LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso che lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione sottolinea la necessità di un’analisi critica e specifica dei motivi della sentenza impugnata, confermando che il giudice di merito ha correttamente valutato le modalità della condotta e l’intensità del dolo, escludendo l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Il ricorso è stato ritenuto del tutto generico e aspecifico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione boccia il ricorso generico

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del processo penale: il ricorso deve essere specifico e non può limitarsi a una generica lamentela. Il caso in esame riguardava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Salerno, ha proposto ricorso per Cassazione attraverso il proprio difensore. I motivi del ricorso erano principalmente due: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e la mancata sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria. L’imputato chiedeva, quindi, l’annullamento della sentenza di condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo “del tutto generico ed aspecifico”. Secondo i giudici, l’atto di impugnazione non era supportato da una necessaria analisi critica delle argomentazioni della Corte d’Appello e mancava di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto che lo giustificassero.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali, analizzando separatamente i motivi di ricorso.

L’Infondatezza del Motivo sulla Particolare Tenuità del Fatto

La Cassazione ha evidenziato come la Corte territoriale avesse già motivato in modo logico e argomentato il diniego dell’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La decisione di secondo grado si basava su elementi concreti, quali “le modalità della condotta e l’intensità del dolo”.

I giudici hanno richiamato l’importante sentenza delle Sezioni Unite (sentenza Tushaj, n. 13681/2016), la quale ha stabilito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Questa valutazione deve tenere conto dei criteri indicati nell’art. 133 del codice penale, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. Non è necessario esaminare tutti gli elementi previsti dalla norma, ma è sufficiente indicare quelli ritenuti più rilevanti per la decisione.

In sostanza, il ricorso è stato giudicato generico perché non si è confrontato specificamente con le ragioni fornite dalla Corte d’Appello, limitandosi a riproporre una richiesta già respinta con adeguata motivazione.

L’Inammissibilità della Richiesta di Conversione della Pena

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla conversione della pena detentiva in pena pecuniaria (ex art. 20-bis c.p.), è stato ritenuto inammissibile per due ragioni:

1. Vizio Procedurale: La richiesta era stata avanzata solo nelle conclusioni dell’atto di appello. La normativa transitoria (art. 95 disp. trans. d.lgs. n. 150/22) prevedeva che tale istanza dovesse essere presentata al giudice di primo grado, cosa che non era avvenuta.
2. Genericità della Richiesta: La richiesta era “generica e del tutto priva di motivazione a sostegno”. Il difensore non aveva fornito elementi concreti per valutare la capacità dell’imputato di adempiere al pagamento, né aveva indicato i criteri per determinare l’importo minimo giornaliero.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: un ricorso, per essere ammissibile, deve andare oltre la semplice enunciazione di una doglianza. È necessario che l’atto di impugnazione contenga una critica puntuale e argomentata della decisione che si intende contestare, dimostrando l’illogicità o l’erroneità giuridica del ragionamento del giudice precedente. In assenza di tale specificità, il ricorso si risolve in una mera richiesta di riesame del merito, preclusa in sede di legittimità, e come tale viene dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è considerato generico e aspecifico, ossia se non contiene un’analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata e non enuncia in modo puntuale le ragioni di diritto che lo giustificano.

Quali sono i criteri per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Il giudizio si basa su una valutazione complessa di tutte le peculiarità del caso concreto, considerando, ai sensi dell’art. 133 c.p., le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. Non è necessaria la disamina di tutti gli elementi, ma basta l’indicazione di quelli ritenuti rilevanti.

È sufficiente una richiesta generica per ottenere la conversione della pena detentiva in pena pecuniaria?
No, una richiesta generica e priva di motivazione è inammissibile. È necessario allegare elementi concreti da cui desumere la capacità dell’imputato di adempiere al pagamento e indicare gli indici per parametrare l’importo minimo giornaliero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati