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Particolare tenuità del fatto: ricorso inammissibile

Un individuo, condannato per uso di atto falso, ha presentato ricorso in Cassazione invocando la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile poiché la questione non era stata sollevata nel giudizio d’appello, nonostante la normativa favorevole fosse già in vigore. La decisione sottolinea che le questioni procedurali devono essere tempestivamente dedotte nei gradi di merito.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: perché il ricorso è inammissibile se non la chiedi in appello

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale in materia di particolare tenuità del fatto: la richiesta di applicazione di questa causa di non punibilità non può essere presentata per la prima volta in sede di legittimità se poteva già essere sollevata in appello. Analizziamo insieme questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino condannato in primo grado e in appello per il reato di uso di atto falso, previsto dall’art. 489 del codice penale, con una pena di quattro mesi di reclusione. L’imputato ha deciso di ricorrere alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, ovvero la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

La Questione Giuridica: quando si può invocare la particolare tenuità del fatto

Il fulcro della questione non riguarda la sussistenza o meno della tenuità del fatto, ma un aspetto puramente procedurale. La difesa ha sollevato la questione per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, la normativa di riferimento, resa più favorevole all’imputato da una riforma del 2022, era già pienamente in vigore al momento della celebrazione del processo d’appello.

Questo dettaglio è fondamentale. La Corte doveva stabilire se un motivo di ricorso, basato su una norma esistente e applicabile al momento del giudizio precedente, potesse essere legittimamente introdotto ex novo nel giudizio di legittimità.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato del nostro ordinamento processuale: i motivi di ricorso in Cassazione non possono riguardare questioni che, pur essendo rilevanti, non sono state sottoposte all’attenzione del giudice d’appello. L’articolo 609, comma 3, del codice di procedura penale, infatti, vieta l’introduzione di ‘motivi inediti’ nel giudizio di legittimità.

Il Principio del “Dedotto e Deducibile”

La Corte ha ribadito che, poiché la riforma dell’art. 131-bis c.p. era già in vigore al momento della sentenza d’appello, la difesa aveva l’onere di sollevare la questione in quella sede. Non avendolo fatto, ha perso la possibilità di farlo successivamente. Il ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio nel merito, ma serve a controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti sulla base delle questioni già dibattute.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte sono state chiare e lineari. I giudici hanno spiegato che la possibilità di sollevare per la prima volta in Cassazione l’applicabilità di una norma più favorevole è concessa solo quando tale norma (il cosiddetto ‘novum’) sia entrata in vigore dopo la sentenza impugnata. Nel caso di specie, la legge era già vigente e la difesa avrebbe dovuto farne richiesta durante le conclusioni del giudizio d’appello.

Inoltre, il ricorso è stato giudicato generico. La difesa si è limitata a lamentare la mancata applicazione dell’istituto, senza specificare in che modo, nel caso concreto, i presupposti della particolare tenuità del fatto fossero integrati. Questo ha contribuito a rafforzare la decisione di inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per la pratica forense. Sottolinea l’importanza di una strategia difensiva attenta e tempestiva in ogni fase del processo. La possibilità di beneficiare di istituti favorevoli come la particolare tenuità del fatto dipende non solo dalla sostanza del caso, ma anche dal rispetto delle regole procedurali. Omettere di sollevare una questione rilevante nel momento processuale corretto può precludere definitivamente la possibilità di farla valere, con conseguenze decisive per l’esito del giudizio. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando si può chiedere l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto deve essere richiesta durante i gradi di merito del processo (primo grado o appello). Non può essere sollevata per la prima volta in Cassazione se la legge che la prevede era già in vigore al momento del giudizio d’appello.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se introduce un motivo non discusso in appello?
Sì. Secondo l’ordinanza, un motivo di ricorso è inammissibile se è ‘inedito’, ovvero se la questione legale non è stata sottoposta al giudice d’appello pur avendone la possibilità. Il giudizio di Cassazione non serve a riesaminare il caso, ma a controllare la corretta applicazione della legge sulle questioni già dibattute.

Cosa succede se una legge più favorevole entra in vigore dopo la sentenza d’appello?
In questo caso specifico, definito ‘novum’ normativo, la questione può essere eccezionalmente sollevata per la prima volta in Cassazione. La Corte, se riconosce la sussistenza dei presupposti, può annullare la sentenza. Tuttavia, nel caso esaminato, la legge era già in vigore prima della sentenza d’appello, rendendo il ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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