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Particolare tenuità: no se la condotta è abituale

Un automobilista, sorpreso più volte a guidare senza patente, ha impugnato la sua condanna, chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la natura abituale della condotta, dimostrata dalle ripetute violazioni, impedisce l’applicazione di tale beneficio. La Corte ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche a causa della personalità negativa del soggetto.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Guida Abituale Senza Patente: La Cassazione Fa Chiarezza

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, escludendo la punibilità per reati considerati di modesta gravità. Tuttavia, la sua applicazione è soggetta a precisi limiti, tra cui l’assenza di una condotta abituale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio in un caso di guida ripetuta senza patente, offrendo spunti di riflessione fondamentali sui confini di questo beneficio.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per plurime violazioni dell’articolo 116 del Codice della Strada, per aver guidato un veicolo senza aver mai conseguito la patente. Le violazioni erano state commesse in due distinte occasioni a breve distanza di tempo l’una dall’altra. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, contestando la decisione della Corte d’Appello su due fronti principali.

I Motivi del Ricorso: Particolare Tenuità del Fatto e Attenuanti

La difesa ha incentrato il ricorso su due argomenti cardine:

1. Erronea applicazione della legge penale: Si lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, la motivazione dei giudici di merito era illogica e contraddittoria nell’escludere tale beneficio.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si contestava inoltre il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la determinazione della pena, ritenuta eccessiva.

La questione centrale, quindi, era stabilire se una serie di violazioni della stessa norma potesse ancora rientrare in un’ipotesi di fatto tenue e occasionale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e in linea con la giurisprudenza consolidata.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto per Condotta Abituale

Il cuore della decisione risiede nella valutazione del carattere abituale della condotta. I giudici hanno sottolineato che l’imputato non era un trasgressore occasionale. Prima dei due episodi oggetto del processo, era già stato sanzionato in via amministrativa per la stessa infrazione. Successivamente, aveva commesso un’ulteriore violazione, oggetto di un altro procedimento penale. Questa sequenza di comportamenti ha delineato un quadro di condotta abituale, che è una causa ostativa esplicita all’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

La Corte ha richiamato precedenti sentenze secondo cui, in presenza di più reati della stessa indole, il fatto deve essere valutato nella sua “dimensione plurima”. In tale valutazione complessiva, l’eventuale tenuità dei singoli episodi perde di rilevanza. In particolare, per il reato di guida senza patente, la rilevanza penale scatta proprio in caso di recidiva nel biennio. Questo significa che la norma stessa presuppone una non occasionalità del comportamento per configurare il reato, rendendo di fatto incompatibile l’applicazione della particolare tenuità del fatto.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte di Cassazione ha ritenuto che la decisione della Corte d’Appello di non concedere le attenuanti generiche fosse sorretta da una motivazione logica e coerente. I giudici di merito avevano infatti valorizzato la personalità negativa dell’imputato, gravato da numerosi precedenti, e l’entità complessiva dei fatti commessi. La Suprema Corte ha ribadito il principio secondo cui la valutazione sulla congruità della pena e sulla concessione delle attenuanti è un giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità se non viziato da palese illogicità o arbitrarietà, cosa non avvenuta nel caso di specie.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale: la particolare tenuità del fatto non è un beneficio accessibile a chiunque commetta un reato di per sé non grave. Il comportamento complessivo dell’autore del reato è un elemento decisivo. La ripetizione di condotte illecite, anche se singolarmente di modesta entità, configura una “abitualità” che rivela una maggiore pericolosità sociale e una consapevolezza nel violare la legge. Di conseguenza, il sistema giudiziario nega la possibilità di clemenza, confermando la condanna e le relative sanzioni pecuniarie. Questa decisione serve da monito: la persistenza nell’illecito, specialmente in reati come la guida senza patente, preclude la via della non punibilità per tenuità.

Quando può essere esclusa la particolare tenuità del fatto?
Secondo questa ordinanza, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è esclusa quando la condotta dell’imputato è considerata abituale. La Corte valuta non solo il singolo episodio, ma il comportamento complessivo, e la commissione di più reati della stessa indole impedisce l’applicazione del beneficio.

Guidare ripetutamente senza patente è compatibile con la particolare tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che la contravvenzione di guida senza patente diventa reato proprio in caso di ripetizione della condotta nel biennio. Questa caratteristica intrinseca del reato lo rende incompatibile con il requisito della non abitualità del comportamento, necessario per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Per quale motivo sono state negate le circostanze attenuanti generiche in questo caso?
Le circostanze attenuanti generiche sono state negate a causa della personalità negativa dell’imputato, desunta dai suoi plurimi precedenti penali, e dalla gravità complessiva dei fatti. La Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse adeguatamente motivata e non basata su un ragionamento illogico o arbitrario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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