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Particolare tenuità del fatto: quando si applica?

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per violazione dell’ordine di allontanamento, rimandando il caso al Giudice di Pace. La Corte ha stabilito che il giudice di merito non ha valutato la richiesta di assoluzione per particolare tenuità del fatto, omettendo di considerare la minima offensività della condotta.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla condanna per violazione dell’ordine di allontanamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38171 del 2024, è intervenuta su un tema di grande rilevanza pratica: l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il caso riguardava un cittadino extracomunitario condannato per non aver ottemperato a un ordine di allontanamento. La Suprema Corte ha annullato la condanna, non perché l’imputato fosse innocente, ma perché il giudice di primo grado aveva completamente ignorato la richiesta della difesa di valutare la minima offensività della sua condotta. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: ogni richiesta difensiva merita una risposta motivata dal giudice.

I Fatti del Caso: L’Ordine di Allontanamento Ignorato

La vicenda ha origine da un provvedimento del Giudice di Pace di Trento, che aveva condannato un cittadino straniero a una multa di 7.000 euro. Il reato contestato era la violazione dell’articolo 14, comma 5, del D.Lgs. 286/1998, per essersi trattenuto nel territorio italiano senza giustificato motivo oltre il termine di 7 giorni fissato dall’ordine di allontanamento emesso dal Questore. L’ordine era stato notificato in seguito a un precedente decreto di espulsione.

Il Ricorso in Cassazione e l’omessa valutazione sulla particolare tenuità del fatto

Contro questa sentenza, il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basandosi su un unico, ma decisivo, motivo. Durante il processo di primo grado, la difesa aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato invocando l’articolo 34 del D.Lgs. 274/2000, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Tuttavia, il Giudice di Pace, nella sua sentenza, non aveva speso una sola parola su questa richiesta, condannando l’imputato senza fornire alcuna motivazione sul perché non ritenesse applicabile tale istituto. Si è trattato, in sostanza, di un vizio di motivazione per omissione di pronuncia su un punto dirimente sollevato dalla difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendolo pienamente. Gli Ermellini hanno evidenziato come il Giudice di Pace avesse effettivamente ignorato la richiesta difensiva, creando una lacuna motivazionale insanabile. La Corte ha colto l’occasione per ribadire i criteri che guidano l’applicazione della particolare tenuità del fatto. Questo istituto non si basa sulla gravità astratta del reato, ma su una valutazione concreta della singola vicenda.

I giudici devono considerare congiuntamente tre elementi:

1. L’esiguità del danno o del pericolo: la condotta deve aver leso in misura minima, quasi insignificante, il bene giuridico protetto dalla norma.
2. L’occasionalità della condotta: il comportamento non deve essere abituale.
3. Il modesto grado di colpevolezza: l’intenzione o la negligenza dell’agente deve essere di lieve entità.

Nel caso specifico, il giudice del rinvio dovrà quindi valutare le circostanze concrete (ad esempio, il tempo trascorso, le ragioni della permanenza, ecc.) per stabilire se l’offesa all’ordine pubblico sia stata così lieve da non meritare una sanzione penale.

Le Conclusioni: Annullamento e Nuovo Processo

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata. Il caso non si chiude qui, ma viene rinviato a un altro Giudice di Pace di Trento per un nuovo giudizio. Questo nuovo giudice avrà un compito preciso: dovrà riesaminare il caso limitatamente al punto omesso, ovvero dovrà valutare, con piena autonomia ma fornendo adeguata motivazione, se sussistono i presupposti per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione sottolinea l’importanza del dovere di motivazione del giudice e il diritto dell’imputato a vedere esaminate tutte le argomentazioni difensive.

Quando un giudice è obbligato a valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice è obbligato a valutare e a motivare la sua decisione in merito quando la difesa ne fa esplicita richiesta nelle sue conclusioni. Omettere tale valutazione costituisce un vizio della sentenza che può portare al suo annullamento.

Quali sono i criteri per riconoscere la particolare tenuità del fatto?
I criteri, da valutare congiuntamente, sono tre: l’esiguità del danno o del pericolo per il bene giuridico tutelato, l’occasionalità della condotta antigiuridica e il modesto grado di colpevolezza del soggetto agente.

Cosa comporta l’annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione in questo caso?
Comporta che la sentenza di condanna viene cancellata e si dovrà celebrare un nuovo processo davanti a un diverso Giudice di Pace. Questo nuovo giudice dovrà decidere nuovamente il caso, ma con l’obbligo specifico di esaminare se la condotta dell’imputato possa essere considerata di particolare tenuità e, quindi, non punibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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