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Particolare tenuità e guida pericolosa: no ai benefici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto dopo aver rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. La decisione si basa sulla condotta di guida dell’imputato, giudicata concretamente pericolosa (zigzagava sulla strada e mostrava sintomi di alterazione alcolica), fattore che esclude la possibilità di considerare il reato di lieve entità.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto e guida pericolosa: la Cassazione chiude la porta

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è uno degli argomenti più dibattuti nel diritto penale, specialmente quando si tratta di reati stradali. Con l’Ordinanza n. 5789/2025, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il beneficio non può essere concesso quando la condotta di guida mette concretamente a rischio la sicurezza degli altri utenti della strada, indipendentemente dalla specifica violazione contestata, come il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest.

Il caso: rifiuto dell’alcoltest e guida a rischio

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato per essersi rifiutato di sottoporsi agli accertamenti alcolemici. La sua difesa aveva richiesto l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, sostenendo la lieve entità del reato. Tuttavia, sia in primo grado che in appello, i giudici avevano respinto tale richiesta, basandosi su un giudizio negativo circa la pericolosità della sua guida.

Dai fatti emersi nel processo, era risultato che l’imputato non si era limitato a rifiutare il test. Un testimone aveva riferito di aver visto la sua auto procedere con un’andatura irregolare, zigzagando per un lungo tratto di strada. Al momento del controllo, l’uomo presentava sintomi evidenti di alterazione alcolica, come un alito vinoso e un forte stato di nervosismo. Questi elementi sono stati ritenuti sufficienti per configurare un pericolo concreto e significativo per la circolazione stradale.

La decisione della Corte e la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che il ricorso non presentava nuove argomentazioni, ma si limitava a riproporre le stesse censure già adeguatamente respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno sottolineato la logicità e la correttezza giuridica della sentenza impugnata.

Il punto centrale della pronuncia è la valutazione del pericolo. La Cassazione ha confermato che, per concedere la non punibilità per particolare tenuità del fatto nei reati stradali, il giudice deve accertare che la condotta illecita non abbia generato un contesto concretamente e significativamente pericoloso. In questo caso, la guida irregolare e i sintomi di ubriachezza hanno dimostrato il contrario, rendendo impossibile l’applicazione del beneficio.

Le motivazioni

Le motivazioni dell’ordinanza si allineano all’orientamento consolidato delle Sezioni Unite, le quali hanno chiarito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Non si guarda solo al ‘fatto legale’ (il rifiuto del test), ma al ‘fatto storico’, cioè all’intera situazione reale creata dall’agente.

I giudici hanno evidenziato che la condotta di guida dell’imputato aveva messo in pericolo in maniera non esigua gli altri utenti della strada. L’andatura a zigzag e i sintomi di alterazione alcolica erano indicatori diretti di un pericolo concreto, che va oltre la semplice violazione formale della norma. Pertanto, la condotta complessiva non poteva essere considerata di lieve entità. La Corte ha ribadito che, ai fini della valutazione ex art. 131-bis, è sufficiente soffermarsi sugli elementi ritenuti più rilevanti – in questo caso, la pericolosità della guida – senza dover analizzare tutti i parametri dell’art. 133 del codice penale.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un importante principio di diritto: la sicurezza stradale prevale sull’applicazione di benefici premiali quando la condotta dell’imputato la mette a repentaglio. Per i professionisti del settore e per i cittadini, il messaggio è chiaro: la particolare tenuità del fatto non è un’esenzione automatica. La valutazione del giudice si estende all’intero comportamento tenuto dall’agente, e qualsiasi elemento che dimostri un pericolo concreto per la collettività può precludere l’accesso a questa causa di non punibilità. Anche un reato omissivo come il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest viene analizzato nel contesto della condotta di guida che lo ha preceduto.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto se ci si rifiuta di sottoporsi all’alcoltest?
No, non è possibile se la condotta di guida tenuta dall’imputato ha generato un contesto concretamente e significativamente pericoloso per gli altri utenti della strada. La valutazione non si limita al mero rifiuto, ma considera l’intero comportamento dell’agente.

Cosa valuta il giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto in caso di reati stradali?
Il giudice valuta in modo complesso e congiunto tutte le peculiarità della fattispecie concreta. In particolare, accerta se il fatto illecito abbia creato un pericolo significativo per i beni tutelati, come la sicurezza della circolazione stradale, basandosi sulle modalità della condotta (es. guida a zigzag) e sulle condizioni dell’imputato (es. sintomi di alterazione alcolica).

Quali sono le conseguenze se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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