Particolare tenuità del fatto: la Cassazione conferma i limiti alla sua applicazione
L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per il principio di proporzionalità nel diritto penale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una rigorosa valutazione del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. 7, n. 7063/2024) ribadisce i confini del sindacato di legittimità su tale valutazione, dichiarando inammissibile un ricorso ritenuto manifestamente infondato.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano escluso la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo i giudici di merito, le circostanze specifiche del reato e la ricostruzione complessiva della vicenda non permettevano di qualificare il fatto come di lieve entità, negando così all’imputato il beneficio previsto dalla legge.
Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, contestando proprio la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. e le ragioni addotte dai giudici di merito.
La Decisione della Corte e la valutazione della particolare tenuità del fatto
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio di merito, demandato al giudice che analizza direttamente le prove e le circostanze del caso. Il ruolo della Corte di Cassazione non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e non viziata da errori di diritto.
Nel caso di specie, la Suprema Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito “diffuse ragioni” a sostegno della sua decisione, facendo proprie le argomentazioni del giudice di primo grado e ribadendo la correttezza della ricostruzione fattuale. Di conseguenza, il motivo di ricorso è stato giudicato “manifestamente infondato”.
Le Motivazioni della Cassazione
Le motivazioni dell’ordinanza sono concise ma estremamente chiare. La Corte afferma che il giudice di merito ha correttamente considerato le “circostanze di fatto che designavano la non particolare tenuità del fatto”. Questo significa che elementi specifici del caso concreto, come le modalità dell’azione, l’entità del danno o del pericolo, e il contesto generale, sono stati ritenuti sufficienti per escludere la lieve entità del reato. La Cassazione, quindi, non entra nel dettaglio di tali circostanze, ma si limita a confermare che il ragionamento seguito dai giudici precedenti è stato immune da vizi logici o giuridici. La decisione di inammissibilità comporta, come previsto dalla legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver promosso un ricorso privo di fondamento.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa pronuncia rafforza un importante principio procedurale: il giudizio sulla particolare tenuità del fatto spetta primariamente ai giudici di merito. Il ricorso in Cassazione su questo punto ha scarse probabilità di successo se si limita a contestare la valutazione delle circostanze fattuali, senza individuare un vizio specifico nella motivazione della sentenza impugnata. L’ordinanza serve da monito sull’importanza di presentare ricorsi solidamente argomentati in diritto, evidenziando le conseguenze economiche negative che derivano dalla proposizione di un’impugnazione ritenuta palesemente infondata.
 
Cosa significa che un fatto è di ‘particolare tenuità’?
Significa che, secondo la valutazione del giudice, l’offesa o il pericolo causato dal reato è talmente esiguo e il comportamento dell’autore non è abituale, da non giustificare l’applicazione di una sanzione penale, pur rimanendo il fatto illecito.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo ha ritenuto ‘manifestamente infondato’. I giudici di merito avevano già fornito ampie e logiche motivazioni per escludere la particolare tenuità del fatto, e il ricorso non ha evidenziato vizi di legittimità in tale ragionamento.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato a pagare le spese processuali e una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver intrapreso un’azione legale priva di fondamento.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7063 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 7063  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 29/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a FAENZA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/04/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
I
OSSERVA
Ritenuto che il motivo dedotto con il ricorso è manifestamente infondato avendo la s fatto proprie le diffuse ragioni per le quali il primo giudice aveva escluso la ricorrenz di cui all’art. 131-bis cod. pen. in considerazione delle circostanze di fatto che non particolare tenuità del fatto, ribadendone – altresì – la sintomatica ricostruz
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la con ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in f Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese p della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 29/01/2024