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Particolare tenuità dell’offesa: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24272/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso, escludendo l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità dell’offesa. La Corte ha ritenuto che le caratteristiche della condotta illecita dell’imputato non consentissero di qualificare il fatto come di lieve entità, condannandolo al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità dell’offesa: i limiti secondo la Cassazione

L’istituto della particolare tenuità dell’offesa, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale e di proporzionalità della sanzione. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione attenta del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 24272/2025) ci offre un chiaro esempio dei criteri che possono portare a escludere questo beneficio, confermando la condanna di un imputato e dichiarando il suo ricorso inammissibile.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Un individuo, condannato in secondo grado, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa, tra gli altri motivi, alla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità dell’offesa. La difesa sosteneva, in sostanza, che il fatto commesso fosse di gravità talmente lieve da non meritare una sanzione penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta non solo la conferma definitiva della condanna emessa dalla Corte d’Appello, ma anche un’ulteriore sanzione per il ricorrente. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, l’inammissibilità del ricorso ha portato alla condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: quando si nega la particolare tenuità dell’offesa

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui i giudici hanno escluso l’applicabilità dell’articolo 131-bis c.p. La Corte ha stabilito che le specifiche “connotazioni della condotta illecita” dell’imputato non permettevano di configurare un’offesa di particolare tenuità. Questo significa che, al di là del danno formale, le modalità concrete dell’azione e le sue circostanze sono state giudicate sufficientemente gravi da non poter essere considerate irrilevanti dal punto di vista penale.

La Cassazione ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata, inclusa una pronuncia a Sezioni Unite (n. 13682/2016), che ha delineato i criteri per la valutazione della tenuità del fatto. Questa valutazione non si limita alla sola entità del danno o del pericolo, ma comprende anche l’analisi della condotta nel suo complesso e della personalità dell’autore. In questo caso specifico, gli elementi emersi non erano compatibili con il profilo di un illecito “tenue”, rendendo la richiesta della difesa infondata e, di conseguenza, il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la particolare tenuità dell’offesa non è un salvacondotto automatico per reati di modesta entità. La valutazione del giudice è discrezionale e deve basarsi su un’analisi completa e rigorosa di tutti gli aspetti del fatto concreto. La decisione sottolinea come le modalità della condotta siano un elemento cruciale: anche un reato che sulla carta potrebbe sembrare minore può perdere il beneficio della non punibilità se le circostanze in cui è stato commesso rivelano una maggiore gravità. Per i cittadini, ciò significa che non si può fare affidamento sulla lieve entità del reato se il proprio comportamento manifesta un disvalore non trascurabile. Per i legali, è un monito a costruire la richiesta ex art. 131-bis c.p. su argomentazioni solide che tengano conto di tutti gli indici di gravità del reato, come delineati dalla giurisprudenza di legittimità.

Cosa significa ‘particolare tenuità dell’offesa’?
È un principio del diritto penale (art. 131-bis c.p.) secondo cui un reato, pur essendo stato commesso, non viene punito perché l’offesa al bene giuridico protetto è molto lieve e il comportamento del colpevole non è abituale.

Perché in questo caso la Cassazione ha escluso la particolare tenuità dell’offesa?
La Corte ha ritenuto che le specifiche ‘connotazioni della condotta illecita’ dell’imputato, ovvero le modalità concrete con cui è stato commesso il reato, non consentivano di qualificare il fatto come di lieve entità, nonostante la richiesta della difesa.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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