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Particolare tenuità del fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sulla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L’imputato, condannato per una violazione del codice della strada, aveva richiesto il beneficio. La Corte ha stabilito che la valutazione dei requisiti (tenuità dell’offesa e non abitualità) è un giudizio di merito non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice inferiore non è manifestamente illogica, confermando così la condanna.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, il suo corretto ambito di applicazione è spesso oggetto di dibattito giurisprudenziale. Con l’ordinanza n. 13749 del 2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la valutazione dei presupposti per concedere tale beneficio è un giudizio di merito, e il ricorso in sede di legittimità che ne contesta il diniego ha confini ben precisi.

Il Fatto: la condanna e il ricorso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Termini Imerese e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato era stato ritenuto colpevole per una violazione del Codice della Strada (art. 116, commi 15 e 17, D.Lgs. 285/1992) e condannato alla pena di sei mesi di arresto e 3.000,00 euro di ammenda.

Avverso la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la lamentela per la mancata applicazione della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, nel suo caso sussistevano tutti i presupposti applicativi previsti dalla norma.

La Valutazione sulla particolare tenuità del fatto

L’articolo 131-bis c.p. subordina l’esclusione della punibilità a due condizioni che devono sussistere congiuntamente:
1. La particolare tenuità dell’offesa: questo requisito viene valutato sulla base delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno o del pericolo.
2. La non abitualità del comportamento: il beneficio non può essere concesso a chi ha commesso reati della stessa indole in precedenza o è un delinquente abituale, professionale o per tendenza.

Il giudice di merito, per negare o concedere il beneficio, deve quindi effettuare un’analisi completa del caso concreto, basandosi sui criteri direttivi dell’articolo 133 del codice penale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo proposto non deducibile in sede di legittimità. Gli Ermellini hanno chiarito che la valutazione circa la sussistenza della particolare tenuità del fatto è un tipico giudizio di merito, demandato in via esclusiva al giudice che analizza i fatti.

Il compito della Corte di Cassazione non è quello di riesaminare le prove o di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il suo sindacato è limitato al controllo della logicità e della coerenza della motivazione della sentenza impugnata. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato gli elementi che ostacolavano il riconoscimento del beneficio, fornendo una motivazione adeguata e priva di vizi logici.

Pertanto, contestare semplicemente il diniego del beneficio, senza denunciare una manifesta illogicità o una contraddittorietà della motivazione, si traduce in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, inammissibile in Cassazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale pacifico. La decisione sul riconoscimento della particolare tenuità del fatto spetta al giudice di merito, che ha il compito di ponderare tutti gli indici rilevanti. Il ricorso in Cassazione può avere successo solo se si dimostra che la motivazione della sentenza impugnata è palesemente illogica, contraddittoria o carente, e non se ci si limita a proporre una diversa interpretazione degli elementi fattuali. Per l’imputato, la decisione si è tradotta nella condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Per quali motivi è stato presentato ricorso in Cassazione?
Il ricorso è stato presentato per lamentare la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, che il ricorrente riteneva applicabile al suo caso.

Quali sono i requisiti per l’applicazione della particolare tenuità del fatto menzionati nell’ordinanza?
L’ordinanza specifica che i requisiti sono due e devono coesistere: la particolare tenuità dell’offesa (valutata secondo le modalità della condotta e l’esiguità del danno o del pericolo) e la non abitualità del comportamento del reo.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la valutazione dei presupposti per la particolare tenuità del fatto costituisce un giudizio di merito, riservato ai giudici delle prime istanze. Tale valutazione non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia manifestamente illogica, cosa che non è stata riscontrata nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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