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Particolare tenuità del fatto: quando è inapplicabile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per violazione delle misure di prevenzione. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava l’applicazione dell’esimente per particolare tenuità del fatto, sottolineando l’insensibilità del ricorrente verso il sistema di controllo, dimostrata dalla guida di un veicolo senza titolo abilitativo.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Inapplicabile se c’è Insensibilità alle Regole

L’ordinanza n. 7922/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Con questa decisione, la Suprema Corte ha stabilito che la condotta di chi, sottoposto a una misura di prevenzione, viola le prescrizioni dimostrando indifferenza verso il sistema di controllo, non può beneficiare di tale esimente. Il caso analizzato riguarda un soggetto che, nonostante le restrizioni, si muoveva liberamente alla guida di un veicolo senza averne titolo.

I Fatti del Caso: La Violazione della Misura di Prevenzione

Il ricorrente era stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per il reato previsto dall’art. 73 del D.Lgs. 159/2011, che sanziona le violazioni alle prescrizioni imposte con le misure di prevenzione. Nello specifico, l’imputato era stato sorpreso alla guida di un veicolo pur non possedendo il necessario titolo abilitativo, contravvenendo così al regime di vigilanza a cui era sottoposto.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando, tra le altre cose, la mancata applicazione dell’esimente della particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale.

La Decisione della Cassazione e la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi proposti una mera riproduzione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno confermato la piena sussistenza del reato, anche alla luce di una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 211/2022).

L’Insensibilità del Ricorrente come Elemento Decisivo

Il punto cruciale della decisione riguarda il rigetto della richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto. La Cassazione ha ritenuto adeguata e corretta la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva evidenziato come l’imputato avesse dimostrato una palese “insensibilità verso il sistema di controlli e di vigilanza” derivante dalla misura di prevenzione. Guidare un veicolo senza titolo, muovendosi liberamente e in modo incontrollato, non rappresenta un fatto di lieve entità, ma una chiara manifestazione di disprezzo per le regole imposte dall’autorità giudiziaria.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte si fonda su un principio consolidato: per escludere la punibilità per particolare tenuità del fatto, è sufficiente che manchi anche solo uno dei presupposti richiesti dall’art. 131 bis c.p. (esiguità del danno o del pericolo, modalità della condotta, non abitualità del comportamento). In questo caso, la modalità della condotta è stata considerata decisiva. L’atteggiamento dell’imputato non poteva essere qualificato come un’infrazione minima o occasionale, ma come un comportamento che minava alla base la finalità stessa della misura di prevenzione, ovvero il controllo sulla sua pericolosità sociale. La condotta, quindi, non era “tenue” né nelle sue modalità né nelle sue implicazioni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione sulla tenuità del fatto non è un mero calcolo aritmetico del danno, ma un’analisi complessiva della condotta e del contesto in cui si inserisce. Quando un reato consiste nella violazione di obblighi imposti per contenere la pericolosità di un soggetto, la sua condotta trasgressiva difficilmente potrà essere considerata di lieve entità. La decisione sottolinea che l’indifferenza e la deliberata inosservanza delle misure di controllo sono elementi che ostacolano l’applicazione di benefici come l’esimente ex art. 131 bis c.p. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproduzione di censure che erano già state adeguatamente esaminate e respinte con argomenti giuridici corretti dalla Corte d’Appello.

Su quale base è stata negata l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
L’applicazione è stata negata perché la condotta dell’imputato, che guidava un veicolo senza titolo abilitativo in violazione di una misura di prevenzione, ha dimostrato una chiara ‘insensibilità’ verso il sistema di controllo e vigilanza. Questo comportamento è stato ritenuto un elemento decisivo che esclude la tenuità del fatto.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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