Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, le modalità e i tempi per far valere questa causa di non punibilità sono rigorosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i limiti del ricorso basato sulla sua mancata applicazione d’ufficio, specialmente quando la questione non è stata sollevata nei motivi d’appello. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.
I Fatti del Caso
Un individuo, già condannato nei primi due gradi di giudizio, presentava ricorso per cassazione lamentando un vizio di motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Nello specifico, il ricorrente sosteneva che i giudici di secondo grado avrebbero dovuto rilevare d’ufficio la sussistenza della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, pur ammettendo di non aver formulato tale richiesta nei motivi di appello. Il fatto contestato consisteva nell’essersi allontanato dalla propria abitazione con 40 minuti di anticipo rispetto all’orario consentito, per una ragione considerata ‘voluttuaria’ (l’acquisto di tabacco).
L’Ordinanza della Cassazione e la particolare tenuità del fatto
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: sebbene sia possibile dedurre in Cassazione il difetto di motivazione di una sentenza d’appello che non abbia rilevato ‘ex officio’ una causa di non punibilità, ciò è ammissibile solo a una precisa condizione. Il ricorrente deve indicare i presupposti concreti che dimostrino la decisiva rilevanza della lacuna motivazionale lamentata.
Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che tale condizione non fosse soddisfatta. I giudici hanno osservato come la stessa sentenza di secondo grado, nel descrivere i fatti, avesse già implicitamente escluso la tenuità dell’offesa.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della motivazione risiede nel concetto di ‘valutazione implicita’. La Corte di Cassazione ha spiegato che la condotta dell’imputato – allontanarsi in anticipo di 40 minuti per un motivo futile e non necessario – era stata evidenziata dai giudici di merito. Questa descrizione dei fatti, secondo la Suprema Corte, costituisce una valutazione implicita ma inequivocabile sulla non tenuità del comportamento.
In altre parole, il giudice d’appello, pur non menzionando espressamente l’articolo 131-bis c.p., ha ritenuto l’offesa sufficientemente grave da non meritare l’applicazione di cause di non punibilità. Di conseguenza, la presunta ‘lacuna motivazionale’ sollevata dal ricorrente è stata giudicata inesistente. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni
Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, sottolinea l’importanza strategica di sollevare la questione della particolare tenuità del fatto già nei motivi d’appello, anziché attendere il giudizio di Cassazione. In secondo luogo, chiarisce che non ogni silenzio del giudice d’appello su questo punto costituisce un vizio di motivazione. Se dagli atti e dalla descrizione del fatto emerge una valutazione implicita di non tenuità, un ricorso per cassazione basato su tale presunta omissione rischia di essere dichiarato inammissibile. La decisione rafforza il principio secondo cui il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudizio sulla corretta applicazione del diritto, dove le censure devono essere specifiche e fondate su vizi concreti e rilevanti.
È possibile chiedere per la prima volta in Cassazione l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No, in linea di principio la questione va sollevata nei gradi di merito. È possibile lamentare in Cassazione il mancato rilievo d’ufficio da parte del giudice d’appello, ma solo a condizione di dimostrare che tale omissione sia stata decisiva e che sussistessero tutti i presupposti per l’applicazione della norma.
Il giudice d’appello deve sempre motivare esplicitamente sulla non applicabilità della particolare tenuità del fatto?
Non necessariamente. Secondo questa ordinanza, se dalla descrizione dei fatti emerge una valutazione implicita di non tenuità dell’offesa (ad esempio, evidenziando la futilità dei motivi della condotta), la motivazione può essere considerata sufficiente e non lacunosa.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, determinata equitativamente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36481 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 36481 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 23/10/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a PATERNO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 06/03/2025 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso deduce una asserita mancanza di motivazione che non emerge dal testo del provvedimento impugNOME, in quanto:
dal verbale dell’udienza del 6 marzo 2025 davanti alla Corte di appello di Catania non emerge l’istanza difensiva di applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis pen., che lo stesso ricorrente riconosce di non aver presentato con i motivi di appello;
per ciò che riguarda l’obbligo del giudice di appello di rilevarlo d’ufficio, pur essendo s affermato nella giurisprudenza di legittimità che “in tema di ricorso per cassazione, è deducib il difetto di motivazione della sentenza d’appello che non abbia rilevato “ex officio”, alla st di quanto previsto dall’art. 129 cod. proc. pen, la sussistenza della causa di non punibilità particolare tenuità del fatto, a condizione che siano indicati i presupposti legittimanti la p applicazione di tale causa proscioglitiva, da cui possa evincersi la decisiva rilevanza d lacuna motivazionale” (Sez. 6, n. 5922 del 19/01/2023, Camerano, Rv. 284160 – 01), la circostanza che nel caso in esame il ricorrente si fosse allontaNOME dall’abitazione con 40 minu di anticipo rispetto all’orario in cui poteva uscire, e, per di più, per un’esigenza volu (comprare del tabacco) evidenziata dalla sentenza di secondo grado induce a ritenere che il giudice abbia ritenuto implicitamente l’offesa non tenue, ed inesistente, pertanto, la lac motivazionale dedotta nel ricorso;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la con ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 23 ottobre 2025.