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Particolare tenuità del fatto: ricorso generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto pluriaggravato. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta perché il motivo di ricorso è stato ritenuto generico e non adeguatamente argomentato, non contestando efficacemente la valutazione dei giudici di merito sulla non irrisorietà del valore della refurtiva.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando un Ricorso Generico è Inammissibile

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della risposta sanzionatoria. Tuttavia, il suo corretto riconoscimento in sede processuale dipende dalla capacità di presentare argomentazioni specifiche e pertinenti. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 4712/2025) offre un chiaro esempio di come un ricorso generico e indeterminato porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, vanificando la difesa dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per furto pluriaggravato, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per cassazione, affidando le sue speranze a un unico motivo: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Secondo la difesa, il fatto contestato era talmente lieve da non meritare una sanzione penale. Tuttavia, i giudici di merito avevano già valutato questo aspetto, concludendo che il valore della refurtiva non fosse così irrisorio da giustificare l’applicazione dell’istituto.

Il Motivo del Ricorso: Contestare la Particolare Tenuità del Fatto

L’unico motivo di ricorso si concentrava sulla presunta erronea valutazione della Corte d’Appello. La difesa sosteneva che i giudici avessero errato nel non riconoscere la particolare tenuità dell’offesa. Tuttavia, come vedremo, il modo in cui questa contestazione è stata formulata si è rivelato fatale per l’esito del ricorso.

Invece di fornire elementi concreti e specifici per contrastare la motivazione della sentenza impugnata, il ricorrente si è limitato a una critica generica, incentrata su una distinzione terminologica tra ‘irrisorietà’ ed ‘esiguità’ del valore del bene sottratto, senza però sostanziare tale critica.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (ovvero se il fatto fosse o meno di particolare tenuità), ma si ferma a un livello preliminare, quello dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di impugnazione. La Corte ha stabilito che il ricorso non rispettava le prescrizioni dell’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, che impone di enunciare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali.

Genericità e Indeterminatezza dell’Impugnazione

Il primo punto, e il più importante, è la genericità del motivo di ricorso. La Corte ha sottolineato che l’atto di impugnazione era privo degli elementi necessari per consentire al giudice di legittimità di esercitare il proprio sindacato. Il ricorrente non ha indicato specificamente quali passaggi della motivazione della Corte d’Appello fossero illogici o errati, né ha fornito elementi concreti a sostegno della propria tesi. Una semplice affermazione di dissenso, o una critica puramente terminologica, non è sufficiente. È necessario, invece, un confronto puntuale con la decisione impugnata.

Valutazione della Corte d’Appello Logica e Corretta

Il secondo punto riguarda la motivazione della Corte d’Appello. La Cassazione ha ritenuto che la valutazione dei giudici di merito, secondo cui il valore della refurtiva non era ‘irrisorio’, costituisse una motivazione non manifestamente illogica e, quindi, non censurabile in sede di legittimità. La Corte ha inoltre richiamato il principio consolidato secondo cui, per valutare la tenuità dell’offesa ai sensi dell’art. 131-bis c.p., il giudice deve fare riferimento ai criteri dell’art. 133 c.p., ma non è tenuto a esaminarli tutti, essendo sufficiente l’indicazione di quelli ritenuti più rilevanti per il caso specifico.

Le Conclusioni: Requisiti per un Ricorso Efficace

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale del processo penale: un’impugnazione, per essere efficace, deve essere specifica e puntuale. Non basta lamentare un’ingiustizia percepita; è indispensabile articolare una critica precisa, logica e fondata su elementi concreti, che si confronti direttamente con le argomentazioni della sentenza che si intende contestare. In materia di particolare tenuità del fatto, ciò significa dimostrare, attraverso elementi specifici, perché la valutazione del giudice di merito sull’entità dell’offesa sia manifestamente illogica o errata. In assenza di tale specificità, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile quando è generico e indeterminato, ovvero quando è privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale. Ciò accade se non indica specificamente gli elementi che sono alla base della censura, non consentendo così al giudice di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio controllo.

È sufficiente contestare la terminologia usata dai giudici per ottenere l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No, non è sufficiente. L’ordinanza chiarisce che limitarsi a contestare un dato terminologico (nel caso specifico, la non equiparazione tra ‘irrisorietà’ ed ‘esiguità’ del valore) senza contrapporre una motivazione logica e strutturata a quella del giudice di merito, integra un motivo di ricorso generico e quindi inammissibile.

Per applicare l’art. 131-bis cod. pen., il giudice deve analizzare tutti i criteri dell’art. 133 cod. pen.?
No. Secondo i principi giurisprudenziali citati nell’ordinanza, sebbene il giudizio sulla tenuità dell’offesa debba essere effettuato con riferimento ai criteri dell’art. 133 del codice penale, non è necessaria la disamina di tutti gli elementi di valutazione previsti. È sufficiente l’indicazione di quelli che il giudice ritiene rilevanti per il caso concreto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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