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Particolare tenuità: no se il reato è abituale

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto emessa a favore di un imputato per sostituzione di persona. Il tribunale di primo grado aveva erroneamente ignorato la natura abituale della condotta dell’imputato, che aveva commesso più illeciti dello stesso tipo. La Cassazione ha ribadito che la reiterazione dei reati costituisce un comportamento abituale, condizione che osta all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, annullando la decisione e rinviando per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando la Condotta Abituale Esclude il Proscioglimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto penale: l’istituto della particolare tenuità del fatto non può essere applicato quando la condotta dell’imputato è abituale. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere i limiti di questa causa di non punibilità, introdotta per deflazionare il sistema giudiziario di fronte a reati di minima entità, ma che non può tradursi in un’ingiustificata impunità per chi delinque serialmente.

I Fatti del Caso: Sostituzione di Persona e Contratto Telefonico

Il procedimento nasceva a carico di un individuo accusato di due distinti episodi del reato di sostituzione di persona, previsto dall’art. 494 del codice penale. In particolare, l’imputato aveva indotto in errore una nota compagnia telefonica riguardo l’identità del contraente, sottoscrivendo un contratto fingendosi un’altra persona.

Il Tribunale di primo grado aveva emesso una decisione complessa: per uno dei due capi d’imputazione, aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta remissione di querela; per il secondo, aveva assolto l’imputato applicando la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

L’Errore del Tribunale: Procedibilità d’Ufficio e Abitualità

Il Procuratore Generale ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando due motivi di ricorso cruciali.

In primo luogo, ha evidenziato come il reato di sostituzione di persona sia procedibile d’ufficio e non a querela di parte. Di conseguenza, la remissione della querela era del tutto irrilevante ai fini dell’estinzione del reato, e il Tribunale aveva commesso un chiaro errore di diritto.

In secondo luogo, e con maggior peso, il ricorso ha contestato l’applicazione della particolare tenuità del fatto. Il Tribunale, secondo l’accusa, aveva omesso di considerare uno dei presupposti ostativi previsti dalla norma: il comportamento abituale. La stessa contestazione di due reati della medesima indole avrebbe dovuto indurre il giudice a escludere l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni della Cassazione: I Limiti della Particolare Tenuità

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi del ricorso, annullando la sentenza impugnata e rinviando gli atti al Tribunale per un nuovo giudizio. Le motivazioni della Corte sono un’importante lezione sull’interpretazione e l’applicazione corretta dell’istituto.

Il Reato è Procedibile d’Ufficio

La Corte ha preliminarmente confermato che il reato di cui all’art. 494 c.p. è procedibile d’ufficio. L’errata declaratoria di estinzione del reato per remissione di querela ha quindi viziato la sentenza di primo grado.

La Condotta Abituale Osta all’Art. 131-bis c.p.

Il punto centrale della decisione riguarda l’errata applicazione della particolare tenuità. La Cassazione ha ricordato che la valutazione richiesta dall’art. 131-bis c.p. deve essere complessiva. Non basta guardare all’esiguità del danno o alla lieve entità della singola condotta. È necessario, infatti, verificare l’assenza delle condizioni ostative, tra cui spicca il “comportamento abituale”.

La Corte, richiamando consolidati orientamenti giurisprudenziali, incluse le pronunce delle Sezioni Unite, ha specificato che si considera abituale la condotta di chi ha commesso almeno altri due reati della stessa indole. Nel caso di specie, il Tribunale aveva completamente omesso di motivare su questo aspetto, limitandosi a considerare la lieve pericolosità sociale del fatto, legata alla successiva risoluzione del contratto telefonico. Questa valutazione è stata ritenuta insufficiente e parziale. La reiterazione del comportamento delittuoso, già emergente dagli atti del medesimo procedimento, costituiva un indice chiaro di abitualità che andava attentamente vagliato e che, con ogni probabilità, avrebbe dovuto portare a escludere il proscioglimento.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, stabilendo che il Tribunale dovrà procedere a un nuovo esame del caso. Questa decisione ribadisce che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo. Richiede un’analisi rigorosa di tutti gli indici previsti dalla legge: la modalità della condotta, l’esiguità del danno o del pericolo, il grado della colpevolezza e, soprattutto, l’assenza di un comportamento abituale. Un reato, seppur di per sé lieve, se inserito in un contesto di serialità, perde quel carattere di occasionalità che è il fondamento stesso dell’istituto deflattivo.

Il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) è procedibile d’ufficio o a querela di parte?
La sentenza chiarisce che il reato di sostituzione di persona è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale viene esercitata dallo Stato anche in assenza di una querela da parte della persona offesa, e un’eventuale remissione di querela non estingue il reato.

La particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) si può applicare se un imputato ha commesso più reati della stessa indole?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la commissione di più reati della stessa indole integra il presupposto del “comportamento abituale”, che è una condizione ostativa all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Cosa deve valutare il giudice per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve effettuare una valutazione complessiva che tenga conto non solo della minima offensività del fatto (modalità della condotta, esiguità del danno), ma anche del modesto grado di colpevolezza e, in modo dirimente, dell’occasionalità della condotta. L’assenza di un comportamento abituale è un requisito indispensabile per poter applicare l’art. 131-bis c.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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