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Particolare tenuità del fatto: quando è inapplicabile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta, poiché la condotta dell’imputato, caratterizzata da ostinazione nel mentire anche dopo essere stato scoperto, è stata ritenuta incompatibile con il beneficio.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: La Cassazione Nega il Beneficio in Caso di Condotta Ostinata

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131 bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità di reati di lieve entità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio dei limiti di questo beneficio, sottolineando come la condotta complessiva dell’imputato, e in particolare la sua ostinazione, possa precluderne il riconoscimento.

I Fatti del Caso: False Dichiarazioni a un Pubblico Ufficiale

Il caso esaminato riguarda un soggetto condannato in primo grado e in appello per il reato di cui all’art. 495 c.p., ovvero per aver fornito false attestazioni sulla propria identità a un pubblico ufficiale. Nonostante la condanna, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Il Ricorso e la Questione sulla Particolare Tenuità del Fatto

Secondo la difesa, il fatto contestato era talmente lieve da meritare l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. La tesi difensiva, tuttavia, non ha convinto i giudici di legittimità. La Corte Suprema ha infatti rilevato un vizio preliminare nel ricorso, che ne ha determinato l’inammissibilità. Il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza di secondo grado. Questo vizio procedurale, noto come ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi, è sufficiente a rendere un ricorso inammissibile.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Oltre agli aspetti procedurali, i giudici hanno colto l’occasione per ribadire la correttezza della decisione della Corte d’Appello anche nel merito, fornendo importanti chiarimenti sull’interpretazione della particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni: Perché il Fatto non è stato Ritenuto Tenue?

La Corte ha spiegato che la valutazione sulla tenuità del fatto non può limitarsi al solo danno o pericolo causato dal reato, ma deve estendersi a un’analisi completa della condotta dell’imputato. Nel caso di specie, due elementi sono stati decisivi per escludere il beneficio:

1. Il Contesto: Il reato era avvenuto in un contesto che ne aggravava la portata.
2. La Pervicacia: L’imputato aveva mostrato una notevole ostinazione (‘pervicacia’) nel fornire dati non corretti. Questo atteggiamento persisteva anche dopo che la menzogna era stata scoperta grazie all’intervento di un agente di polizia giudiziaria che conosceva personalmente l’imputato.

Questa insistenza nel comportamento illecito ha dimostrato, secondo i giudici, un’intensità del dolo e una gravità della condotta incompatibili con la qualificazione del fatto come ‘particolarmente tenue’.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale: per beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto, non basta che il reato, in astratto, sia di modesta entità. Il giudice deve valutare il comportamento complessivo dell’autore del reato. L’ostinazione, la premeditazione o la persistenza nell’illecito sono tutti indicatori che possono portare a escludere l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. La decisione serve quindi da monito: la ‘tenuità’ deve riguardare l’episodio nel suo complesso, inclusa la condotta dell’agente, e non solo il risultato materiale della sua azione.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile se si limita a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.

Perché la Corte ha negato l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
La Corte ha negato il beneficio perché la condotta dell’imputato non era affatto tenue. Ha considerato non solo il reato in sé, ma anche la sua ostinazione nel mentire sul proprio nome, anche dopo che un pubblico ufficiale che lo conosceva aveva rivelato la verità.

Cosa valuta il giudice per concedere la particolare tenuità del fatto?
Il giudice valuta l’intera condotta, non solo il fatto-reato isolato. In questo caso, elementi come il contesto in cui è avvenuto il reato e la ‘pervicacia’ (ostinazione) dell’imputato sono stati decisivi per escludere la lieve entità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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