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Particolare tenuità fatto: escluso con arma simulata

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La condotta contestata, consistente nell’aver simulato il possesso di un’arma, è stata ritenuta grave a causa dello stress provocato alla persona offesa e del concreto pericolo di una sua reazione, escludendo così la possibilità di considerarla un’offesa di lieve entità.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: Non applicabile se si simula un’arma

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale riguardo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il caso in esame offre uno spunto cruciale per comprendere i limiti di questo istituto, specialmente quando la condotta, pur non concretizzandosi in un danno fisico, genera un grave turbamento e un potenziale pericolo. La Suprema Corte ha chiarito che la simulazione del possesso di un’arma è una circostanza che, per sua natura, impedisce di qualificare il reato come di lieve entità.

I fatti del caso: la simulazione di un’arma

La vicenda processuale trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato per una condotta che consisteva nell’aver simulato la detenzione di un’arma. Questo comportamento aveva generato un notevole stato di stress nella persona offesa, creando al contempo una situazione di pericolo dovuta alla possibile reazione della vittima stessa, spaventata dalla minaccia percepita. La difesa del ricorrente si basava su un unico motivo: la mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, sostenendo che il fatto dovesse essere considerato di particolare tenuità e, quindi, non punibile.

La questione giuridica: i limiti alla particolare tenuità del fatto

L’istituto della particolare tenuità del fatto è stato introdotto per escludere la punibilità di reati che, pur essendo formalmente previsti dalla legge, risultano concretamente inoffensivi o di minima gravità. Per la sua applicazione, il giudice deve valutare sia le modalità della condotta che l’esiguità del danno o del pericolo. Il quesito al centro della decisione della Cassazione era se una condotta minacciosa, basata sulla simulazione di un’arma, potesse rientrare in questa categoria. La Corte d’Appello aveva già risposto negativamente, ritenendo che la simulazione avesse superato la soglia della tenuità, e la Cassazione è stata chiamata a verificare la correttezza di tale ragionamento.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando pienamente la decisione dei giudici di merito. Secondo gli Ermellini, la Corte d’Appello ha assolto correttamente al proprio onere motivazionale, spiegando in modo chiaro e logico perché la condotta dell’imputato non potesse essere considerata di lieve entità. Il punto centrale della motivazione risiede nella valutazione degli effetti concreti del comportamento: la simulazione di possedere un’arma non è un gesto innocuo. Essa ha causato uno stato di stress significativo nella vittima e, soprattutto, ha introdotto un elemento di pericolo concreto, legato alla reazione imprevedibile che una tale minaccia avrebbe potuto scatenare. Questi elementi, lo stress psicologico e il pericolo di reazione, sono stati considerati ostativi al riconoscimento della causa di non punibilità.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

La decisione in commento consolida un orientamento giurisprudenziale volto a interpretare in modo rigoroso i presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La conclusione è chiara: non si può invocare la particolare tenuità del fatto quando la condotta, sebbene non violenta fisicamente, è idonea a creare un allarme sociale e un turbamento psicologico rilevante nella vittima. La simulazione di un’arma, per il suo intrinseco potenziale intimidatorio e per il rischio di escalation che comporta, è un atto che travalica la soglia della tenuità. Di conseguenza, l’imputato ha visto il suo ricorso dichiarato inammissibile e si è trovato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma significativa alla Cassa delle ammende.

Simulare di avere un’arma può essere considerato un fatto di particolare tenuità?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la simulazione di possedere un’arma, causando stress alla vittima e il pericolo di una sua reazione, è un comportamento che osta al riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché l’unico motivo proposto, relativo alla mancata applicazione dell’art. 131-bis cod. pen., era stato già adeguatamente e correttamente respinto dal giudice d’appello con motivazioni logiche e coerenti basate sulla gravità della condotta.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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