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Particolare tenuità: no se i reati sono della stessa indole

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, relativa al reato di resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si basa sulla presenza di precedenti penali dell’imputato per reati connotati da violenza e intimidazione, considerati ‘della stessa indole’ e quindi ostativi all’applicazione del beneficio, in quanto escludono il requisito dell’occasionalità della condotta.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce il peso dei precedenti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua applicazione è soggetta a precisi limiti. Con l’ordinanza n. 22699 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su uno di questi limiti: la presenza di precedenti penali ‘della stessa indole’, ribadendo un principio fondamentale per la valutazione della non abitualità del comportamento.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato contro la decisione della Corte di Appello di Messina, la quale, giudicando in sede di rinvio, aveva confermato il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il reato contestato era quello di resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato sosteneva che il diniego fosse illegittimo, ma la sua tesi non ha convinto i giudici di merito, spingendolo a presentare ricorso per Cassazione.

La Valutazione della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, lo ha dichiarato inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella corretta valutazione operata dalla Corte di merito riguardo al presupposto dell’occasionalità della condotta, requisito indispensabile per poter applicare l’art. 131-bis c.p. I giudici hanno escluso tale occasionalità basandosi sul casellario giudiziario dell’imputato, che riportava precedenti reati caratterizzati da violenza e intimidazione.

Le Motivazioni: quando i precedenti ostacolano la non punibilità

La Corte di Cassazione ha spiegato in modo chiaro perché i precedenti dell’imputato fossero rilevanti. Il concetto di ‘reati della stessa indole’, richiamato per l’applicazione della particolare tenuità del fatto, non richiede che i reati siano identici. Al contrario, come stabilito da una giurisprudenza consolidata, la valutazione deve essere fatta in base a criteri più ampi, come:

1. Il bene giuridico violato: si verifica se i diversi reati offendono lo stesso tipo di interesse protetto dalla legge.
2. Il movente delittuoso: si analizzano le ragioni e le modalità della condotta per individuare caratteristiche fondamentali comuni.

Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva correttamente rilevato che l’imputato aveva commesso in passato altri reati connotati da intimidazione. Questa reiterazione di condotte violente o intimidatorie, anche se relative a fattispecie di reato diverse, dimostra una tendenza a delinquere che è incompatibile con il carattere ‘occasionale’ richiesto per la non punibilità. La decisione della Corte di merito è stata quindi ritenuta logicamente e giuridicamente corretta, senza alcuna censura possibile.

Conclusioni: le implicazioni pratiche

Questa ordinanza rafforza un principio chiave: per ottenere il beneficio della particolare tenuità del fatto, non è sufficiente che il singolo episodio sia di lieve entità. È necessario che esso rappresenti un evento isolato e occasionale nella vita del soggetto. La presenza di precedenti penali, soprattutto se evidenziano una propensione a commettere reati con modalità simili (come l’uso di violenza o intimidazione), può legittimamente portare il giudice a negare la non punibilità. La valutazione non si ferma alla ‘fotografia’ del singolo reato, ma si estende al ‘film’ della condotta complessiva dell’imputato, come desumibile dal suo casellario giudiziario.

Quando può essere esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
L’applicazione può essere esclusa quando il comportamento non è occasionale. La presenza di precedenti penali per reati ‘della stessa indole’, ovvero che mostrano una comune propensione a delinquere (ad esempio tramite violenza o intimidazione), è un fattore determinante per escludere l’occasionalità e, di conseguenza, il beneficio.

Cosa significa ‘reati della stessa indole’ ai fini della non punibilità?
Significa reati che, anche se formalmente diversi, condividono caratteri fondamentali, come il bene giuridico violato o il movente delittuoso. La valutazione non si basa sull’identità della norma violata, ma sulla sostanza delle condotte, per accertare se rivelano una tendenza criminale specifica del soggetto.

La resistenza a pubblico ufficiale può essere considerata di particolare tenuità?
In linea di principio sì, se l’offesa è minima e la condotta è occasionale. Tuttavia, come dimostra questo caso, se l’autore ha precedenti specifici per reati connotati da violenza o intimidazione, i giudici possono ritenere che la condotta non sia occasionale e quindi negare il beneficio della non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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