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Particolare tenuità del fatto: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per omessa dichiarazione IVA. La Corte ha stabilito che un significativo superamento della soglia di punibilità (in questo caso del 60%) impedisce l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, confermando la decisione dei giudici di merito.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando il superamento della soglia la esclude

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, evitando la punizione per fatti di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e incontra limiti precisi, specialmente nei reati tributari dove esistono soglie di punibilità. Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: cosa succede quando l’imposta evasa supera, e non di poco, la soglia prevista dalla legge? La risposta delinea i confini di questo beneficio.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un imprenditore condannato in primo e secondo grado per il reato di omessa presentazione della dichiarazione IVA, previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 74/2000. L’imprenditore ha proposto ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali.

In primo luogo, contestava la quantificazione dell’imposta evasa, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel calcolo, ignorando la documentazione difensiva che avrebbe dimostrato un debito inferiore. In secondo luogo, lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenendo che, anche a fronte della condanna, la sua condotta dovesse essere considerata di lieve entità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno ribadito un principio cardine del giudizio di legittimità: la Cassazione non può riesaminare i fatti o le prove. Le argomentazioni dell’imprenditore sono state ritenute generiche e volte a ottenere una nuova valutazione del merito, attività preclusa in quella sede. La Corte ha sottolineato come la sentenza impugnata avesse già adeguatamente motivato la correttezza dei calcoli.

La parte più interessante della decisione riguarda però il secondo motivo, quello relativo alla particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni: la particolare tenuità del fatto e il superamento della soglia

La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di negare l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La motivazione è netta: il superamento non marginale della soglia di punibilità costituisce un elemento ostativo all’applicazione del beneficio. Nel caso specifico, l’imposta evasa superava la soglia di legge di circa il 60%. Secondo la Cassazione, un tale scostamento è un indice inequivocabile della non particolare tenuità dell’offesa.

Questo orientamento giurisprudenziale chiarisce che, sebbene il superamento della soglia non comporti un’esclusione automatica della non punibilità, il quantum di tale superamento è un fattore determinante per il giudice. Un superamento significativo, come quello del 60%, indica una gravità del fatto incompatibile con la finalità dell’istituto, che è riservato a violazioni di minima entità. Pertanto, la doglianza dell’imputato è stata ritenuta manifestamente infondata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, ribadisce che il ricorso per Cassazione deve fondarsi su vizi di legittimità (errori di diritto) e non può essere un tentativo di terzo grado di giudizio sui fatti. In secondo luogo, e più specificamente per i reati tributari, stabilisce un criterio chiaro per l’applicazione della particolare tenuità del fatto: la misura in cui l’imposta evasa eccede la soglia di punibilità è un elemento centrale nella valutazione del giudice. Un superamento cospicuo rende altamente improbabile, se non impossibile, il riconoscimento della non punibilità. Questa decisione consolida un principio di proporzionalità, legando la gravità dell’offesa non solo al superamento della soglia, ma anche all’entità di tale superamento.

Se un’imposta evasa supera la soglia di punibilità, si può comunque invocare la particolare tenuità del fatto?
Sì, ma con dei limiti. La Corte chiarisce che un superamento significativo della soglia di punibilità, come il 60% nel caso di specie, è un fattore che giustifica l’esclusione della non punibilità, poiché indica che l’offesa non è di lieve entità.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di ricalcolare l’imposta evasa?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può effettuare una nuova valutazione delle prove o dei calcoli. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità delle motivazioni della sentenza impugnata, non riesaminare i fatti.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità rende la sentenza di condanna definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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