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Particolare tenuità del fatto: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per falsità ideologica (art. 483 c.p.) per aver falsamente denunciato lo smarrimento della carta d’identità. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), ribadendo che la valutazione richiede un’analisi complessa della condotta, della colpevolezza e del danno, elementi che nel caso specifico non permettevano di considerare il reato come lieve.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa Denuncia e Particolare Tenuità del Fatto: Quando una Bugia non è Lieve

Una piccola bugia può avere conseguenze penali? La risposta è sì, soprattutto quando viene detta a un pubblico ufficiale e formalizzata in un atto pubblico. Ma cosa succede se il fatto è considerato di minima importanza? Il nostro ordinamento prevede l’istituto della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), una causa di non punibilità che evita il processo per reati minori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci aiuta a capire quando questo beneficio non può essere concesso, delineando i confini tra un illecito minore e un reato a tutti gli effetti.

I Fatti del Caso: Una Denuncia di Smarrimento

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, previsto dall’articolo 483 del codice penale. L’imputata aveva presentato una denuncia di smarrimento della propria carta d’identità, attestando falsamente di averla persa. Successivamente, era emerso che la donna era pienamente consapevole di non aver smarrito il documento al momento della denuncia.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la donna ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Un presunto errore nella valutazione delle prove riguardo la sua responsabilità penale.
2. La mancata concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che il suo comportamento fosse di minima gravità.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, di natura processuale, si fonda sul fatto che i motivi presentati dall’imputata non erano specifici, ma si limitavano a ripetere le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere valido, deve contenere una critica argomentata e puntuale della sentenza impugnata, non una semplice riproposizione delle proprie tesi.

Nonostante l’inammissibilità, la Corte ha comunque analizzato, anche se brevemente, le questioni di merito, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici precedenti.

Le Motivazioni: Perché la Particolare Tenuità del Fatto è Stata Esclusa

Il punto centrale della pronuncia risiede nelle motivazioni che hanno portato a escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non è automatica, ma richiede un’analisi complessa e congiunta di diversi fattori, come stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 13681/2016).

Secondo la Suprema Corte, il giudice deve considerare:
Le modalità della condotta: Come è stato commesso il reato.
Il grado di colpevolezza: L’intensità del dolo o della colpa.
L’entità del danno o del pericolo: Le conseguenze concrete della condotta illecita.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato che l’imputata era ‘pienamente consapevole’ di attestare il falso al momento della denuncia. Dichiarare falsamente lo smarrimento di un documento d’identità non è un’azione banale; integra un reato che mina la fede pubblica e la veridicità degli atti destinati a provare fatti. La piena consapevolezza (dolo intenso) e la natura dell’atto (una denuncia a un’autorità pubblica) sono stati elementi decisivi per escludere che il fatto potesse essere considerato di ‘particolare tenuità’.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre due importanti lezioni. La prima, di carattere processuale, è che un ricorso per cassazione deve essere tecnicamente ben costruito e non può essere una mera ripetizione di doglianze già esaminate. La seconda, di natura sostanziale, è un monito sulla portata dell’art. 131-bis c.p.

La non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un ‘salvacondotto’ per tutti i reati di modesta entità. La sua applicazione è rimessa a una valutazione discrezionale del giudice, che deve ponderare attentamente ogni aspetto della vicenda concreta. Attestare il falso in un atto pubblico, anche se relativo a un fatto apparentemente semplice come lo smarrimento di un documento, è una condotta che l’ordinamento prende molto sul serio, e difficilmente potrà essere considerata così lieve da non meritare alcuna sanzione.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, omettendo di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata.

Perché la falsa denuncia di smarrimento di un documento non è stata considerata un fatto di particolare tenuità?
Non è stata considerata tale perché la valutazione richiesta dall’art. 131-bis c.p. è complessa e deve tenere conto delle modalità della condotta e del grado di colpevolezza. Nel caso specifico, l’imputata era pienamente consapevole di attestare il falso, un elemento che ha impedito di qualificare il fatto come di minima gravità.

Cosa deve valutare il giudice per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133, primo comma, del codice penale, delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno o del pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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