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Particolare tenuità del fatto: quando è inapplicabile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per porto di oggetti atti a offendere. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile quando la condotta, come brandire un coltello in pubblico davanti a bambini, genera un concreto allarme sociale e una situazione di pericolo, superando così la soglia della ‘tenuità’.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: non applicabile se la condotta crea allarme sociale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui limiti di applicabilità della particolare tenuità del fatto, una causa di non punibilità che spesso anima il dibattito nelle aule di giustizia. Con la sentenza n. 47239/2024, i giudici hanno stabilito che tale beneficio non può essere concesso quando la condotta dell’imputato, sebbene possa non aver causato un danno diretto, ha generato un concreto pericolo e un diffuso allarme sociale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un uomo da parte del Tribunale e successivamente della Corte d’Appello per il reato di porto di oggetti atti a offendere. All’imputato era stata riconosciuta una diminuente per un vizio parziale di mente, ma la pena era stata comunque fissata in quattro mesi di arresto e ottocento euro di ammenda.

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali vizi. In primo luogo, una presunta violazione del diritto di difesa, sostenendo che in appello non sarebbe stata concessa la possibilità di svolgere la discussione finale per argomentare in modo più approfondito la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. (la particolare tenuità del fatto). In secondo luogo, un difetto di motivazione da parte della Corte d’Appello nel respingere proprio tale richiesta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. I giudici hanno respinto entrambe le doglianze della difesa, confermando di fatto la condanna e la correttezza delle decisioni dei giudici di merito.

Sulla questione procedurale, la Corte ha verificato gli atti del processo d’appello, constatando che le parti avevano regolarmente presentato le loro conclusioni e che non vi era stata alcuna violazione delle norme che disciplinano la discussione.

Il punto centrale della decisione, tuttavia, riguarda l’inapplicabilità della particolare tenuità del fatto al caso specifico, consolidando un principio di notevole importanza pratica.

Le Motivazioni: la pericolosità della condotta esclude la particolare tenuità del fatto

La Cassazione ha chiarito perché la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. è stata correttamente respinta. La Corte ha fatto riferimento al principio della cosiddetta ‘doppia conforme’, secondo cui quando la sentenza d’appello conferma quella di primo grado, le due motivazioni si saldano, formando un unico corpo argomentativo.

Nel merito, la motivazione originaria del Tribunale, implicitamente recepita dalla Corte d’Appello, era ineccepibile. Il giudice di primo grado aveva escluso la tenuità del fatto non solo per il porto dell’arma (un coltello), ma soprattutto per le modalità della condotta. L’imputato aveva brandito l’arma in un luogo pubblico, alla presenza di numerose persone, tra cui diversi bambini, seminando il panico tra i presenti.

Secondo la Corte, una condotta del genere è intrinsecamente pericolosa e ha una ‘vocazione potenzialmente offensiva’ che va ben oltre la minima offensività richiesta dall’art. 131-bis. La creazione di un concreto allarme sociale e di una situazione di panico generalizzato è un elemento che, di per sé, rende il fatto non ‘particolarmente tenue’.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione della particolare tenuità del fatto non deve limitarsi a un’analisi astratta del danno cagionato, ma deve considerare l’intera condotta e il suo impatto sul contesto sociale. Brandire un’arma in pubblico, spaventando i presenti, è un comportamento che lede la sicurezza e la tranquillità pubblica in modo significativo. Di conseguenza, anche se nessuno viene fisicamente ferito, la gravità del comportamento e il pericolo creato sono sufficienti a escludere l’applicazione del beneficio della non punibilità. Questo orientamento serve a tutelare la sicurezza collettiva, evitando che condotte socialmente allarmanti possano rimanere impunite.

Perché è stata esclusa l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
La causa di non punibilità è stata esclusa perché la condotta dell’imputato, consistente nel brandire un coltello in un luogo pubblico alla presenza di molte persone e bambini, ha creato un concreto allarme sociale e una situazione di panico. Tale comportamento è stato ritenuto intrinsecamente pericoloso e tutt’altro che tenue.

Cosa si intende per ‘doppia conforme’ nella motivazione di una sentenza?
Significa che quando una Corte d’Appello conferma in toto la sentenza di primo grado, la motivazione della seconda decisione si integra con quella della prima. Anche se la Corte d’Appello è sintetica, la sua motivazione è considerata completa perché fa proprie le argomentazioni più ampie del primo giudice.

Una violazione procedurale, come la mancata discussione finale, può essere accertata dalla Cassazione?
Sì, la Corte di Cassazione può verificare la regolarità del processo precedente esaminando gli atti ufficiali, come il verbale d’udienza. Se dal verbale risulta che la procedura è stata rispettata e che le parti hanno potuto rassegnare le proprie conclusioni, la doglianza viene respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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