LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per minaccia aggravata, il quale chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che l’abitualità delle condotte criminose e la gravità dell’azione impediscono il riconoscimento di tale beneficio, confermando la decisione dei giudici di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: No al Beneficio in Caso di Abitualità

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per il principio di proporzionalità della pena. Tuttavia, il suo campo di applicazione è ben definito e non può essere esteso a situazioni in cui la condotta dell’imputato riveli una spiccata tendenza a delinquere. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso e chiarendo quando l’abitualità del comportamento esclude la non punibilità.

I Fatti del Caso: La Condanna per Minaccia Aggravata

Il caso trae origine da una condanna per il reato di minaccia aggravata, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

Il Ricorso e la Questione della Particolare Tenuità del Fatto

Il ricorrente lamentava, in primo luogo, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. A suo dire, la vicenda avrebbe dovuto essere archiviata proprio in virtù di questo istituto. In secondo luogo, contestava l’eccessività della pena inflittagli, ritenendola sproporzionata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha respinto entrambe le argomentazioni, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile.

L’Abitualità come Ostacolo alla Tenuità del Fatto

Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno sottolineato che la Corte territoriale aveva correttamente escluso la possibilità di applicare l’art. 131-bis c.p. La decisione non si basava sulla valutazione dell’entità del singolo episodio, ma su due fattori cruciali:

1. L’abitualità delle condotte delittuose: L’imputato non era un criminale occasionale. La sua storia personale dimostrava una tendenza a commettere reati, un comportamento che la legge considera ostativo al riconoscimento della tenuità del fatto.
2. La gravità e spregiudicatezza dell’azione: Il modo in cui il reato era stato commesso era stato giudicato grave e sconsiderato, tale da escludere a priori una configurazione del fatto come ‘tenue’.

La Cassazione ha quindi confermato che, al di là degli altri presupposti richiesti dalla norma, la presenza di un comportamento abituale e la gravità intrinseca dell’azione precludono la non punibilità.

La Genericità del Motivo sulla Pena

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. L’imputato si era limitato a lamentare l’eccessività della sanzione senza però confrontarsi con le specifiche argomentazioni che avevano portato la Corte d’Appello a determinare quella pena. Un motivo di ricorso in Cassazione non può essere una semplice lamentela, ma deve contenere una critica puntuale e motivata della decisione impugnata.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione si pone in linea con un orientamento consolidato, rafforzando l’idea che la non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma il risultato di una valutazione complessiva che tiene conto non solo dell’offesa in sé, ma anche della personalità e del comportamento dell’autore del reato. L’abitualità criminale rappresenta un confine invalicabile per l’applicazione di questo beneficio. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando non si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo la decisione, non si può applicare quando emerge l’abitualità delle condotte delittuose dell’imputato e quando la gravità e la spregiudicatezza dell’azione sono tali da non poter configurare il fatto come tenue.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché il primo motivo (mancata applicazione della tenuità del fatto) è stato ritenuto manifestamente infondato, mentre il secondo motivo (eccessività della pena) è stato giudicato troppo generico, in quanto non si confrontava con le motivazioni della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati