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Particolare tenuità del fatto: quando non si applica?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante la non applicazione della particolare tenuità del fatto. L’imputato aveva preso un veicolo più volte, usandolo per giorni e restituendolo con un dispositivo elettronico danneggiato. La Corte ha ritenuto la condotta non lieve, confermando la decisione e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la condotta reiterata esclude il beneficio

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità in casi di reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i limiti di questo beneficio, chiarendo come condotte reiterate e dannose non possano essere considerate lievi.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un ricorso presentato da un imputato contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva negato l’applicazione della causa di non punibilità. I fatti contestati erano chiari: l’imputato si era impossessato di un veicolo non una, ma più volte. Inoltre, lo aveva utilizzato per diversi giorni e, al momento della restituzione, un dispositivo elettronico a bordo, necessario per certificare la presenza dell’operatore, risultava danneggiato.

La Decisione della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la decisione dei giudici di merito. Secondo gli Ermellini, la valutazione compiuta dalla Corte d’Appello non era affatto illogica. Anzi, aveva correttamente escluso i presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. proprio in virtù delle specifiche modalità della condotta.

L’analisi della condotta dell’imputato

La decisione si fonda su tre elementi chiave che, nel loro insieme, delineano una condotta tutt’altro che tenue:
1. La Reiterazione: L’impossessamento del veicolo non è stato un episodio isolato, ma un comportamento ripetuto nel tempo.
2. La Durata: L’utilizzo del mezzo si è protratto per diversi giorni, indicando una volontà persistente nell’illecito.
3. Il Danno: La restituzione del veicolo con il dispositivo elettronico danneggiato ha aggiunto un ulteriore elemento di gravità alla condotta.

Questi aspetti, considerati nel loro complesso, hanno portato la Corte a concludere che il fatto non poteva essere qualificato di particolare tenuità.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto che la decisione della Corte d’Appello fosse basata su una valutazione di fatto logica e ben motivata. Non ravvisando alcuna manifesta illogicità nell’escludere la causa di non punibilità, il ricorso è stato giudicato inammissibile. La Suprema Corte ha sottolineato che la particolare tenuità del fatto non può essere invocata quando le modalità della condotta, come la sua ripetitività e la produzione di un danno ulteriore, dimostrano una gravità che supera la soglia della minima offensività richiesta dalla norma. L’insieme di questi elementi ha delineato un quadro incompatibile con i presupposti del beneficio.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio consolidato: l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. richiede un esame completo delle circostanze del caso concreto. La reiterazione della condotta e il danneggiamento di beni sono fattori che pesano significativamente nella valutazione del giudice e possono legittimamente escludere il beneficio della non punibilità. La declaratoria di inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una consistente sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento sanziona i ricorsi infondati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la valutazione dei fatti compiuta dalla Corte d’Appello non fosse manifestamente illogica e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità.

Per quale motivo non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La non punibilità è stata esclusa perché la condotta dell’imputato non è stata ritenuta di lieve entità. Egli si era impossessato più volte del veicolo, lo aveva usato per diversi giorni e lo aveva restituito con un dispositivo elettronico danneggiato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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