Falsa Denuncia e Particolare Tenuità del Fatto: Quando una Bugia non è Lieve
Una piccola bugia può avere conseguenze penali? La risposta è sì, soprattutto quando viene detta a un pubblico ufficiale e formalizzata in un atto pubblico. Ma cosa succede se il fatto è considerato di minima importanza? Il nostro ordinamento prevede l’istituto della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), una causa di non punibilità che evita il processo per reati minori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci aiuta a capire quando questo beneficio non può essere concesso, delineando i confini tra un illecito minore e un reato a tutti gli effetti.
I Fatti del Caso: Una Denuncia di Smarrimento
Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, previsto dall’articolo 483 del codice penale. L’imputata aveva presentato una denuncia di smarrimento della propria carta d’identità, attestando falsamente di averla persa. Successivamente, era emerso che la donna era pienamente consapevole di non aver smarrito il documento al momento della denuncia.
Contro la sentenza della Corte d’Appello, la donna ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Un presunto errore nella valutazione delle prove riguardo la sua responsabilità penale.
2. La mancata concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che il suo comportamento fosse di minima gravità.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, di natura processuale, si fonda sul fatto che i motivi presentati dall’imputata non erano specifici, ma si limitavano a ripetere le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere valido, deve contenere una critica argomentata e puntuale della sentenza impugnata, non una semplice riproposizione delle proprie tesi.
Nonostante l’inammissibilità, la Corte ha comunque analizzato, anche se brevemente, le questioni di merito, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici precedenti.
Le Motivazioni: Perché la Particolare Tenuità del Fatto è Stata Esclusa
Il punto centrale della pronuncia risiede nelle motivazioni che hanno portato a escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non è automatica, ma richiede un’analisi complessa e congiunta di diversi fattori, come stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 13681/2016).
Secondo la Suprema Corte, il giudice deve considerare:
– Le modalità della condotta: Come è stato commesso il reato.
– Il grado di colpevolezza: L’intensità del dolo o della colpa.
– L’entità del danno o del pericolo: Le conseguenze concrete della condotta illecita.
Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato che l’imputata era ‘pienamente consapevole’ di attestare il falso al momento della denuncia. Dichiarare falsamente lo smarrimento di un documento d’identità non è un’azione banale; integra un reato che mina la fede pubblica e la veridicità degli atti destinati a provare fatti. La piena consapevolezza (dolo intenso) e la natura dell’atto (una denuncia a un’autorità pubblica) sono stati elementi decisivi per escludere che il fatto potesse essere considerato di ‘particolare tenuità’.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza offre due importanti lezioni. La prima, di carattere processuale, è che un ricorso per cassazione deve essere tecnicamente ben costruito e non può essere una mera ripetizione di doglianze già esaminate. La seconda, di natura sostanziale, è un monito sulla portata dell’art. 131-bis c.p.
La non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un ‘salvacondotto’ per tutti i reati di modesta entità. La sua applicazione è rimessa a una valutazione discrezionale del giudice, che deve ponderare attentamente ogni aspetto della vicenda concreta. Attestare il falso in un atto pubblico, anche se relativo a un fatto apparentemente semplice come lo smarrimento di un documento, è una condotta che l’ordinamento prende molto sul serio, e difficilmente potrà essere considerata così lieve da non meritare alcuna sanzione.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, omettendo di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata.
Perché la falsa denuncia di smarrimento di un documento non è stata considerata un fatto di particolare tenuità?
Non è stata considerata tale perché la valutazione richiesta dall’art. 131-bis c.p. è complessa e deve tenere conto delle modalità della condotta e del grado di colpevolezza. Nel caso specifico, l’imputata era pienamente consapevole di attestare il falso, un elemento che ha impedito di qualificare il fatto come di minima gravità.
Cosa deve valutare il giudice per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133, primo comma, del codice penale, delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno o del pericolo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36089 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 36089 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 24/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nata TORINO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 08/11/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NUMERO_DOCUMENTO – Udienza del 24 settembre 2025 – Consigliere COGNOME
Considerato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la condanna della ricorrente per il reato di cui all’art. 483 cod. pe
Ritenuto che il primo motivo di ricorso – che denunzia violazione di legge e vizio motivazione quanto al giudizio di penale responsabilità della ricorrente per travisamento del prova – e il secondo motivo di ricorso – che lamenta, a sua volta, violazione di legge e vizi motivazione in relazione alla mancata concessione della causa di esclusione della punibilità e art. 131 bis cod. pen. – sono inammissibili in quanto fondati su motivi che si risolvono n pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte merito, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, poiché omettono d assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricor (Sez. 2, n. 42046 del 17/07/2019, COGNOME, Rv. 277710; Sez. 3, n. 44882 del 18/07/2014, COGNOME e NOME, Rv. 260608 ; Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009, COGNOME e NOME, Rv. 243838).
Considerato – quanto alla critica circa il giudizio di penale responsabilità – c Corte di merito ha offerto una motivazione puntuale, logica e giuridicamente corretta evidenziando in maniera specifica ed inequivoca come la COGNOME fosse pienamente consapevole di attestare il falso ai momento della presentazione della denuncia di smarrimento della sua cart d’identità (cfr. pag. 3 della sentenza impugnata), con conseguente integrazione del reato di c all’art. 483 cod. pen. e come non dovesse avere credito la tesi della dimenticanza nell segnalazione del ritrovamento del documento (Pag. 3 della sentenza impugnata).
Considerato, ancora, che la Corte di appello ha dato conto, senza incorrere in errori diritto e con motivazione effettiva e priva di fratture logiche, delle ragioni per le qual ritenuto esservi margine per la dedotta causa di non punibilità (cfr. pagg. 3 – 4 della sente impugnata), attenendosi alla giurisprudenza di questa Corte a Sezioni Unite (Sez. U, n. 13681 del 25/02/2016, Tushaj, Rv. 266590) secondo cui, ai fini della configurabilità della causa esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis cod giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità d fattispecie concreta, che tenga conto, ai sensi dell’art. 133, primo comma, cod. pen., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno del pericolo.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condann della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali
e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 24 settembre 2025
Il consigliere estensore
Il Pres ente