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Particolare tenuità del fatto: va chiesta in primo grado

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per soggiorno illegale. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto deve essere specificamente richiesta nel corso del giudizio di primo grado e non può essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità. Inoltre, ha chiarito che l’incertezza soggettiva sulla regolarità del soggiorno non esclude la colpevolezza per la contravvenzione contestata.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: La Cassazione Ribadisce la Necessità della Richiesta in Primo Grado

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti procedurali in materia di immigrazione e, più in generale, sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La pronuncia sottolinea un principio fondamentale: tale beneficio deve essere espressamente richiesto dalla difesa durante il primo grado di giudizio, non potendo essere sollevato per la prima volta dinanzi alla Corte Suprema.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato dal Giudice di Pace per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, previsto dall’art. 10-bis del D.Lgs. 286/1998. La sua responsabilità penale era stata accertata sulla base della documentazione di polizia, dalla quale emergeva che una sua precedente istanza di protezione internazionale era stata respinta in via definitiva anni prima. Trovandosi quindi privo di un valido titolo di soggiorno, era stato ritenuto colpevole della contravvenzione ascrittagli.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Ottenuta la restituzione nel termine per impugnare, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione basato su due motivi principali:

1. Insussistenza dell’elemento soggettivo del reato: Si sosteneva che l’imputato non fosse a conoscenza dell’esito negativo definitivo della sua richiesta di asilo. Questa incertezza, a dire della difesa, avrebbe dovuto escludere la sua colpevolezza.
2. Mancata applicazione della causa di non punibilità: Si lamentava la violazione di legge per non aver applicato l’art. 34 del D.Lgs. 274/2000, relativo alla particolare tenuità del fatto, sostenendo che ne ricorressero le condizioni.

L’Analisi della Corte e la Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi con argomentazioni nette.

Sul primo punto, i giudici hanno qualificato l’argomento come generico e assertivo. Hanno inoltre ricordato che il reato di soggiorno illegale è una contravvenzione, per la quale è sufficiente la semplice colpa e non è richiesto il dolo. Di conseguenza, l’eventuale ignoranza o incertezza dell’imputato circa l’esito del suo procedimento di asilo non è rilevante per escludere la responsabilità penale.

Il secondo motivo, fulcro della decisione, è stato anch’esso giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che, dall’esame del verbale d’udienza di primo grado, la difesa si era limitata a chiedere l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena. Non era stata formulata alcuna richiesta specifica per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Richiamando un proprio consolidato orientamento, la Corte ha ribadito che tale causa di esclusione della punibilità non può essere dichiarata d’ufficio dal giudice e, soprattutto, non può essere proposta per la prima volta in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Suprema Corte si fonda su un rigoroso rispetto dei principi procedurali. La motivazione evidenzia che la richiesta di applicazione di un beneficio come la particolare tenuità del fatto deve essere parte integrante della strategia difensiva fin dal primo grado. Lasciare questa carta per un eventuale ricorso in Cassazione è una mossa proceduralmente errata e destinata al fallimento. La Corte non può sostituirsi alla difesa nell’individuare le cause di non punibilità applicabili, specialmente quando la legge, come nel procedimento davanti al Giudice di Pace, richiede una specifica deduzione di parte. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, come conseguenza, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un monito importante per gli operatori del diritto. Sottolinea l’importanza di articolare una difesa completa e previdente sin dalle prime fasi del processo. La possibilità di ottenere una declaratoria di non punibilità per particolare tenuità del fatto è uno strumento prezioso, ma il suo utilizzo è subordinato a una tempestiva e specifica richiesta processuale. Omettere tale richiesta nel giudizio di merito preclude definitivamente la possibilità di farla valere nelle successive fasi di impugnazione, con conseguenze irreversibili per l’imputato.

Quando si può chiedere l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la sentenza, la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto deve essere formulata specificamente dalla difesa durante il giudizio di primo grado. Non può essere sollevata per la prima volta in sede di ricorso per cassazione.

L’incertezza sulla regolarità del proprio soggiorno in Italia può giustificare la permanenza illegale?
No. La Corte ha chiarito che il reato di soggiorno illegale è una contravvenzione, per la quale è sufficiente la colpa (negligenza). Pertanto, l’incertezza o la mancata conoscenza dello stato del proprio permesso di soggiorno non esclude la responsabilità penale.

Cosa accade se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, poiché si ritiene che l’impugnazione sia stata proposta in assenza dei presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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