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Particolare tenuità: no se la guida è senza patente

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida senza patente recidiva. La sentenza conferma che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non si applica a questo reato, data la sua natura abituale. Viene inoltre ribadito che l’assenza di precedenti non basta per le attenuanti generiche.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto e guida senza patente: la Cassazione fa chiarezza

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto per deflazionare il sistema penale di fronte a reati di minima offensività, continua a essere oggetto di importanti precisazioni giurisprudenziali. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha escluso la sua applicabilità al reato di guida senza patente, commesso da un soggetto recidivo nel biennio. Questa decisione ribadisce l’importanza del requisito della non abitualità del comportamento e offre spunti di riflessione anche sul riconoscimento delle attenuanti generiche.

I Fatti del Caso

Un giovane automobilista veniva condannato dalla Corte d’Appello di Firenze per il reato previsto dall’art. 116, comma 15, del Codice della Strada. La norma punisce penalmente chiunque, essendo già stato sanzionato in via amministrativa per guida senza patente nei due anni precedenti, commette nuovamente la stessa violazione. La pena era stata rideterminata in un mese e quindici giorni di arresto e 1.500 euro di ammenda.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso in Cassazione basato su tre motivi:
1. La mancata prova della definitività della precedente violazione, elemento costitutivo della recidiva nel biennio.
2. L’erronea esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
3. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo infondati tutti i motivi proposti.

Recidiva nel Biennio: Prova Sufficiente

I giudici hanno definito il primo motivo come generico, sottolineando che la Corte d’Appello aveva correttamente accertato la definitività della precedente contravvenzione. Tale prova emergeva da una nota dei Carabinieri che attestava la mancata proposizione di un ricorso avverso il primo verbale, rendendolo così definitivo e idoneo a integrare il presupposto della recidiva.

Il Diniego della Particolare Tenuità del Fatto: una questione di abitualità

Il cuore della pronuncia riguarda il secondo motivo. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito di non applicare l’art. 131-bis c.p. La motivazione è duplice. In primo luogo, la condotta non poteva essere considerata di speciale tenuità a causa delle sue modalità concrete: l’imputato, infatti, guidava un veicolo sprovvisto anche di copertura assicurativa, creando un grave nocumento per la sicurezza degli altri utenti della strada.

In secondo luogo, e in via dirimente, la Corte ha ribadito un principio consolidato: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile al reato di guida senza patente. La ragione è strutturale: questo reato esiste proprio perché la condotta è ripetuta (recidiva nel biennio). Di conseguenza, manca il requisito fondamentale della “non abitualità del comportamento” richiesto dall’art. 131-bis. La natura stessa del reato si fonda su un comportamento abituale, rendendo logicamente incompatibile l’applicazione dell’istituto.

Attenuanti Generiche: Non un Automatismo

Anche il terzo motivo è stato respinto. La Corte ha ricordato che, a seguito della riforma del 2008, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato con la semplice assenza di elementi positivi di valutazione. Il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente, di per sé, a giustificarne la concessione.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si basa su una rigorosa interpretazione delle norme e su principi giurisprudenziali ormai consolidati. L’inammissibilità del ricorso è la conseguenza della manifesta infondatezza e genericità dei motivi presentati. La Corte ha voluto ribadire che l’istituto della particolare tenuità del fatto ha dei limiti precisi, tra cui l’impossibilità di applicarlo a reati che, per loro stessa definizione, presuppongono un comportamento abituale. Allo stesso modo, le attenuanti generiche non sono un diritto dell’imputato, ma una concessione che richiede la presenza di elementi concreti e positivi che il giudice deve poter valutare.

Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. Primo, chi commette per la seconda volta in due anni l’infrazione di guida senza patente non può sperare di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto, poiché la sua condotta è intrinsecamente “abituale”. Secondo, per ottenere le attenuanti generiche non basta non avere precedenti penali; è necessario che emergano dal processo elementi di segno positivo meritevoli di considerazione. La decisione rafforza la logica del sistema sanzionatorio del Codice della Strada e chiarisce i confini applicativi di istituti fondamentali del diritto penale.

Quando la guida senza patente diventa reato?
La guida senza patente si trasforma da illecito amministrativo a reato quando la stessa violazione viene commessa una seconda volta entro un periodo di due anni (cosiddetta “recidiva nel biennio”).

È possibile beneficiare della particolare tenuità del fatto per il reato di guida senza patente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questo reato presuppone un comportamento abituale (la ripetizione della violazione), che è incompatibile con il requisito della “non abitualità” richiesto dall’art. 131-bis c.p. per l’applicazione della particolare tenuità del fatto.

L’assenza di precedenti penali è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. La giurisprudenza ha chiarito, soprattutto dopo la riforma del 2008, che il solo stato di incensuratezza non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve individuare specifici elementi positivi di valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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