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Particolare tenuità: irretroattività della legge penale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore contro un’assoluzione per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si basa sulla non punibilità per particolare tenuità del fatto, applicando la legge in vigore al momento del reato, più favorevole all’imputato, e riaffermando il principio di irretroattività della legge penale più severa.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: la Cassazione Sancisce l’Irretroattività della Legge Sfavorevole

Con la sentenza n. 9150/2025, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) in relazione al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole. La decisione offre un importante chiarimento sulla successione delle leggi nel tempo, ribadendo che l’imputato deve essere sempre giudicato secondo la norma più favorevole in vigore al momento della commissione del reato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Ancona che, riformando una decisione di primo grado, aveva assolto un’imputata dai delitti di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La Corte territoriale aveva ritenuto applicabile l’art. 131-bis del codice penale, riconoscendo la particolare tenuità dei fatti contestati e la conseguente non punibilità.

Contro questa decisione, il Procuratore generale presso la Corte di Appello proponeva ricorso per Cassazione. Il motivo del ricorso era uno solo: la violazione di legge, sostenendo che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non fosse applicabile al reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).

La Questione Giuridica e l’Evoluzione dell’Art. 131-bis c.p.

Il cuore della questione risiede nel diritto intertemporale, ovvero quale versione dell’art. 131-bis c.p. dovesse essere applicata al caso di specie. Il reato era stato commesso l’11 dicembre 2018. All’epoca, la norma sulla particolare tenuità del fatto, introdotta nel 2015, non prevedeva esclusioni specifiche per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Successivamente, sono intervenute due importanti modifiche legislative:
1. Decreto Legge n. 53/2019: Ha esplicitamente escluso l’applicabilità dell’art. 131-bis ai reati contro la pubblica amministrazione, tra cui la resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).
2. D.Lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia): Ha riorganizzato la norma, confermando l’esclusione per tali reati in un nuovo comma.

Il Procuratore ricorrente basava la sua tesi sulla normativa attuale, che esclude il beneficio. Tuttavia, la difesa e la stessa Corte di Cassazione hanno dovuto stabilire se questa modifica, palesemente sfavorevole all’imputato, potesse avere efficacia retroattiva.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza della decisione della Corte di Appello. Il ragionamento dei giudici si fonda su un pilastro del nostro ordinamento giuridico: il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, sancito dall’art. 25 della Costituzione.

La Suprema Corte ha chiarito che l’innovazione legislativa del 2019, che ha escluso il reato di resistenza a pubblico ufficiale dall’ambito della particolare tenuità del fatto, rappresenta una modifica in peius, ovvero peggiorativa per l’imputato. Come tale, essa non può essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Al momento del reato (11/12/2018), la legge vigente non prevedeva tale esclusione. Pertanto, la Corte di Appello ha legittimamente applicato la versione dell’art. 131-bis c.p. in vigore all’epoca dei fatti, in quanto disposizione più favorevole al reo.

La Cassazione ha inoltre ricordato che il concetto di “disposizione più favorevole” non si limita alla sola entità della sanzione, ma si estende a tutte le norme che influenzano il trattamento penale complessivo, incluse le cause di non punibilità come quella in esame.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza un principio di civiltà giuridica: la legge penale che introduce un trattamento più severo può avere effetto solo per il futuro. La decisione garantisce certezza del diritto e tutela le garanzie individuali, impedendo che un cittadino possa essere giudicato sulla base di una norma più sfavorevole che non esisteva al momento della sua condotta. Per i reati di resistenza a pubblico ufficiale commessi prima dell’entrata in vigore del D.L. n. 53/2019, i giudici dovranno quindi continuare a valutare caso per caso la possibile applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, senza alcuna esclusione aprioristica.

Una legge penale successiva più severa può essere applicata a un reato commesso in precedenza?
No. In base al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole (art. 25 Cost.), una nuova legge che introduce un trattamento peggiorativo per l’imputato non può essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è sempre escluso dalla particolare tenuità del fatto?
No. Per i reati commessi prima dell’entrata in vigore del D.L. n. 53/2019, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto può essere applicata anche alla resistenza a pubblico ufficiale, poiché la legge dell’epoca, più favorevole, non lo escludeva.

Cosa si intende per “disposizione più favorevole” nel diritto penale?
Si intende non solo la legge che prevede una pena più mite, ma qualsiasi norma che apporti una modifica migliorativa al trattamento complessivo riservato al reo, comprese le cause che escludono la punibilità, come la particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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