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Particolare tenuità del fatto: quando si applica?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale contro una sentenza di non punibilità per truffa. Il caso riguardava un danno di 150 euro. La Corte ha stabilito che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può limitarsi al solo danno economico, ma deve considerare un insieme di fattori, tra cui le modalità della condotta e la colpevolezza, confermando che l’apprezzamento del giudice di merito su questi aspetti non è sindacabile in sede di legittimità se non per vizi logici.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la guida completa della Cassazione

La particolare tenuità del fatto, introdotta dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta un importante principio di proporzionalità del nostro sistema giuridico, consentendo di non punire reati che, pur essendo formalmente illeciti, risultano di minima offensività. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 8979/2024) offre chiarimenti cruciali sui criteri da adottare per la sua applicazione, sottolineando la necessità di una valutazione complessiva che vada oltre il semplice dato economico del danno.

I Fatti del Caso: Una Truffa di Modesta Entità

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Brescia, che aveva dichiarato un imputato non punibile per il reato di truffa. L’uomo era stato accusato di aver commesso una frode causando un danno patrimoniale alla vittima di 150 euro. Nonostante il fatto costituisse reato, il Tribunale aveva ritenuto applicabile la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Brescia ha proposto ricorso in Cassazione. Secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe errato nel considerare il fatto di lieve entità, sia per la particolare insidiosità della condotta (l’uso di documenti altrui e la falsa denuncia di smarrimento di una carta di pagamento), sia perché il danno, seppur non ingente, non poteva considerarsi irrilevante.

La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del Procuratore Generale inammissibile. I giudici supremi hanno stabilito che il Tribunale di Brescia aveva correttamente applicato i principi che regolano la materia, operando una valutazione completa e logica di tutti gli elementi a disposizione, come richiesto dalla legge.

Le Motivazioni: Oltre il Danno Economico per la Particolare Tenuità del Fatto

La Cassazione ha ribadito che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può essere frammentaria, ma deve derivare da un’analisi complessiva della vicenda. I criteri da considerare sono tre, e devono essere ponderati congiuntamente:

1. Modalità della condotta: come è stato commesso il reato.
2. Esiguità del danno o del pericolo: le conseguenze concrete dell’azione.
3. Grado della colpevolezza: l’intensità dell’intenzione criminale.

Nel caso specifico, il Tribunale aveva riconosciuto che l’importo della truffa (150 euro) era di “contenuta entità”, sebbene non “irrisorio”. Aveva inoltre escluso la “condotta abituale” dell’imputato, un’altra condizione che avrebbe impedito l’applicazione dell’art. 131-bis. Infatti, per configurare l’abitualità sono necessari almeno due precedenti specifici, mentre nel caso in esame ve ne era solo uno, peraltro archiviato per la stessa ragione di tenuità.

I Principi della Sentenza “Tushaj” sull’Art. 131-bis c.p.

La Corte ha richiamato l’importante sentenza a Sezioni Unite “Tushaj” (n. 13681/2016), che ha tracciato le linee guida per l’applicazione di questa norma. Il giudizio sulla tenuità del fatto non riguarda la tipicità del reato, ma il suo disvalore complessivo nel contesto specifico. Si tratta di un’area grigia tra un fatto totalmente inoffensivo (che non costituirebbe reato) e un fatto che, seppur attenuato, merita comunque una sanzione penale.

La Cassazione ha chiarito che il ricorso del Procuratore Generale si concentrava su una diversa valutazione del merito dei fatti, contestando l’apprezzamento del giudice di primo grado. Tale contestazione, però, non è ammissibile in sede di legittimità, dove il controllo della Cassazione è limitato alla violazione di legge e ai vizi logici della motivazione, non a una nuova analisi dei fatti.

Conclusioni: L’Importanza della Visione d’Insieme

Questa sentenza conferma un principio fondamentale: la non punibilità per particolare tenuità del fatto richiede una visione d’insieme. Il giudice non deve fermarsi al solo dato quantitativo del danno, ma è tenuto a esaminare attentamente ogni aspetto della vicenda concreta. La decisione del Tribunale, basata su una motivazione coerente e completa, è stata quindi ritenuta incensurabile, riaffermando l’ampio potere discrezionale del giudice di merito nel valutare la reale offensività di un comportamento criminale.

Per applicare la particolare tenuità del fatto è sufficiente considerare solo l’importo del danno?
No, la valutazione non può basarsi solo sull’entità del danno. È necessario un giudizio complessivo che consideri anche le modalità della condotta (come è stato commesso il reato) e il grado di colpevolezza dell’autore, secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.

Cosa si intende per “condotta abituale” che impedisce la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La condotta abituale, che preclude l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., si configura quando l’imputato ha commesso almeno due reati precedenti della stessa indole. Un solo precedente, peraltro archiviato per la stessa ragione di tenuità, non è sufficiente a integrare l’abitualità.

Il Pubblico Ministero può ricorrere in Cassazione contestando la valutazione del giudice sulla tenuità del fatto?
No, se la contestazione riguarda il merito della valutazione, ovvero come il giudice ha ponderato i vari elementi (danno, condotta, colpevolezza). Il ricorso in Cassazione è ammissibile solo per violazioni di legge o vizi di motivazione (es. motivazione mancante o manifestamente illogica), non per rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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