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Particolare tenuità del fatto: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna per il reato di evasione. Il ricorrente lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, poiché la decisione del giudice di appello era stata motivata in modo logico e coerente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, consentendo di non punire condotte illecite che risultino di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione è rimessa alla valutazione del giudice di merito. Con la recente ordinanza n. 29773/2024, la Corte di Cassazione ribadisce i limiti del proprio sindacato su tale valutazione, dichiarando inammissibile un ricorso basato su una censura ritenuta manifestamente infondata.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato, anziché contestare la propria colpevolezza, ha presentato ricorso per cassazione lamentando unicamente la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, il giudice del gravame avrebbe errato nel non riconoscere la minima gravità della sua condotta.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ovvero non stabilisce se la causa di non punibilità fosse o meno applicabile. Piuttosto, la Corte si è fermata a un livello preliminare, giudicando il motivo del ricorso stesso come non meritevole di essere esaminato.

La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come conseguenza automatica, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Scelta

Il fulcro della decisione risiede nel concetto di ‘manifesta infondatezza’. La Corte Suprema ha osservato che il giudice d’appello aveva già affrontato la questione della particolare tenuità del fatto, fornendo una motivazione ‘logica, coerente e puntuale’ per giustificare il mancato riconoscimento di tale beneficio. In sostanza, la sentenza impugnata spiegava in modo esauriente perché, nel caso specifico, il fatto non potesse essere considerato di lieve entità.

Di fronte a una motivazione adeguata e priva di vizi logici evidenti, il ricorso per cassazione che si limita a riproporre la stessa questione senza evidenziare una specifica illogicità o contraddizione nella decisione del giudice di merito, diventa manifestamente infondato. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio in cui si possono rivalutare i fatti, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: per contestare efficacemente in Cassazione la mancata applicazione della particolare tenuità del fatto, non è sufficiente dissentire dalla valutazione del giudice di merito. È necessario, invece, dimostrare che quella valutazione è viziata da un errore di diritto o da un difetto di motivazione palese e incontrovertibile. Un ricorso che si limita a presentare una diversa interpretazione dei fatti, a fronte di una motivazione logica e completa, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna a spese e sanzioni pecuniarie.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché il motivo presentato, relativo alla mancata applicazione della particolare tenuità del fatto, era manifestamente infondato. Il giudice d’appello aveva già fornito una motivazione logica, coerente e puntuale per la sua decisione.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘manifestamente infondato’?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è così palesemente priva di fondamento giuridico o logico da non meritare nemmeno un esame approfondito nel merito da parte della Corte di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come conseguenza della declaratoria di inammissibilità del suo ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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