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Particolare tenuità e spaccio: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. La Corte ha stabilito che non può essere applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto quando emergono elementi come la collaborazione con un complice, l’organizzazione dell’attività in una nota piazza di spaccio e un quantitativo di droga non trascurabile, sufficiente per 64 dosi.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità e Spaccio di Droga: Quando il Fatto non è Lieve? L’Analisi della Cassazione

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, è spesso al centro di dibattiti giurisprudenziali, specialmente in materia di stupefacenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che la presenza di specifici indici di gravità, anche in un contesto di spaccio qualificato come di lieve entità, può precludere l’accesso a tale beneficio. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso: Condanna per Spaccio di Sostanze Stupefacenti

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità, ai sensi dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. La pena inflitta, all’esito di un giudizio abbreviato, era di sei mesi di reclusione e 1.200 euro di multa.

L’imputato, non soddisfatto della decisione della Corte d’Appello che confermava la sua colpevolezza, ha proposto ricorso per Cassazione. L’unico motivo di appello era funzionale ad ottenere una pronuncia di proscioglimento attraverso il riconoscimento della particolare tenuità del fatto, sostenendo che la sentenza impugnata non avesse adeguatamente motivato l’impossibilità di assolverlo.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità e la Non Applicabilità della Particolare Tenuità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto le censure mosse dall’imputato del tutto prive di specificità e non consentite in sede di legittimità. Il ricorso, infatti, si limitava a contestare genericamente la valutazione dei giudici di merito senza individuare precise violazioni di legge, tentando di ottenere un nuovo esame dei fatti, compito che esula dalle competenze della Cassazione.

La Corte ha poi sottolineato come la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. avesse già ricevuto una risposta puntuale e ben motivata dalla Corte d’Appello.

Gli Elementi Ostativi alla Tenuità del Fatto

La Corte d’Appello aveva evidenziato una serie di elementi che, nel loro complesso, delineavano un quadro di gravità tale da escludere la particolare tenuità della condotta. Questi elementi sono stati pienamente condivisi dalla Cassazione e rappresentano il cuore della decisione:

1. Collaborazione con un correo: L’attività di spaccio non era un’iniziativa isolata, ma veniva svolta in collaborazione con un’altra persona.
2. Ripartizione dei compiti: L’organizzazione prevedeva una precisa divisione dei ruoli, con un soggetto addetto all’incasso del denaro e l’altro al prelievo e alla consegna della sostanza stupefacente.
3. Contesto operativo: Lo spaccio avveniva all’interno di una «nota piazza di spaccio», un luogo notoriamente dedicato a tali attività illecite, indice di una maggiore professionalità e pericolosità.
4. Quantitativo della droga: La sostanza sequestrata (cocaina) era consistente, poiché da essa si potevano ricavare ben 64 dosi medie singole. Di queste, 43 erano state trovate nella diretta disponibilità del ricorrente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha implicitamente confermato il ragionamento dei giudici di merito. La valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può basarsi su un singolo aspetto, ma deve derivare da un’analisi complessiva della condotta e del contesto in cui si è realizzata. Nel caso di specie, la pluralità di indicatori negativi (la collaborazione organizzata, il luogo dell’attività e il quantitativo non trascurabile) ha reso impossibile qualificare il fatto come ‘tenue’. La condotta, sebbene rientrante nell’ipotesi lieve del reato di spaccio, si è dimostrata tutt’altro che un episodio occasionale e di minima offensività, integrando piuttosto un’attività strutturata e inserita in un contesto criminale consolidato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per beneficiare della non punibilità per particolare tenuità, non è sufficiente che il reato contestato sia formalmente ‘lieve’. È necessario che l’intera condotta, valutata in concreto, risulti di minima gravità. La presenza di elementi come l’organizzazione, la complicità e la non irrilevanza del quantitativo di droga sono ostacoli insormontabili all’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La decisione offre quindi un chiaro criterio guida per i tribunali, rafforzando l’idea che la lotta allo spaccio di stupefacenti debba tenere conto non solo della quantità, ma anche delle modalità organizzative che ne aumentano la pericolosità sociale.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità in casi di spaccio?
Secondo questa ordinanza, la particolare tenuità è esclusa quando sono presenti indicatori di gravità come la collaborazione con complici, un’organizzazione con ripartizione dei compiti, lo svolgimento dell’attività in una nota piazza di spaccio e un quantitativo di droga consistente (nel caso specifico, sufficiente per 64 dosi).

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le censure erano generiche, non specifiche e miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione, la quale si occupa solo di questioni di legittimità (corretta applicazione della legge).

La qualificazione del reato come ‘lieve entità’ (art. 73, comma 5) garantisce l’applicazione della particolare tenuità?
No. La Corte chiarisce che, sebbene il reato sia contestato nella sua forma di lieve entità, la presenza di elementi concreti che ne dimostrano una certa gravità, come l’organizzazione e la quantità, impedisce di considerare il fatto di particolare tenuità ai fini dell’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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