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Particolare tenuità del fatto: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per porto abusivo di arma impropria. La Corte ha negato sia l’attenuante della lieve entità sia l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando che i precedenti penali e la capacità a delinquere dell’individuo sono incompatibili con tali benefici, poiché indicano una non trascurabile gravità del reato.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce i limiti

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità di reati di minima gravità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e incontra precisi limiti, come ribadito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame offre uno spunto cruciale per comprendere quando i precedenti penali e la personalità dell’imputato possono precludere l’accesso a questo beneficio.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato nei primi due gradi di giudizio per porto abusivo di arma impropria, ha presentato ricorso in Cassazione. La difesa lamentava il mancato riconoscimento di due importanti benefici: in primo luogo, l’attenuante speciale della lieve entità del fatto, prevista dalla legge sulle armi (L. 110/1975); in secondo luogo, e di conseguenza, l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. I giudici hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, aderendo a un orientamento giurisprudenziale consolidato. La decisione si fonda sull’incompatibilità tra i benefici richiesti e la situazione personale dell’imputato, caratterizzata da precedenti penali e da una conclamata capacità a delinquere.

Le Motivazioni: Perché la particolare tenuità del fatto è stata negata?

La Corte ha articolato le sue motivazioni su due pilastri argomentativi strettamente collegati.

Incompatibilità tra attenuante e precedenti penali

Il primo punto riguarda l’attenuante della lieve entità. La Cassazione ha richiamato una propria precedente sentenza (n. 40207/2016) per affermare che esiste una “palese inconciliabilità” tra l’applicazione di tale attenuante e la considerazione dei precedenti penali e della capacità a delinquere dell’imputato. Questi elementi, infatti, non sono neutri, ma “affatto indicativi di trascurabilità entità del fatto di reato”. In altre parole, un passato criminale e una propensione a commettere reati dimostrano che il fatto, seppur oggettivamente minore, non può essere considerato trascurabile dal punto di vista della legge.

Il nesso con la particolare tenuità del fatto

Il secondo punto è una diretta conseguenza del primo. La giurisprudenza di legittimità (citando la sentenza n. 13630/2019) è ferma nel ritenere che il mancato riconoscimento dell’attenuante della lieve entità impedisce, a cascata, di poter dichiarare la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La logica è stringente: se il fatto non è stato ritenuto di “lieve entità” ai fini di una semplice riduzione di pena, a maggior ragione non potrà essere considerato di “particolare tenuità” ai fini della completa esclusione della punibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un principio cardine nella valutazione della gravità del reato: il giudizio non si limita al solo fatto materiale, ma si estende alla personalità dell’autore. Per i professionisti del diritto e per i cittadini, il messaggio è chiaro: la presenza di precedenti penali costituisce un ostacolo significativo all’ottenimento di benefici come attenuanti o l’esclusione della punibilità per fatti di modesta entità. La valutazione della “capacità a delinquere” assume un ruolo centrale e dimostra come il passato di un individuo possa influenzare in modo determinante il suo presente giudiziario, anche di fronte a condotte apparentemente minori.

È possibile ottenere l’attenuante della lieve entità per porto d’arma impropria se si hanno precedenti penali?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che vi è una “palese inconciliabilità” tra questa attenuante e la presenza di precedenti penali o di una capacità a delinquere, poiché questi elementi indicano che il fatto non è di trascurabile entità.

Il mancato riconoscimento di un’attenuante per lieve entità del fatto impedisce l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Sì, secondo la giurisprudenza consolidata citata nel provvedimento, il mancato riconoscimento della circostanza attenuante della lieve entità relativamente al reato di porto abusivo di un’arma impropria impedisce la declaratoria di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.

Quali elementi valuta il giudice per negare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice valuta elementi come i precedenti penali e la capacità a delinquere dell’imputato. Secondo la Corte, questi fattori sono indicativi di una non trascurabile entità del reato e, di conseguenza, ostacolano il riconoscimento del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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