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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sulla mancata applicazione d’ufficio della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo i giudici, se i fatti (come uscire di casa in anticipo per motivi futili) dimostrano implicitamente che l’offesa non è tenue, non sussiste alcun difetto di motivazione da parte del giudice d’appello.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’istituto della particolare tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, le modalità e i tempi per far valere questa causa di non punibilità sono rigorosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i limiti del ricorso basato sulla sua mancata applicazione d’ufficio, specialmente quando la questione non è stata sollevata nei motivi d’appello. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

Un individuo, già condannato nei primi due gradi di giudizio, presentava ricorso per cassazione lamentando un vizio di motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Nello specifico, il ricorrente sosteneva che i giudici di secondo grado avrebbero dovuto rilevare d’ufficio la sussistenza della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, pur ammettendo di non aver formulato tale richiesta nei motivi di appello. Il fatto contestato consisteva nell’essersi allontanato dalla propria abitazione con 40 minuti di anticipo rispetto all’orario consentito, per una ragione considerata ‘voluttuaria’ (l’acquisto di tabacco).

L’Ordinanza della Cassazione e la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: sebbene sia possibile dedurre in Cassazione il difetto di motivazione di una sentenza d’appello che non abbia rilevato ‘ex officio’ una causa di non punibilità, ciò è ammissibile solo a una precisa condizione. Il ricorrente deve indicare i presupposti concreti che dimostrino la decisiva rilevanza della lacuna motivazionale lamentata.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che tale condizione non fosse soddisfatta. I giudici hanno osservato come la stessa sentenza di secondo grado, nel descrivere i fatti, avesse già implicitamente escluso la tenuità dell’offesa.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di ‘valutazione implicita’. La Corte di Cassazione ha spiegato che la condotta dell’imputato – allontanarsi in anticipo di 40 minuti per un motivo futile e non necessario – era stata evidenziata dai giudici di merito. Questa descrizione dei fatti, secondo la Suprema Corte, costituisce una valutazione implicita ma inequivocabile sulla non tenuità del comportamento.

In altre parole, il giudice d’appello, pur non menzionando espressamente l’articolo 131-bis c.p., ha ritenuto l’offesa sufficientemente grave da non meritare l’applicazione di cause di non punibilità. Di conseguenza, la presunta ‘lacuna motivazionale’ sollevata dal ricorrente è stata giudicata inesistente. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, sottolinea l’importanza strategica di sollevare la questione della particolare tenuità del fatto già nei motivi d’appello, anziché attendere il giudizio di Cassazione. In secondo luogo, chiarisce che non ogni silenzio del giudice d’appello su questo punto costituisce un vizio di motivazione. Se dagli atti e dalla descrizione del fatto emerge una valutazione implicita di non tenuità, un ricorso per cassazione basato su tale presunta omissione rischia di essere dichiarato inammissibile. La decisione rafforza il principio secondo cui il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudizio sulla corretta applicazione del diritto, dove le censure devono essere specifiche e fondate su vizi concreti e rilevanti.

È possibile chiedere per la prima volta in Cassazione l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No, in linea di principio la questione va sollevata nei gradi di merito. È possibile lamentare in Cassazione il mancato rilievo d’ufficio da parte del giudice d’appello, ma solo a condizione di dimostrare che tale omissione sia stata decisiva e che sussistessero tutti i presupposti per l’applicazione della norma.

Il giudice d’appello deve sempre motivare esplicitamente sulla non applicabilità della particolare tenuità del fatto?
Non necessariamente. Secondo questa ordinanza, se dalla descrizione dei fatti emerge una valutazione implicita di non tenuità dell’offesa (ad esempio, evidenziando la futilità dei motivi della condotta), la motivazione può essere considerata sufficiente e non lacunosa.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, determinata equitativamente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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