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Particolare tenuità dell’offesa: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la decisione della Corte d’Appello. La richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità dell’offesa è stata respinta, poiché la valutazione dei fatti e la natura della condotta illecita sono state giudicate sufficienti a escludere tale beneficio, senza necessità di ulteriori accertamenti in sede di legittimità.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità dell’offesa: la Cassazione chiarisce i limiti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui criteri di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità dell’offesa, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. La decisione sottolinea come una valutazione completa e ben motivata dei fatti da parte dei giudici di merito possa precludere l’accesso a tale beneficio, limitando il sindacato della Suprema Corte. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere i confini tra la discrezionalità del giudice e i diritti della difesa.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La difesa del ricorrente puntava, tra gli altri motivi, al riconoscimento della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto commesso. L’obiettivo era ottenere una pronuncia di proscioglimento, sostenendo che l’offesa arrecata fosse talmente esigua da non meritare una sanzione penale.

La Decisione della Corte e la particolare tenuità dell’offesa

La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, la decisione della Corte d’Appello era fondata su un percorso argomentativo ‘ineccepibile’ riguardo alla valutazione dei fatti illeciti contestati. Di conseguenza, non era possibile in sede di legittimità procedere a ulteriori valutazioni per riconoscere l’esimente invocata.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nella riaffermazione di un principio consolidato, richiamando anche una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 13682 del 2016). La Suprema Corte ha chiarito che per escludere la particolare tenuità dell’offesa, è sufficiente che il giudice di merito abbia compiuto una valutazione completa e logicamente coerente degli elementi del caso.

Nel caso specifico, sono state considerate determinanti ‘la natura e le modalità di concretizzazione della condotta illecita’. Questi elementi, secondo la Corte, erano tali da rendere l’offesa non qualificabile come ‘tenue’. Il giudice di legittimità, pertanto, non può sostituire la propria valutazione a quella, ben fondata, del giudice di merito. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende è la diretta conseguenza della dichiarata inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un punto cruciale: l’accesso alla causa di non punibilità ex art. 131-bis c.p. non è un diritto automatico, ma l’esito di una rigorosa valutazione fattuale riservata ai giudici di primo e secondo grado. La Corte di Cassazione interviene solo se la motivazione della sentenza impugnata risulta manifestamente illogica, contraddittoria o carente, ma non per riesaminare nel merito la gravità del fatto. Questa pronuncia serve da monito: un ricorso basato sulla rivalutazione dei fatti, senza evidenziare vizi logico-giuridici nella decisione precedente, è destinato all’inammissibilità, con le relative conseguenze economiche per il ricorrente.

Quando può essere esclusa l’applicazione della particolare tenuità dell’offesa?
Secondo questa ordinanza, l’applicazione può essere esclusa quando la valutazione del giudice di merito sui fatti è considerata ineccepibile e tiene conto della natura e delle modalità concrete della condotta illecita, ritenendole non compatibili con un’offesa di minima entità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti per concedere la particolare tenuità dell’offesa?
No. La decisione chiarisce che la Corte di Cassazione, in quanto giudice di legittimità, non può compiere ulteriori valutazioni sui fatti. Il suo compito è verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, non sostituire il proprio giudizio a quello del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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