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Particolare tenuità del fatto: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per un reato di lieve entità in materia di stupefacenti. La Corte ha chiarito che il riconoscimento della lieve entità non comporta l’automatica applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Quest’ultima richiede una valutazione più ampia che considera la modalità della condotta, la colpevolezza e la non abitualità, elementi che nel caso di specie, data la presenza di droga pesante, numerose dosi e precedenti specifici, non sussistevano.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Non Basta che il Reato sia Lieve

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Con l’ordinanza n. 7265/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la qualificazione di un reato come ‘di lieve entità’ non implica di per sé il riconoscimento della non punibilità. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, qualificato come fatto di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. La pena inflitta, all’esito di un giudizio abbreviato, era di otto mesi di reclusione e 1.400 euro di multa.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, data la lieve entità del reato, il fatto avrebbe dovuto essere considerato non punibile per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p., con conseguente assoluzione.

La Distinzione tra Fatto Lieve e Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nella netta distinzione tra i due istituti giuridici. Sebbene possano sembrare simili, operano su piani diversi e rispondono a criteri di valutazione differenti.

La Fattispecie di Lieve Entità (Art. 73, comma 5)

Per stabilire se un reato legato agli stupefacenti sia di ‘lieve entità’, il giudice valuta elementi oggettivi legati al reato stesso, quali:
* I mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.
* La quantità e la qualità delle sostanze stupefacenti.

È una valutazione focalizzata sulla materialità e sulla dimensione del singolo episodio criminoso.

La Causa di Non Punibilità (Art. 131-bis c.p.)

Per il riconoscimento della particolare tenuità del fatto, l’analisi è più ampia e complessa. Il giudice deve considerare:
* Le modalità della condotta e il grado di colpevolezza.
* L’entità del danno o del pericolo cagionato.
* Il carattere non abituale della condotta.

Questa valutazione non si ferma al solo fatto, ma si estende alla personalità dell’autore e al suo comportamento complessivo, anche pregresso.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la decisione della Corte d’Appello corretta e ben motivata. I giudici di merito avevano escluso la particolare tenuità del fatto sulla base di una serie di elementi concreti che, complessivamente, delineavano un quadro di non trascurabile gravità.

Nello specifico, sono stati considerati decisivi:
1. La Natura della Sostanza: Si trattava di cocaina, una droga ‘pesante’, il cui spaccio genera un allarme sociale maggiore.
2. Il Numero di Dosi: L’imputato era stato trovato in possesso di un numero elevato di confezioni (quarantasei), già pronte per la vendita.
3. La Condotta: L’imputato aveva tentato di disfarsi delle prove gettandole in un fiume, dimostrando una certa astuzia criminale.
4. I Precedenti: L’imputato aveva un precedente specifico, indicativo di una tendenza a delinquere e non di un episodio isolato. Questo elemento è stato fondamentale per escludere il requisito della ‘non abitualità’ della condotta.

La Corte ha sottolineato che questi fattori, valutati insieme, impedivano di considerare l’offesa come minima e il comportamento come occasionale, rendendo così inapplicabile l’art. 131-bis c.p.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: il riconoscimento di un reato di ‘lieve entità’ in materia di stupefacenti è solo il primo passo di una possibile valutazione, ma non garantisce l’assoluzione per particolare tenuità del fatto. Quest’ultima richiede un esame più approfondito che va oltre la singola condotta per abbracciare la personalità dell’imputato e la sua storia criminale. La presenza di droghe pesanti, un numero significativo di dosi e, soprattutto, la non occasionalità del comportamento sono ostacoli insormontabili all’applicazione di questa causa di non punibilità. La decisione conferma che l’art. 131-bis c.p. è riservato a casi di minima offensività reale e globale, e non a episodi che, seppur ‘lievi’ rispetto a fattispecie più gravi, manifestano comunque una concreta pericolosità sociale.

Un reato di ‘lieve entità’ in materia di stupefacenti è automaticamente non punibile per ‘particolare tenuità del fatto’?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che la fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90) e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) sono istituti distinti con requisiti applicativi diversi. Il primo si basa su mezzi, modalità e quantità della sostanza; il secondo richiede una valutazione più ampia su condotta, colpevolezza, danno e non abitualità.

Quali elementi impediscono il riconoscimento della particolare tenuità del fatto in un caso di spaccio?
Nel caso esaminato, gli elementi ostativi sono stati: la natura ‘pesante’ della sostanza (cocaina), l’elevato numero di confezioni rinvenute (quarantasei), il tentativo di occultare la prova e, in particolare, la presenza di un precedente specifico che ha fatto escludere il carattere non abituale della condotta.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte dall’imputato non riguardavano vizi di legittimità della sentenza, ma questioni di merito. La valutazione sulla configurabilità della particolare tenuità del fatto è di competenza del giudice di merito e, se sorretta da una motivazione logica e congrua come in questo caso, non è sindacabile in sede di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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