LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: sì alla ricettazione

Un soggetto condannato in appello per ricettazione di beni contraffatti ricorre in Cassazione. La Suprema Corte annulla la sentenza, stabilendo che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) è applicabile anche alla ricettazione, se viene riconosciuta l’attenuante della lieve entità del danno. Tale attenuante, infatti, elimina il minimo edittale della pena, requisito che prima ne ostacolava l’applicazione. Il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione sul punto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Ricettazione: la Cassazione apre alla non punibilità

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato un’importante questione relativa all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di ricettazione. Questa pronuncia chiarisce come, a seguito di un intervento della Corte Costituzionale, anche reati prima esclusi possano beneficiare di questo istituto, a patto che ricorrano specifiche circostanze. Analizziamo insieme i dettagli del caso e la decisione dei giudici.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello per i reati di introduzione e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.). All’imputato era stata inflitta una pena di sette mesi di reclusione e trecento euro di multa, pur avendo beneficiato del riconoscimento di circostanze attenuanti, tra cui quella speciale per la ricettazione di lieve entità (prevista dal comma 4 dell’art. 648 c.p.).

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Una presunta violazione di legge sull’accertamento della responsabilità, sostenendo che la falsificazione dei marchi fosse così grossolana da non poter ingannare nessuno.
2. L’errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), negata dalla Corte d’Appello a causa dei limiti di pena previsti per la ricettazione.

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo inammissibile, confermando che la valutazione sulla capacità ingannatoria dei prodotti contraffatti spetta al giudice di merito. Ha invece accolto il secondo motivo, ritenendolo fondato.

L’Applicazione della Particolare Tenuità del Fatto dopo la Consulta

Il cuore della decisione ruota attorno all’articolo 131-bis del codice penale, che consente di non punire l’autore di un reato quando l’offesa sia di minima entità. Tradizionalmente, l’applicazione di questa norma era preclusa per i reati, come la ricettazione, che prevedono una pena minima nel loro limite edittale.

Tuttavia, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 156 del 2020, ha dichiarato l’illegittimità di questa preclusione per i reati che, pur avendo un massimo edittale elevato, non prevedono un minimo. La difesa ha sostenuto che il riconoscimento dell’attenuante della ricettazione di lieve entità (art. 648, comma 4, c.p.) di fatto elimina il minimo edittale della pena, poiché la sanzione diventa “sino a sei anni” di reclusione, senza un limite inferiore specificato.

L’errore della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva rigettato la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis basandosi su una valutazione errata, ovvero considerando ancora ostativi i limiti di pena previsti dalla norma base sulla ricettazione, senza tener conto dell’effetto prodotto dal riconoscimento dell’attenuante speciale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha affermato che il ragionamento del ricorrente è corretto. Il riconoscimento dell’attenuante speciale per la lieve entità del fatto nella ricettazione ha l’effetto di eliminare il “minimo edittale” dalla cornice di pena. Questo apre la porta all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte di Cassazione ha quindi stabilito che la valutazione della Corte d’Appello era giuridicamente errata.

Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata annullata limitatamente al punto relativo alla mancata concessione del beneficio previsto dall’art. 131-bis c.p. La Corte ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Roma, che dovrà effettuare una nuova valutazione. In questa nuova sede, i giudici dovranno verificare se, oltre al superamento dell’ostacolo formale del limite di pena, sussistano anche i presupposti sostanziali per riconoscere la particolare tenuità del fatto (minima offensività della condotta, assenza di comportamento abituale, ecc.).

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un’importante applicazione dei principi stabiliti dalla Corte Costituzionale nel 2020. Si consolida l’idea che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto debba essere concreta e non basata su automatismi legati ai limiti di pena, soprattutto quando specifiche circostanze attenuanti modificano la cornice sanzionatoria. Per gli operatori del diritto, ciò significa che anche in contesti come la ricettazione di beni di modesto valore, vi è ora uno strumento giuridico in più per garantire una risposta sanzionatoria proporzionata alla reale gravità del fatto commesso.

Quando si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di ricettazione?
La si può applicare quando viene riconosciuta la circostanza attenuante speciale della lieve entità del fatto, prevista dall’art. 648, comma 4, del codice penale. Tale attenuante elimina di fatto il limite minimo di pena, rendendo il reato compatibile con i requisiti dell’art. 131-bis c.p., come chiarito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 156/2020.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello solo su un punto specifico?
La Corte ha annullato la sentenza solo riguardo al diniego dell’applicazione dell’art. 131-bis c.p. perché ha ritenuto errato il ragionamento giuridico della Corte d’Appello su questo specifico aspetto. Ha invece dichiarato inammissibile l’altro motivo di ricorso, relativo all’accertamento della responsabilità. Pertanto, ha rinviato il caso al giudice d’appello affinché riesamini esclusivamente la possibilità di applicare la causa di non punibilità.

L’attenuante della lieve entità nella ricettazione consente sempre l’applicazione della non punibilità?
No, non automaticamente. Il riconoscimento dell’attenuante rimuove solo l’ostacolo formale legato al limite di pena. Il giudice di merito deve comunque verificare in concreto la sussistenza di tutti gli altri presupposti richiesti dall’art. 131-bis c.p., ovvero l’esiguità del danno o del pericolo, la non abitualità del comportamento e la modalità della condotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati