Edilizi

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i parametri che il giudice deve considerare per valutare la particolare tenuità del fatto nei reati urbanistici. Questi includono:

* La consistenza dell’intervento (tipologia, dimensioni, caratteristiche costruttive).
* La destinazione dell’immobile.
* L’incidenza sul carico urbanistico.
* L’eventuale contrasto insanabile con gli strumenti urbanistici.
* La totale assenza di titolo abilitativo o il grado di difformità.
* Le modalità di esecuzione dell’intervento.

Anche le condotte successive al reato, come la spontanea demolizione dell’abuso, possono essere considerate ai fini di questa valutazione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Sebbene la motivazione della Corte d’Appello (che aveva escluso la tenuità in base alla ‘natura dell’interesse tutelato’) fosse stata ritenuta non corretta, la Suprema Corte ha affermato che la decisione di non applicare l’art. 131-bis era comunque giustificata implicitamente dalla ricostruzione dei fatti.

Il punto centrale della decisione risiede nella gravità complessiva della condotta, analizzata sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo. L’intervento non era una piccola difformità, ma una nuova costruzione che ha creato un fabbricato totalmente diverso dall’originale, in una zona agricola protetta.

Soprattutto, la Corte ha valorizzato l’atteggiamento di ‘meditata preordinazione a fini speculativi’. L’intera sequenza di azioni – acquisto, ampliamento, richiesta di permessi strumentali, suddivisione e vendita – non lasciava dubbi sull’intento di realizzare un profitto illecito attraverso la violazione sistematica delle norme urbanistiche. Questo elemento soggettivo, unito alla gravità materiale dell’abuso, ha reso il fatto del tutto incompatibile con la nozione di ‘particolare tenuità’.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di grande rilevanza pratica: la finalità speculativa di un abuso edilizio è un indice sintomatico di una gravità tale da precludere l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La premeditazione e la ricerca del profitto illecito denotano un grado di colpevolezza e un’offesa al bene giuridico tutelato (l’ordinato assetto del territorio) che non possono essere liquidati come ‘tenui’. Di conseguenza, anche se il reato è prescritto, la confisca dell’immobile, quale sanzione amministrativa con finalità ripristinatorie, rimane una misura pienamente legittima.

Quando si può applicare la non punibilità per particolare tenuità del fatto in un abuso edilizio?
Si può applicare quando l’offesa è minima, valutando una serie di parametri come la consistenza dell’intervento, la sua destinazione, l’impatto sul carico urbanistico, l’assenza di contrasti insanabili con gli strumenti urbanistici e le modalità di esecuzione. Anche la condotta post-reato, come la demolizione spontanea, è rilevante.

L’intento speculativo dell’abuso edilizio influisce sulla valutazione della particolare tenuità del fatto?
Sì, in modo decisivo. La Corte di Cassazione ha stabilito che un atteggiamento di ‘meditata preordinazione a fini speculativi’ rivela una gravità soggettiva e oggettiva del fatto che è incompatibile con la nozione di ‘particolare tenuità’, escludendone quindi l’applicazione.

La confisca di un immobile abusivo può essere disposta anche se il reato è prescritto?
Sì. La sentenza in esame conferma una decisione in cui, pur essendo intervenuta la prescrizione del reato edilizio, è stata comunque disposta e mantenuta la confisca dei terreni e delle opere abusive, in quanto misura con finalità ripristinatorie dell’ordine urbanistico violato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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