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Particolare tenuità: No a rifiuti e condotta prolungata

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per abbandono di rifiuti, che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha confermato la decisione di merito, escludendo il beneficio a causa della notevole quantità e pericolosità dei rifiuti, della loro combustione e della durata prolungata della condotta illecita, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Non per l’Abbandono Prolungato di Rifiuti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità di reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta di tutti gli elementi del caso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i limiti di questo beneficio, specialmente in materia di reati ambientali, chiarendo che una condotta prolungata nel tempo e l’ingente quantità di rifiuti escludono a priori la possibilità di considerarla ‘tenue’.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo per il reato di abbandono di rifiuti. Sul terreno oggetto del procedimento erano stati rinvenuti non solo una considerevole quantità di scarti di vario tipo, ma anche rifiuti classificati come pericolosi. A rendere più grave il quadro vi era la presenza di bidoni metallici, utilizzati per la combustione dei materiali abbandonati. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione e la violazione dell’art. 131-bis c.p., sostenendo che la sua condotta dovesse essere considerata di particolare tenuità del fatto e, quindi, non punibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma stabilisce che il ricorso non aveva i presupposti per essere discusso. La Corte ha ritenuto che le censure mosse dall’imputato fossero una mera riproposizione di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, data la sua colpa nel determinare la causa di inammissibilità.

Le Motivazioni: Indici che Escludono la Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha confermato il ragionamento della Corte di merito. La non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata esclusa sulla base di una valutazione fattuale ritenuta logica e non censurabile in sede di legittimità. Gli elementi decisivi sono stati:
1. Quantità e Tipologia dei Rifiuti: La Corte ha sottolineato come la considerevole quantità e la presenza di rifiuti pericolosi rappresentino un primo, fondamentale, indicatore di un’offesa non lieve.
2. Modalità della Condotta: L’abbandono non era un semplice gesto isolato. La presenza di bidoni metallici per la combustione dei rifiuti ha rivelato un’organizzazione e una modalità operativa che aggravano la condotta.
3. Durata e Abitualità: L’elemento più significativo è stato lo ‘svolgimento prolungato nel tempo’ della condotta. Lo stato dei luoghi, secondo i giudici, lasciava desumere che l’attività illecita non fosse occasionale, ma si protraesse da tempo. Questo fattore è incompatibile con il carattere di esiguità richiesto dalla norma.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di reati ambientali: la valutazione della particolare tenuità del fatto non può limitarsi a un’analisi astratta del reato, ma deve considerare concretamente l’impatto e le caratteristiche della condotta. La decisione chiarisce che l’abitualità, la quantità del materiale illecitamente gestito e la sua pericolosità sono fattori determinanti che possono precludere l’accesso al beneficio della non punibilità. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, il messaggio è chiaro: la tutela dell’ambiente è un bene giuridico che riceve una protezione rafforzata, e le condotte che lo ledono in modo sistematico o significativo non possono essere liquidate come infrazioni di poco conto.

Quando un reato ambientale non può essere considerato di particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, non può essere considerato di particolare tenuità quando la condotta è prolungata nel tempo e riguarda una considerevole quantità di rifiuti, specialmente se pericolosi, o se le modalità, come la combustione, indicano una maggiore gravità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se non si ravvisa un’assenza di colpa nel proporre il ricorso, il ricorrente viene condannato anche al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché la durata nel tempo della condotta è un elemento così importante?
Perché una condotta prolungata o abituale è indice di una maggiore intensità del dolo e di un’offesa più grave al bene giuridico protetto. È incompatibile con il carattere occasionale ed esiguo che deve caratterizzare un fatto per essere definito di ‘particolare tenuità’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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